E’ iniziata la guerra informativa in Italia

E’ iniziata la campagna elettorale in Italia e di conseguenza è iniziata la “guerra informativa”.

Il modello è quello oramai usato a livello globale a partire dalla guerra in Ucraina, alla Brexit, alle elezioni in USA del 2016 per arrivare alle elezioni francesi e tedesche passando per Austria, Moldavia, Ungheria e Polonia

Ora tocca all’Italia. Il disegno è chiaro ed anche annunciato, demolire la credibilità delle Istituzioni Europee per far collassare il progetto di Unione Europea e sostituirlo con quello euroasiatico a guida russa.

Ma se non ci concentriamo sull’aspetto politico e ci concentriamo invece sull’aspetto tecnico e logistico di come si va in “battaglia” tutto risulta più chiaro. Deve essere chiaro che siamo all’interno di una “guerra ibrida” e che che le tecniche che verranno utilizzate sono state studiate da esperti di comunicazione all’interno di accademie militari. Questa collaborazione, che deriva dalla visione di guerra ibrida del Capo di Stato maggiore Valery Gerasimov, ha rafforzato il vecchio concetto di desinformazya russo adattandolo alle moderne esigenze ed ai nuovi campi di applicazione.

Le prima azioni che si svolgono in una guerra classica sono quelle di acciecare i sistemi di difesa avversari così da assicurarsi il predominio ad esempio nei cieli con l’aviazione.

Nella guerra di disinformazione l’equivalente è quello di demolire la credibilità di chi ti contrasta, come ad esempio i vari siti di debunking che in maniera scientifica tentato di dimostrare quando una notizia è falsa.

Nella migliore tradizione dell’applicazione dello schema 4 D (Distort, Distract, Dismiss, Dismay) il primo attacco della disinformazione va proprio a coloro che hanno come attività principale quella di contrastarla efficacemente. Portiamo alcuni esempi :

Il 12 novembre sul Giornale appare un articolo a firma Nicola Porro dal titolo inequivocabile “La truffa delle Fakenews” dove si argomenta in pratica che chi fa debunking in realtà è il principale promotore della disinformazione. Due giorni dopo Porro ospita a Matrix Gian Micalessin e manda in onda un servizio “costruito” pieno di inesattezze e notizie false, servizio che è stato analizzato da StopFake. Tale analisi è stata inviata alla redazione di Matrix, redazione che ha anche ricevuto la lettera di richiesta di chiarimenti da parte dell’Ambasciata Ucraina in Italia. Ovviamente la redazione non ha risposto a nessuno, quella è la versione “ufficiale”, poco importa se qualcuno l’ha contrastata… in fondo la contestazione arriva da chi “truffa con le FakeNews”.

Stesso trattamento riceve StopFake pochi giorni dopo quando su LA7 viene proposto all’interno del programma Piazza Pulita di Corrado Formigli un servizio nel quale si attribuisce ad un gruppo separatista polacco la patente di “nazionalisti ucraini”.

Proseguendo in queste convulse giornate di inizio campagna elettorale troviamo Di Maio che chiede l’intervento dell’OSCE per il pericolo “Fake News”, quando tutti sappiamo benissimo che le numerose pagine social e siti web legati al M5S sono tra i principali produttori di disinformazione, vedi la falsa foto che ritrae Maria Elena Boschi al funerale di Totà Riina condivisa su quasi tutte le pagine pro M5S,

Come dimostrato anche dall’inchiesta del NYT vi è una catena logistica strettamente interconnessa tra partiti e movimenti italiani che rispondono a delle precise direttive provenienti dal Cremlino con lo scopo di far vincere alle prossime elezioni in Italia una coalizione anti europea. Siti e pagine del M5S gestite dai responsabili della comunicazione della Lega di Salvini.

In questa guerra informativa l’obiettivo iniziale è quello di mettere a tacere le “difese” europeiste per avere poi campo libero nel disseminare notizie false o comunque distorte che minino la credibilità del progetto europeo. Nulla è lasciato al caso, vi sono precisi protocolli da seguire, così come avviene in qualsiasi “operazione di guerra” classica.

Siamo solo all’inizio… stay tuned !

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Articolo pubblicato il 27/11/2017