Accelerare la transizione energetica, ma il gas è ancora la fonte meno inquinante

L'Opinione: di Luigi Cabrino

Nel corso di un'intervista a Il Sole 24 Ore l'amministratore delegato dell' Eni Claudio Descalzi ha ribadito l'importanza della transazione energetica ("non è una moda") ma mette in guardia dalle tendenze alla "tutto e subito" per salvaguardare un sistema produttivo che dipende ancora in grande parte dalle fonti fossili.
Esprime inoltre alcuni dubbi sul superamento del gas che risulta essere la fonte energetica fossile che meno impatta in termini di emissioni di CO2.

 

Per Descalzi “difficilmente possiamo pensare di cancellare in modo immediato le fonti che oggi rappresentano l’80 per cento della produzione di energia. E serve fare anche altro, in modo da poter spiazzare il contributo dei fossili: efficienza energetica, cambiamento delle modalità di consumo, puntare sull’idrogeno e sullo stoccaggio di CO2, spingere fonti rinnovabili come l’eolico e il solare al di là della loro attuale efficienza, il nucleare di nuova generazione e quello da fusione”. 

La svolta è davvero necessaria:

“Sì, assolutamente. Ma è anche necessario non restringere l’offerta nel breve medio termine, soprattutto del gas che è la componente meno emissiva, perché causerebbe conseguenze insostenibili in termini di sicurezza, sviluppo delle aree emergenti, inflazione a danno di imprese e famiglie, nonché impatti sui bilanci statali”.
“Non sono ammesse incertezze -. spiega Descalzi – e tutti devono impegnarsi: a partire dai Paesi in cui si producono la quantità maggiore di emissioni, Stati Uniti e Cina, che pesano per quasi metà del totale. Certo l’orizzonte temporale dei grandi cambiamenti è stato finora di 40-50 anni, e in termini additivi, mai di completa sostituzione. Oggi tutto questo tempo non c’è. Occorre andare più rapidi”. “Serve grande trasparenza, . continua il manager – documentare con chiarezza obiettivi da raggiungere e progressi annuali”.

 

Sulle opinioni secondo cui l'Unione Europea abbia forzato i tempi "Descalzi pensa che “dobbiamo essere consapevoli che non esiste alternativa perché è una corsa verso la sopravvivenza. E dev’essere chiaro che la transizione energetica non è una moda. La Commissione europea ha posto il traguardo di contenere a +1,5 gradi l’aumento di temperatura al 2050. L’obiettivo è corretto, anche se può apparire difficile da raggiungere”. 

E’ necessario infine puntare su mix energetici:

“Ogni Paese ha un mix energetico costruito nel tempo e consolidato. Occorre dare a ogni Paese la libertà di definire il proprio percorso con la responsabilità di raggiungere gli obiettivi. Nei Paesi industrializzati serve ottimizzare i consumi di energia dei grandi complessi industriali, dai cementifici alla raffinazione, dall’energia ai fertilizzanti. L’auto elettrica – conclude Descalzi – è una scelta sacrosanta ma ha come componente chiave le batterie, che a loro volta necessitano di metalli rari come il litio, controllati da pochi Paesi. La lotta senza quartiere al gas è discutibile perché, alla fine, genera emissioni due volte meno del carbone. In Italia, per esempio, il gas continuerà a essere componente fondamentale della domanda di energia e quindi del mix produttivo”.

 

Luigi Cabrino 

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Articolo pubblicato il 18/12/2023