Paura e delirio a Las Vegas, il viaggio lisergico della "cattiva letteratura"

Analisi del film cult diretto dall'eclettico regista Terry Gilliam

Ci sono film che entrano ben presto nell'immaginario collettivo per diversi motivi. Alcuni descrivono un determinato periodo storico o usi e costumi. Altri invece diventano immortali per il solo significato di ciò che rappresentano.

E' il caso del film Paura e Delirio a Las Vegas, pellicola del 1998 diretta dall'eclettico regista britannico Terry Gilliam.

Il film è tratto da un romanzo pubblicato nel 1971 in due puntate sulla rivista musicale americana Rolling Stones scritto dal giornalista e scrittore Hunter S. Thompson e intitolato Paura e disgusto a Las Vegas.

Hunter Thompson, personaggio stravagante e irriverente, è considerato l'inventore del Gonzo Journalism, ovvero un particolare stile di scrittura giornalistico secondo il quale il giornalismo può essere veritiero senza essere rigidamente obiettivo.

Fin dalle prime scene il film è un immenso viaggio lisergico lungo centodiciotto minuti che vede protagonisti Raul Duke/Hunter S. Thompson e il suo avvocato Dr. Gonzo/ Oscar Acosta (magistralmente interpretati rispettivamente da Johnny Depp e Benicio del Toro).

Raul Duke viene incaricato dalla redazione del suo giornale di recarsi nel deseeto intorno a Las Vegas per seguire la corsa motociclistica off road Mint 400.

Ad accompagnare Duke in questa impresa c'è il suo corpulento avvocato samoano, il Dr. Gonzo.

I due, grandi consumatori di sostanza psicotrope, ne approfittano per trasformare il tutto in una settimana all'insegne degli eccessi e alle allucinazioni di droghe illegali senza alcun tipo di freno inibitore.

I due noleggiano una macchina decapottabile rossa con la quale sfrecciano lungo il deserto del Nevada in direzione di Las Vegas.

Qui incontrano il fotografo portoghese Lacerda, il quale gli ricorda di non perdere la corsa del giorno seguente.

Ed ecco che la stanza dell'albergo presso i quale soggiornano Duke e Dr. Gonzo diventa una sorta di porta verso una nuova e lisergica dimensione, dove sfogare i primi effetti delle droghe psicotrope.

Ma le cose assumeranno imprevedibili conseguenze, anche per la voglia irrefrenabile di Duke e Gonzo di provare ogni sorta di eccesso, anche a livello sociale.

Dopo una notte passata a fare un consumo smodato di etere, Duke si risveglia senza il suo amico azzeccagarbugli che lo ha abbandonato con l'impulsiva decisione di tornare a Los Angeles.

Giunto nella Città degli Angeli Duke prenota una stanza in un lussuoso hotel in cui trova Gonzo, il quale ha adescato una giovane pittrice.

I due cercano così, con non poca fatica, di liberarsi di ulteriori e ben più gravi guai defilandosi da quella strana situazione.

Paura e delirio a Las Vegas diventa così la pazza rappresentazione grafica di una folle avventura on the road all'interno di quell'America dove si sperimentava ancora molto.

Diventato un film cult subito dopo la sua uscita, la pellicola è l'inno per chiunque ha voglia di sperimentare qualcosa di nuovo portandolo all'eccesso, fregandosene del giudizio della società bigotta e ben pensante.

Una società che vuole persone perfette e fatte in serie, sempre ligie al loro dovere e che paga per i loro difetti che sfociano nelle più becere e animalesche perversioni.


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Articolo pubblicato il 11/12/2015