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Politica
Nicola Gratteri bacchetta la politica
Il Procuratore capo di Napoli non ha dubbi: "Non si è investito in istruzione e in cultura".
Articolo di Andrea Elia Rovera
Pubblicato in data 03/01/2024

Da diverse settimane il mainstream dell’informazione non fa altro che dirci come sia necessario educare i nostri giovani – specie se maschi – al rispetto delle donne, al rispetto delle differenze di genere, al rispetto delle piante e dell’ambiente ma nessuno – ed è bene sottolineare la parola “nessuno” – ha pensato di dire che i giovani – tutti e non solo i maschi – devono essere educati e formati al rispetto.

Per fortuna in Italia c’è qualcuno che non ha paura di andare contro al pensiero dominante e di dire chiaramente quel che pensa. Stiamo parlando del Procuratore capo di Napoli, Nicola Gratteri, che, parlando al grande pubblico, ha detto: “Oggi i ragazzi, grazie al consumismo e alle multinazionali, vedono gli insegnanti degli sfigati. Quando l’insegnante arriva a scuola con la Panda, con la Clio, con la Polo, è un fallito agli occhi dei ragazzi”.

Come dar torto al dottor Gratteri? I giovani oggi vengono educati soprattutto all’apparire più che all’essere.

Infatti il Procuratore capo di Napoli insiste: “Il modello dei ragazzi qual è? E’ il cafone che arriva la sera davanti al pub col SUV da centomila euro e vestito tutto luccicante come un carretto siciliano, quello è il modello vincente”.

Il noto – ma purtroppo poco ascoltato magistrato – sa bene di cosa parla. I suoi molti anni alla Procura di Catanzaro lo hanno forgiato e temprato.

Nel parlare del “cafone”, infatti, si è ispirato ai rampolli delle famiglia di ‘ndrangheta che sfoggiano i loro macchinoni, il loro abbigliamento pacchiano, e il loro denaro non guadagnato onestamente ma carpito con espedienti.

Averne tanti di magistrati così coraggiosi in Italia! Non a caso, il dottor Gratteri vive sotto scorta dal lontano 1989 e – per questo – vive una vita ben diversa da quella che avrebbe certamente sognato.

Ma egli non ha timore e, diciamocelo con franchezza, manco peli sulla lingua. Quando deve dire qualcosa la dice e, se gli altri si offendono, non se ne cura.

A tal proposito, parlando dei giovani alla politica, ha tenuto a sottolineare: “Non si è investito in istruzione e in cultura”.

Queste parole sono quanto mai importanti in vista delle prossime Elezioni Europee del 9 giugno 2024. La politica deve prendere atto di ciò che succede nel Paese, nei quartieri difficili, nelle periferie esistenziali delle nostre città.

Senza queste conoscenze e queste accortezze si continueranno a creare orde di “cafoni” e di “buzzurri” senza arte né parte.

Ci ripromettiamo di tornare sul tema.

 

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