Rapite altre 60 ragazze in Nigeria, l'agenzia Misna al governo di Abuja: accordo inesistente con i fondamentalisti
Fonte: Nigrizia.it

Venerdì 16 ottobre era stata annunciata una tregua tra governo e terroristi. L'organizzazione Boko Haram però non si placa e rapisce altre 60 giovani donne. Ma l'accordo tanto ostentato dal governo, esisteva davvero?

Di questi tempi, c'è violenza un po' dappertutto: feroci guerriglie, guerre dichiarate e guerre latenti investono un numero sempre più elevato di Paesi. Vero è che non vi sono mai stati periodi storici esenti da violenze, ma una importante differenza con il passato è che sicuramente oggi le informazioni  si spostano molto più rapidamente e sono praticamente trasmesse istantaneamente, sopratutto grazie all'ausilio di internet e dei social network.

 

Non tutti gli argomenti però vengono trattati con la stessa intensità: di alcuni si discorre meno e in certi casi poi neppure vi si fa riferimento nei telegiornali nazionali.

Questo accade ad esempio per quel che riguarda gli ultimi gravi avvenimenti nigeriani, dei quali solo sul web si può trovare qualche informazione più dettagliata.

 

Cosa sta succedendo in Nigeria? Qualcuno di voi forse si ricorderà del rapimento delle 276 studentesse da parte dell'organizzazione terroristica Boko Haram, il 14 aprile scorso. Ebbene dopo diverse false dichiarazioni da parte di un portavoce dell'esercito nigeriano riguardo la salvezza della maggior parte delle ragazze, oggi di 219 studentesse si sono perse le tracce.

Un mese dopo il rapimento infatti, il leader di Boko Haram Abubakar Shekau aveva diffuso un video in cui diceva che le studentesse sarebbero “rimaste schiave con noi”.

 

Come se questo non bastesse, Boko Haram ha recentemente rapito indisturbatamente altre 60 ragazze nel nord-est della Nigeria, nonostante il raggiungimento di una tregua con il governo annunciata il 16 ottobre.

A rendere noto il rapimento è l'agenzia Misna che sottolinea quanto questo ultimo rapimento, “mette in dubbio le trattative tra il governo di Abuja e i ribelli per il rilascio delle 200 ragazze di Chibok rapite lo scorso aprile”.

Una trattativa che, visti i recenti sviluppi, pare non sia mai avvenuta.

 

Ma chi è Boko Haram e chi lo capeggia? È un gruppo estremista nato in Nigeria, attivo soprattutto nel nord-est del paese (la sua influenza si estende anche in diverse zone dell’ovest e del sud).

Il leader di Boko Haram è Abubakar Shekau, conosciuto per la brutalità e violenza dei suoi attacchi: Shekau nel maggio di quest’anno è stato definito dal Dipartimento di stato americano “l’uomo più ricercato dagli Stati Uniti in Africa”. In maggio l’amministrazione Obama ha inviato 80 consiglieri militari in Ciad (che confina a ovest con la Nigeria) per “sostenere l’operazione di intelligence, sorveglianza e ricognizione aerea nelle missioni sopra il nord della Nigeria e nelle aree circostanti”.

Secondo le stime della John Hopkins School of Advanced International Studies, solo nel 2014 ha ucciso 5.100 nigeriani.

 

L'unica certezza per ora rimane che questo mese 27 ostaggi detenuti dagli islamisti nel nord del Camerun sono stati liberati. Secondo il portale di informazione Sahara Reporters, la liberazione avrebbe previsto come contropartita, consegna di armi, liberazione di islamisti in carcere e almeno 400.000 dollari di riscatto. Risorse preziose perché Boko Haram possa continuare a operare, bloccando i progetti di prospezione del territorio per la ricerca del petrolio, lasciando a secco la Nigeria. Ad oggi infatti, il greggio del Lago Ciad è esportato verso il porto di Le Havre, in Francia.

Chissà, magari che Boko Haram riuscirà con questi continui riscatti ad ampliare il “califfato” proclamato ad agosto nel nord-est della Nigeria, guarda caso proprio sulle sponde occidentali del Lago Ciad.

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Articolo pubblicato il 31/10/2014