Victor Vegan e "Le ragioni dell'altro"

Il suo film dedicato alla Beata Bartolomea Carletti fa cinquina con riconoscimenti in importanti contest online

Per il regista chivassese Victor Vegan, il flusso inarrestabile delle vittorie si fa ancora sentire: il suo recentissimo film “Le ragioni dell'altro” fa cinquina, guadagnando riconoscimenti in importanti contest online.

I premi internazionali includono due al Myanmar Film Critics Award birmano, uno al Phuket International Film Festival tailandese, uno al Mont. Blanc International Film Festival di Parigi e uno al 14esimo Global Cinefest di Lisbona. Da non dimenticare le selezioni al Maharaja Film Festival del Gujarat indiano e al World Film Carnival di Singapore.

Victor Vegan, che ama la settima arte sin da bambino, ha deciso di concentrarsi su un personaggio locale, la Beata Bartolomea Carletti, Vergine clarissa. Bartolomea, nata a Chivasso tra il 1425 e il 1435, dedicò la sua vita alla preghiera e all'assistenza ai bisognosi, fondando una comunità di terziarie francescane che diede vita a un monastero di sorelle di Santa Chiara.

Abbiamo rivolto alcune domande al regista chivassese, che si è dichiarato estremamente soddisfatto malgrado lo scarso ritorno dalla sua partecipazione al 77esimo Film Festival di Salerno.

 

Quali sono le ragioni dietro il successo di "Le ragioni dell'altro"?

È sempre difficile capire cosa piace alla gente, ma in questo caso, anche se il paragone tra me e il grande Luigi Comencini con il suo “Le avventure di Pinocchio” è improponibile, mi sento onorato di avere attori e attrici di alta levatura come ebbe lui. Anche i miei hanno rivestito i ruoli assegnati nel modo migliore. Di ognuno di loro bisognerebbe parlare altrettanto, persino di quelli che hanno recitato per la prima volta.

È corretto affermare che il tuo stile unico, sia nella sceneggiatura che nella realizzazione, a volte rappresenta un ostacolo nel conseguire finanziamenti che potrebbero migliorare significativamente il prodotto finale?

Effettivamente, sono già al mio ottavo lavoro e non sono mai in grado di presentare le sceneggiature dei miei progetti in tempo per ottenere finanziamenti. Partendo da una sinossi e tenendo conto degli attori che trovo e delle circostanze, comprese le location, mi trovo in uno stato di flusso inarrestabile quando sono ispirato. Mi sento come un pittore che deve completare il suo quadro e non può fermarsi per non perdere l’estro.

Quali sono state le location che ti hanno aiutato a realizzare questo film?

Il film è stato girato principalmente a Chivasso, mentre le scene d'epoca sono state realizzate in due suggestive location: il castello di Sannazzaro a Giarole, in provincia di Alessandria, e persino il ricetto di Candelo, nei pressi di Biella. Entrambi luoghi suggestivi che mi hanno offerto uno sfondo ricco e coinvolgente.

Parlaci a questo punto degli attori.

Certo: innanzitutto ho richiamato attori come Giuseppe Cristofaro, Rosa Fortunato, Ciro Petrilli, Luciano Romano e Marco Serra Degani che hanno contribuito a farmi vincere un premio come miglior regista a Myanmar in Birmania per il film precedente “Libertà per credere” e ho selezionato nuovi attori e attrici che prima non conoscevo mediante un casting come Chiara Piscitelli per il ruolo di Edwige Andreone, la protagonista cristiana valdese che ha portato sullo schermo la complessità e la profondità del suo personaggio.

La sua interpretazione offre uno sguardo penetrante sulla storia e sulla fede, contribuendo in modo significativo alla trama del film.

Come hai scelto il cast e quali sono le caratteristiche chiave degli attori?

Piero Cognasso è stato il miglior attore possibile per la straordinaria interpretazione del beato Angelo Carletti ed anche il disegnatore di mobili, mentre Lorenzo Guida, nel duplice ruolo di conducente autobus e Amedeo IX di Savoia, ha aggiunto varietà e versatilità al cast oltre che avermi aiutato anche come produttore. Stefano Fracchia con la sua armatura è stato fantastico.

Adolfo Zagatti, interpretando il ruolo dello zio di Raffaele e del vescovo di fine Quattrocento, ha contribuito alla complessità delle relazioni familiari all'interno della storia. Vincenzo Giaconia, co-protagonista interpretando Amedeo, offre una performance coinvolgente, mentre Giorgio Baietti e Giuseppe Schippa aggiungono profondità al film con le loro interpretazioni di se stessi, anche se Schippa ha impersonato Mario Pirrello, evidenziando l'interesse sui Catari, Chiara, San Francesco e Maria Maddalena. Il cast è completato da Alessandro La Noce e Deborah Caporale nei ruoli dei pastori protestanti, avventista e valdese, con Graziella Porro, nel ruolo della zia molto credibile come sempre, Rosa Fortunato e Loredana Sileo che hanno contribuito con le loro interpretazioni a rendere gli incontri tra Raffaele e gli oratori della conferenza più interessante.

La cura degli abiti d'epoca, grazie a Stella e Rosina Palermo, Giuseppe Cristofaro e Franco Casa nei ruoli dei genitori, aggiunge un tocco autentico e visivamente accattivante al film, per non parlare del preside brillantemente interpretato da Mauro.

Grazie Victor, complimenti!

 

© 2023 CIVICO20NEWS - riproduzione riservata

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 05/12/2023