Visita guidata al rifugio antiaereo di Grugliasco (TO)

Il presidente di Cojtà Gruliascheisa ci guida nel rifugio e nel museo

Negli scorsi giorni sulla nostra testata abbiamo pubblicato delle generiche informazioni sulla riapertura del rifugio antiaereo di Grugliasco (TO). In questo articolo vogliamo portarvi con noi nella visita guidata che Andrea Colognese, il presidente dell’associazione Cojtà Gruliascheisa, ci ha riservato in un giorno in cui il rifugio di norma è chiuso.

Cojtà è un’associazione senza scopo di lucro che nasce nel 1984 per difendere e promuovere la cultura, i costumi e le tradizioni di Grugliasco e organizza, tra le altre cose, il Palio della Gru tra le sette borgate della città.

Il parco culturale Le Serre, sito in via Tiziano Lanza 31, ospita al suo interno Villa Boriglione, costruita nel 1702 e con alle spalle una storia molto interessante perché nasce come parte di un circuito di ville destinate alla villeggiatura delle famiglie appartenenti alla ricca borghesia torinese. Nel 1914 la villa ospita la cinecittà di Photo Drama che, tra il 1914 e il 1927 vi gira una trentina di film. Nel 1927 la villa e tutto il suo patrimonio, compresi diversi beni lasciati dalla casa cinematografica, vengono acquistati dal Comune di Torino, che ne è tuttora proprietario, per la cifra di un milione di lire, e al suo interno istituisce la scuola di botanica e giardinaggio intitolata a Giuseppe Ratti.

Nel 1943 viene ultimata la costruzione del rifugio antiaereo posto nei sotterranei di Villa Boriglione e destinato ad ospitare gli studenti della scuola, il direttore Bertolotti, i militari della Croce Rossa di guardia al deposito delle maschere antigas e alcuni grugliaschesi riportati su un elenco di autorizzati ad entrarvi, per un totale di 75 persone. Alla fine degli anni ’80 la scuola chiude i battenti e la villa rimane inutilizzata, e dimenticato il suo rifugio, fino al giorno in cui Cojtà Gruliascheisa ottiene il permesso dal Comune per utilizzare le stanze.

Nel novembre 2014 l’associazione scopre il rifugio e si adopera per renderlo agibile e visitabile, contando solo su contributi privati e sul lavoro dei volontari. A giugno 2015, in occasione del Palio della Gru, il rifugio viene aperto al pubblico accompagnato dalla mostra sulle due guerre mondiali ospitata nel Museo della Grugliaschesità posto nelle sale sopra il rifugio. Ad oggi questa realtà ha visto arrivare più di ottocento visitatori, provenienti anche da altre nazioni anche attirati dalla grande opportunità di visitare gratuitamente il museo e il rifugio, i cui ingressi sono senza costi.

Nello spazio espositivo della mostra sono affissi alcuni pannelli che narrano la vita e le opere del pittore grugliaschese Nicola Arduino e del celebre Battista Pininfarina, e ce ne sono altri che spiegano la storia, ad esempio, del monumento dell’alpino che si trova in piazza 66 Martiri, davanti al municipio, e che è stato posato il 30 marzo 1924 in memoria dei caduti nella prima guerra mondiale. L’opera è stata realizzata da Pietro Canonica, artista di fama internazionale nato a Moncalieri (TO) nel 1869 e morto a Roma nel 1959 dove gli è stata dedicata una casa-museo presso Villa Borghese. Le sue opere si possono trovare a Londra, a Mosca, in Argentina e a Città del Vaticano oltre che a Torino: è infatti opera sua il monumento del soldato a cavallo di piazza Castello, di fianco a Palazzo Madama.

Vi sono poi le fotografie di alcuni grugliaschesi impegnati nella Resistenza e alcuni cimeli risalenti alle due guerre tra cui due elmetti, due maschere antigas, un paio di scarponi, una borraccia, uno zaino militare, un proiettile da mortaio, i bossoli dei colpi di cannone e la scheggia di una bomba sganciata su Grugliasco dagli inglesi.

Accompagnati dal presidente Colognese scendiamo i gradini che portano all’infernot, la cantina della villa: qui una porta di legno massiccio è stata ricostruita uguale all’originale, seguendo ogni singola venatura del legno. Aprendola si entra nel rifugio dove si nota subito un principio di scavi abbandonato per l’eccessiva durezza della pietra e sostituito con il corridoio che parte da sinistra e disegna una doppia “S” facendoci attraversare uno scivolo in pendenza che ci porta a nove metri sottoterra.

Qui si estende per 28 metri circa il rifugio vero e proprio, attraversato in alto dall’impianto elettrico originario e in basso dalla fila di panche che ospitavano le 75 persone. A metà del corridoio vi è una nicchia sulla destra dove era collocato un armadio con i beni di prima necessità come cibo in scatola e medicinali per il primo soccorso. In questa insenatura, vicino all’armadio, vi era il sedile riservato al signor Bertolotti, il direttore della scuola.

Poco lontano ecco la latrina, all’epoca dotata di una porta di legno di cui ora rimane solo la maniglia, esposta nel museo della villa. Nel tratto finale del rifugio, dove le panche sono posizionate anche sulla parte di sinistra oltre che su quella di destra, vi sono due scale a pioli che salgono per qualche metro fino ad un basso cunicolo che, attraverso una piccola porticina spunta nel parco di Villa Boriglione: è l’uscita di sicurezza, che, secondo le testimonianze dirette, non è mai stata utilizzata.

Nel 2016 il flusso di visitatori subirà un’enorme crescita, infatti Cojtà Gruliascheisa ha fatto inserire la visita al Museo della Grugliaschesità e al rifugio antiaereo nel programma delle uscite didattiche di dodici classi tra scuole elementari e medie i cui studenti, così come il resto del pubblico, avranno la possibilità di visitare un luogo storico importante per comprendere in che modo si viveva durante la seconda guerra mondiale ed in particolare durante i bombardamenti aerei, quando suonava la sirena posta sul tetto del municipio.

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Articolo pubblicato il 19/01/2016