9 maggio

Il settantesimo anniversario della vittoria sul nazismo visto dall'Ucraina

Era attesa e temuta la data del 9 maggio in Ucraina, molte le segnalazioni dei servizi circa la possibilità di infiltrazioni terroristiche per destabilizzare ulteriormente il paese. Per fortuna le celebrazioni per il settantesimo anniversario della vittoria sul nazismo si sono svolte in un'atmosfera pacifica ed assolutamente tranquilla. Per le strade molta polizia a controllare discretamente il fiume umano che si è riversato per le strade centrali della capitale e nei luoghi simbolo della seconda guerra mondiale come il memoriale al milite ignoto.


In mattinata il Presidente Poroshenko ha tenuto un discorso sui valori fondanti l'Europa del dopoguerra nata dalla sconfitta del nazifascismo. Nessuna parata militare, a differenza di quella imponente di Mosca, ma tante famiglie e bambini per le strade pronte ad omaggiare i “veterani” che si incontravano per le vie di Kiev vestiti con le loro divise sulle quali spiccavano tutte le decorazioni. Spesso capitava di vedere anche i veterani fermarsi e salutare militarmente giovani soldati di ritorno dal fronte orientale, un simbolico passaggio di testimone tra due generazioni lontane accomunate dalla lotta per la libertà.


Diversi i gruppi musicali che si sono alternati sulla via Kreshatyk, artisti di strada e saltimbanchi ma nessun mezzo militare e nessuna dimostrazione muscolare a testimonianza del fatto che il popolo Ucraino desidera la pace e non ama particolarmente le parate militari.


Diverse le notizie che giungono dalle due città occupate dai terroristi della DNR e LNR, a Donetsk infatti vi è stata una imponente parata militare con mezzi Russi che testimonia il fatto che gli accordi di Minsk 2 sono carta straccia e che l'azione dell'OSCE è praticamente nulla. L'accordo di Minsk 2 prevedeva il ritiro degli armamenti pesanti in una zona esterna di Donestk di almeno 30 km mentre oggi si è visto tutto l'armamentario fornito dalla Russia essere ancora presente all'interno della città.


Nella città di Alcevsk, vicino a Lugansk, invece hanno sfilato anche gli Italiani che combattono nella Brigata Internazionale Comunista a fianco delle truppe russe e serbe presenti nella zona. Da informazioni sul campo sembrerebbero essere circa 22 i foreign fighter Italiani che da mesi combattono in questa zona.


In generale è stata una giornata senza incidenti dove due fronti e due modi di vedere il futuro del proprio paese hanno festeggiato lo stesso avvenimento accusandosi a vicenda di essere fascisti. Forse aveva ragione Churchil quando sosteneva che “i fascisti del futuro si faranno chiamare antifascisti

               
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Articolo pubblicato il 09/05/2015