Renzi mette sotto l'albero d(oni)dl per Berlusconi e per le grandi aziende, sul bigliettino si legge: “perchè più si è ricchi più si può evadere”

Infervora la polemica sul decreto dono renziano dell'ultimo minuto (ma giusto in tempo per Natale), che consentirebbe l'impunità per i grandi evasori e la cancellazione della condanna per Silvio Berlusconi

Che Renzi fosse lo scudiero (quello di matrice medievale, non sicuramente quello araldico posteriore) dei poteri forti lo si era già compreso, ma con l'articolo 19bis della delega fiscale ce lo ha addirittura urlato da sopra il suo cavallo.

Già, perché non solo porta alto lo scudo del suo signore “il cavaliere B”, ma anche quello dei ricchi-super-ricchi. Il documento vergato tra il 29 e il 30 dicembre rende non punibile chi evade le imposte sui redditi in maniera non superiore al 3%, così facendo vengono favorite le grandi aziende: una azienda che fattura 1 miliardo di euro, non sarebbe penalmente perseguibile fino 90 milioni di euro di evasione. Mentre per le piccole-medie aziende la pena scatterebbe immediatamente, come se fossero le piccole ditte e le loro possibili evasioni fiscali a mandare l'economia italiana sul lastrico.

La norma è stata palesemente criticata da Franco Gallo, ex presidente della Corte costituzionale e presidente della Commissione del Tesoro, che ha studiato l’intera delega fiscale: “quella norma la ritengo radicalmente errata, tecnicamente e in termini di politica legislativa, perché porta con se la soglia di una non punibilità per i reati di dichiarazione fraudolenta mediante artificio”, spiega oggi al Corriere della Sera. “Questo non è accettabile, non solo perché tocca Berlusconi. La frode di per sé richiede una punizione”.

E' grave predisporre un decreto ad hoc che cancella in una sola passata (meglio di molti detersivi che abbiamo sul mercato) la condanna di Berlusconi, interdetto dai pubblici uffici, restituendogli così la possibilità di ricandidarsi?

Sì, è grave. Va detto che a Natale si è tutti più buoni , ma inserire un ddl (dono decreto legislativo) all'ultimo minuto, di soppiatto, sotto l'albero è una esagerazione.

Che non si dica poi che “la norma non sarebbe stata applicabile a Silvione”, perché è una pura (forse ignorante) menzogna e non sono solo alcuni giornali a sostenerlo, ma anche Franco Coppi, avvocato di Berlusconi:”la norma potrebbe cancellare una sentenza definitiva a patto che la modifica si sovrapponga al fatto reato”.

E' grave inoltre, che una norma di questo tipo favorisca la frode fiscale delle grandi aziende, suggerendo che più si è ricchi e più si è lecito evadere?

Sì.

Senza dimenticare che il padre di Renzi, è indagato per bancarotta fraudolenta.

Ma verificate con i vostri occhi e con le vostre meningi, il testo del decreto legislativo, che in quanto tale è preventivamente approvato dal Parlamento tramite “legge delega” (ma è consuetudine  sottoporre i decreti legislativi all’approvazione delle commissioni parlamentari competenti anche se il loro parere non è vincolante):

Per i reati previsti dal presente decreto, la punibilità è comunque esclusa quando l’importo delle imposte sui redditi evase non è superiore al 3% del reddito imponibile dichiarato o l’importo dell’imposta sul valore aggiunto evasa non è superiore al 3% dell’imposta sul valore aggiunto dichiarata. Per tali fatti sono raddoppiate le sanzioni.

Ciò che sicuramente salta subito agli occhi è che la norma, è scritta male e dunque sarà sicuramente più arduo districarsi all'interno della questione legale.

Comprensibile l’intento di non ingolfare i tribunali, ma quando le soglie di non punibilità sono espresse in termini percentuali, gli importi tollerati possono diventare altissimi, e crescono al crescere della ricchezza del contribuente. Il tutto, bisogna ricordarlo ogni tanto, in un Paese in cui l'evasione fiscale arriva a toccare i 180 miliardi di euro all'anno.

In Germania invece, la scure penale arriva veloce come una ghigliottina: basta infatti tener nascosto un solo euro all'erario per sentirne il freddo metallo accarezzarti il collo. Certo, gli scudieri in Germania venivano riuniti in squadroni e inviati a frotte come cavalleria leggera (privi di armatura o con armature leggere) dopo i primi scontri e dopo il caracollo.

Purtroppo queste pratiche a quanto pare, non sono ad oggi, mai sbarcate in Italia.

 

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Articolo pubblicato il 06/01/2015