La serie cult dello scorso anno si trasforma in gioco reale. Netflix sta preparando un reality ispirato alla famosa serie. Per riuscire nell’intendo sta selezionando 456 giovani concorrenti desiderosi di cimentarsi nelle prove a cui dovranno sottostare.
Ovviamente, nel reality, nessuno morirà. Quando si verrà eliminati si tornerà semplicemente a casa senza aver vinto nulla.
Ma perché 456 giovani baldanzosi dovrebbero partecipare a questo reality? Semplice!! In palio ci sono ben 4,56 milioni di dollari.
Un premio di tutto rispetto direi e allo stesso tempo motivante come leva a partecipare.
Le selezioni sono iniziate e per candidarsi i requisiti sono:
avere almeno 21 anni
un inglese fluente
essere disponibili per un periodo di quattro settimane dall’inizio del 2023 per le riprese.
Il numero dei concorrenti è lo stesso della serie con Seong Gi-hun come protagonista principale, chiamato anche Giocatore 456.
La serie, di origine sudcoreana , racconta la storia di persone che, essendo indebitate, competono per un enorme premio in denaro in una serie mortale di giocattoli per bambini.
Squid Game detiene il record per la serie Netflix più popolare di tutti i tempi. E’ stata visionata da 111 milioni di utenti nei suoi primi 28 giorni di messa in onda.
Lo stesso direttore, scrittore e produttore esecutivo di Squid Game, Hwang Dong-hyuk, solo qualche giorno fa ha lasciato una dichiarazione:: "Ci sono voluti 12 anni prima che la prima stagione di Squid Game prendesse vita l'anno scorso. Ma ci sono voluti 12 giorni perché Squid Game diventasse la più popolare Serie Netflix".
La stessa piattaforma ha dichiarato l’imminente uscita della seconda serie in 10 episodi. In questa nuova serie vi sono novità importanti sia di strategia che di sviluppo del gioco. Netflix ha dichiarato: "Mentre i giocatori competono attraverso una serie di giochi ispirati alla serie originale - oltre a nuove incredibili aggiunte - le loro strategie, alleanze e carattere verranno messi alla prova, mentre i concorrenti vengono eliminati intorno a loro".
Articolo di
Sergio Audasso
