I Presepi di Cracovia

Di Achille Maria Giachino

Nei presepi (in polacco Szopki) di Cracovia, la capanna, il muschio, la paglia, gli elementi naturali cedono il posto, in una fantasmagoria di colori, a grandi e piccole costruzioni a più piani arricchite da pinnacoli, guglie, torri, vetrate e realizzate con molteplici materiali quali legno, cartone, ferro, vetro, stagnola.

In Polonia la tradizione di allestire il presepe risale a molti secoli addietro: pare che l’usanza sia stata portata nel paese dai frati francescani nel XIII secolo, ma solamente alla fine dell’800 muratori e falegnami, per occupare il tempo durante la stagione morta invernale e guadagnare un “extra”, iniziarono a realizzare questi particolari tipi di presepe.

Il tocco che li ha resi inconfondibili, secondo le fonti, si deve a Michele e Leone Ezenekier, padre e figlio, che agli inizi del ‘900 codificarono la metodologia di costruzione che doveva ispirarsi ai maggiori edifici della città, soprattutto alla basilica di Santa Maria, al Palazzo Reale e alla Cattedrale.

Torrioni, guglie gotiche, archi rampanti, distribuiti solitamente su più livelli con al secondo piano la Natività e al primo i personaggi storici del paese, gli eroi nazionali e le scene raffiguranti eventi di particolare rilievo.

Le dimensioni variano da presepi che possono essere contenuti in un guscio di noce a costruzioni alte diversi metri; la caratteristica che li lega è data dall’essere ricoperti interamente di carta stagnola colorata dove prevalgono l’oro, l’argento e, talvolta, le pietre semipreziose.

Con l’arrivo della Prima Guerra Mondiale la produzione di presepi di Cracovia subisce una battuta d’arresto e rischia di scomparire per sempre, ma nel 1937, grazie al contributo di Jerzy Dobrzycki e di un gruppo di appassionati di tradizioni popolari, nasce il primo concorso che li vede protagonisti, concorso organizzato ancora oggi il primo giovedì di dicembre a cura del Museo di Storia di Cracovia.

In quell’occasione i presepi realizzati dai vari artigiani o dai semplici appassionati sono portati nella piazza principale della città e posti ai piedi della statua del massimo poeta polacco Adamo Mickiewicz.

Successivamente vengono trasferiti al Museo dove rimangono esposti al pubblico fino alla fine di febbraio e dove avviene la premiazione del migliore, che, insieme alle opere più belle, sarà acquistato dal Museo per arricchire la sua collezione di oltre 200 esemplari.

Un lavoro di pazienza e abilità spesso tramandato di generazione in generazione, che può richiedere anche diversi mesi per essere realizzato e definito nel 2018 dall’UNESCO Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità.

Achille Maria Giachino

 

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Articolo pubblicato il 10/12/2023