2023: bilancio di un anno

Sguardo su un’Italia fra luci e ombre

VENDITORE: Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi. Bisognano, signore, almanacchi?

PASSEGGERE: Almanacchi per l’anno nuovo?

VENDITORE: Sì signore.

PASSEGGERE: Credete che sarà felice quest’anno nuovo?

VENDITORE: Oh illustrissimo sì, certo.

PASSEGGERE: Come quest’anno passato?

VENDITORE: Più più assai.

PASSEGGERE: Come quello di là?

VENDITORE: Più più, illustrissimo.

PASSEGGERE: Ma come qual altro? Non vi piacerebb’egli che l’anno nuovo fosse come qualcuno di questi anni ultimi?

VENDITORE: Signor no, non mi piacerebbe.

PASSEGGERE: Quanti anni nuovi sono passati da che voi vendete almanacchi?

VENDITORE: Saranno vent’anni, illustrissimo.

PASSEGGERE: A quale di cotesti vent’anni vorreste che somigliasse l’anno venturo?

VENDITORE: Io? non saprei.

PASSEGGERE: Non vi ricordate di nessun anno in particolare, che vi paresse felice?

VENDITORE: No in verità, illustrissimo.

PASSEGGERE: E pure la vita è una cosa bella. Non è vero?

VENDITORE: Cotesto si sa.

[omissis]

PASSEGGERE: Oh che vita vorreste voi dunque?

VENDITORE: Vorrei una vita così, come Dio me la mandasse, senza altri patti.

PASSEGGERE: Una vita a caso, e non saperne altro avanti, come non si sa dell’anno nuovo?

VENDITORE: Appunto.

PASSEGGERE: Così vorrei ancor io se avessi a rivivere, e così tutti. Ma questo è segno che il caso, fino a tutto quest’anno, ha trattato tutti male. E si vede chiaro che ciascuno è d’opinione che sia stato più o di più peso il male che gli è toccato, che il bene, se a patto di riavere la vita di prima, con tutto il suo bene e tutto il suo male, nessuno vorrebbe rinascere. Quella vita ch’è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la futura. Coll ’anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero?

VENDITORE: Speriamo.

PASSEGGERE: Dunque mostratemi l’almanacco più bello che avete. VENDITORE: Ecco, illustrissimo. Cotesto vale trenta soldi.

PASSEGGERE: Ecco trenta soldi.

VENDITORE Grazie, illustrissimo; a rivederla. Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi.

 

G. Leopardi, Dialogo di un venditore di almanacchi e di un passeggere, da da Operette morali, a cura di C. Galimberti, Guida, Napoli, 1998

 

Come ogni fine anno, è tempo di bilanci.

Il 2023 si chiude peggio di come fosse iniziato: con una guerra, quella tra Israele e Palestina (e, in parte, alcuni paesi limitrofi), iniziata con un brutale attacco terroristico e proseguita con una reazione altrettanto efferata che ha spesso e ingiustamente colpito la popolazione civile.

Anche il conflitto tra Ucraina e Russia si è trascinato lento e inesorabile, senza grandi sussulti da ambo i lati, in compenso con il suo stillicidio di morti e di miliardi spesi inutilmente (almeno per chi da quel commercio non trae vantaggio economico) in armi.

Gli equilibri mondiali non sono anch’essi particolarmente mutati, anche se l’avvicinarsi a Putin degli Emirati Arabi Uniti e dell’Arabia Saudita – storici alleati degli U.S.A. – lascia presagire, in un futuro oramai prossimo, un cambiamento degli assetti del potere internazionale a svantaggio dell’occidente legato alla NATO.

Per quanto concerne l’Italia, è stato il primo anno (intero) del governo Meloni che, tra le acque agitate di una situazione di perdurante inflazione (assestatasi al 5,7%, a cui però si deve sommare l’8,7% del 2022), ha tentato di non scontentare troppo l’opinione pubblica italiana, stando tuttavia (parimenti) attento a non scontrarsi troppo con i censori dell’U.E., sempre rigidi (salvo durante il corso della pandemia da Covid-19) a preservare i bilanci pubblici da situazione di eccessivo deficit.

In questo contesto, tra gli italiani hanno serpeggiato evidenti criticità, da un lato, legate all’implementato costo dei mutui e al generalizzato calo del potere d’acquisto di stipendi e pensioni, dall’altro, a una situazione di stagnazione economica che non solo fa rimpiangere il ruggente periodo del c.d. “miracolo economico italiano”, ma anche gli anni Settanta e Ottanta del Novecento, in cui il lavoro precario quasi non esisteva e il tenore di vita permetteva quasi a tutti di comperarsi non solo la prima casa, ma anche – spesso – una seconda e, qualche volta, uno o più alloggi per i figli.

Con uno sguardo (generalmente) preoccupato verso il futuro, rispetto al quale ancora non si comprende quali prospettive ed esiti (positivi e negativi) possa avere l’intelligenza artificiale, pure nel 2023 la popolazione italiana ha continuato a invecchiare (secondo l’Istat, nel triennio 2020-2023, l’età media è passata dai 45,7 ai 46,4 anni) e a diminuire, scendendo sotto la soglia dei 59 milioni di residenti, con un calo di nascite di 7mila unità rispetto al 2021 (-1,7%) e di ben 183mila nuove vite in meno (-31,8%) se il dato viene raffrontato al 2008.

Il decremento demografico, oltre a rappresentare il declino di una nazione, porta con sé una seconda preoccupazione. Se, infatti, nel 1971 in Italia si contava un bambino per ogni anziano, nel 2023 per ogni bambino con meno di 6 anni, ci sono circa 5,6 anziani. Non ci va una scienza a comprendere come, nel medio-lungo termine, tale proporzione non possa in alcun modo funzionare.

Oltre a tante ombre, il 2023 ha portato qualche luce. Solo per portare un esempio, il Governo ha approvato una riforma dell’IRPEF che alleggerirà i ceti medi (ovvero coloro i quali percepiscono un reddito lordo tra gli € 15.000 e gli € 28.000), prima sottoposti all’aliquota del 25% e ora del 23%. Non è tantissimo, ma è sicuramente un passo avanti.

Inoltre, ogni fine d’anno porta con sé una certa dose di speranza che è un sentimento in larga misura irrazionale, bensì – in compenso – indispensabile perché ci permettere di credere in qualcosa di bello e di positivo per il nostro domani, quasi il mondo dovesse dischiudersi dopo un temporale e lasciare il posto al sereno.

Ed allora, come nel dialogo tra il venditore di almanacchi e il “passeggere”, magistralmente illustrato da Leopardi, pur senza eccessivo ottimismo, ma comunque con un certo barlume di speranza, anche noi “comperiamo in nostro almanacco nuovo” e auguriamo buon 2024 a tutti!

 

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Articolo pubblicato il 29/12/2023