"Civico20" a “tu per tu” con Piero Fassino sulla città di Torino: dalla viabilità cittadina, all’occupazione abusiva dell’ex Moi

Se una volta era Per passione, oggi è Per amore di Torino. Il candidato Piero Fassino risponde alle nostre domande sul passato e sul futuro della città

Si ritiene soddisfatto di come ha amministrato la città di Torino?

Credo che i torinesi possano rinnovare in noi la loro fiducia sulla base di ciò che hanno visto: l’esempio più evidente è la cultura. Quando cinque anni fa dissi “facciamo di Torino una grande città di cultura, trasformiamola in una importante destinazione turistica”, fui guardato con scetticismo. Ebbene, cinque anni dopo possiamo dire di esserci riusciti: Torino è la città italiana con la più larga offerta culturale, superiore a Milano e persino Roma.

Questo dimostra che siamo in grado di fare e non solo di dire: abbiamo detto “ridurremo il debito” e poi lo abbiamo ridotto, senza tagliare i servizi ai cittadini.

Può spiegare ai lettori di Civico20news com’è riuscito a ridurre di quasi 600 milioni di euro il debito della città?

Agendo su più fronti contemporaneamente, ad esempio abbiamo aperto le società pubbliche a soci privati, mantenendo comunque la presenza del pubblico e quindi liberando risorse. Inoltre abbiamo alienato immobili non indispensabili e rinnovato l’organizzazione comunale, riducendo il personale.

Molti cittadini sono preoccupati riguardo ciò che concerne la realizzazione di un parcheggio privato dove si trovano le famose gallerie Pietro Micca: in un servizio realizzato da “Striscia la Notizia” si parlava addirittura di 86 metri di gallerie già distrutte, può tranquillizzarli?

Certo, quando gli scavi hanno fatto emergere le gallerie abbiamo bloccato i lavori. Ora il progetto è stato modificato: per non danneggiare le gallerie, il parcheggio sarà fatto arretrare e le gallerie saranno salve visitabili quando prima neppure lo erano, proprio grazie a questo parcheggio. Se non avessimo iniziato i lavori a nessuno sarebbe venuto in mente di fare lo scavo, nessuno in questi anni voleva cercare queste gallerie. Tutti questi innamorati di Pietro Micca prima non c’erano.

La viabilità cittadina presenta delle criticità: molti dei luoghi d’interesse come il campus Luigi Einaudi ad esempio son mal collegati, inoltre abbiamo una sola linea della metro ed è ancora da terminare, cosa che ha portato disagi anche ai commercianti di via Nizza. In caso fosse nuovamente eletto sindaco come pensa di intervenire?

Purtroppo c’è stato un anno di blocco, a causa del fallimento dell’azienda che doveva costruirlo, si è dovuto cambiare azienda. Stiamo investendo sulla mobilità cittadina in tre modi diversi: il primo riguarda il completamento della linea uno della metropolitana verso piazza Bengasi e verso Rivoli (quella in direzione piazza Bengasi potrà essere completa già nella primavera del 2017). Verso rivoli invece, i lavori stanno proseguendo e nel 2017 avremmo due tratte che ci porteranno fino a Cascine Vica.

Un altro investimento riguarda la ferrovia metropolitana: otto linee a cui se ne aggiungeranno altre due per consentire ai cittadini residenti fuori città di poter arrivare in tutta l’area metropolitana. In ultimo la seconda linea della Metropolitana, per la quale è in corso il bando per la scelta del progettista.

Riguardo il problema delle strutture occupate in città, come ad esempio l’ex Moi, come pensa di agire in caso di rielezione?

Siamo i primi interessati a cercare delle soluzioni a questo problema. Va tuttavia detto che non è stata la città a creare questo problema, è stato causato da una decisione francamente poco comprensibile, del governo Letta nel 2013, che decretò che l’emergenza Africa dell’epoca fosse cessata e io non conosco emergenze che cessino per decreto, ma la conseguenza di quella decisione presa senza consultare i comuni che avevano quei rifugiati, è che di colpo essi sono divenuti clandestini: non avevano più copertura e status, quindi si sono aggregati tutti all’ex Moi. Da allora la situazione esistente è critica, sono il primo a sapere che lo è, infatti stiamo cercando una soluzione. Dovremmo governare una criticità che ci è piovuta addosso e non abbiamo creato noi. Peraltro vorrei dire che in questo momento, dei 1300 rifugiati che abbiamo in città, sono tutti ospitati in strutture comunali, o di parrocchie e associazioni di volontariato non governative, sono tutti ospitati senza criticità e lo stato eroga un contributo per il loro mantenimento. Di recente abbiamo fatto un bando per sollecitare queste persone a restituire alla comunità questa ospitalità, mettendosi a disposizione per lavori socialmente utili e in molti hanno aderito.

Per i festeggiamenti del decennale delle Olimpiadi a Torino, sono stati spesi circa 350 mila euro: l’opposizione ha ritenuto questa scelta una mossa autocelebrativa con scopi elettorali, una “rievocazione dei fasti olimpici per suggerire ai cittadini che tutto vada bene”, cosa risponde a queste parole?

Le Olimpiadi sono state un evento straordinario, nel cuore e nella memoria di tutti i torinesi, celebrarne il decennale è stato giusto. Gli oneri che abbiamo sostenuto non sono stati significativi perché abbiamo beneficiato di alcuni sponsor…

Dunque non si trattava di soldi dei cittadini?

Esatto. Dirò di più, quel giorno pioveva e nonostante questo la città era piena di gente, ci fosse stato il sole Torino sarebbe stata invasa a dimostrazione del fatto che la città è orgogliosa delle olimpiadi e dunque celebrarle non è uno spreco: le cose di cui una città è orgogliosa vanno celebrate.

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Articolo pubblicato il 03/05/2016