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La ricerca studio condotta dell’Istituto Toniolo dell’Università Cattolica di Milano, con il sostegno di Banca Intesa San Paolo e della Fondazione Cariplo e in collaborazione con l’istituto demoscopico PSOS ha evidenziati fatti sconcertanti.
Dall’inchiesta, svoltasi su un campione di 10 mila giovani tra i 18 e i 32 anni, di tutte le regioni italiane e di qualsiasi orientamento sociale, politico e religioso, emerge che:
• circa il 26% della popolazione studentesca di riferimento è stata “testimone” di casi discriminazione;
• il 20% di studenti degli istituti primari e secondari – si parla di quasi 850 mila giovani - ha assistito ad aggressioni verso professori e docenti, ha vissuto come spettatore a episodi di violenza tra ragazzi
• il 50% dichiara l’esistenza nelle scuole di vari tipi di spaccio e consumo di droghe.
La ricerca si è concentrata sull’indagare l’esperienza scolastica vissuta dal campione di riferimento e se avessero assistito sia ad atti discriminatori che ad atti di violenza grave.
In più la scuola frequentata determina comportamenti e atti diversi secondo l’indirizzo a cui fa riferimento.
In questo studio coloro che hanno frequentato gli istituti professionali dichiarano di aver assistito a fenomeni gravi di prepotenza e bullismo nel 26,3% ;
in coloro che hanno frequentato istituti tecnici si ha un valore del 19,3%;
mentre per quanto riguarda i licei si arriva ad un 16,1%.
E qui nascono i problemi.
Questi dati sono in contrasto con quanto emerso da una ricerca simile dell’ISTAT dalla quale risulterebbero per gli atti di violenza e bullismo le seguenti percentuali:
licei 19,4%
professionali 18,1%
tecnici 16%
Di sicuro c’è da dire che il problema esiste.
Oltre a questo c’è da sottolineare l’esistenza di una legge cognitiva, la quale ci obbliga a interpretare l’elemento valoriale – grave; non grave – in base alle nostre memorie euristiche esperienziali.
Per qualcuno può essere atto grave ciò che per altri non lo è affatto.
Applicare una educazione emotiva alla conoscenza e alla condivisione tra le persone dovrebbe essere materia obbligatoria a scuola ma purtroppo non è così.
Sergio Audasso – Neurocounselor - Vittimologo
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Articolo pubblicato il 14/04/2016