L'Angolo della Satira del Professor Giancarlo Pavetto - Promemoria per il dopo elezioni

Alcune ragioni di un voto “contro”

 Una visita "imprevista". Casa De Benedetti a Roma è stata visitata da una banda di ladri composta da “quattro energumeni, alti e grossi, muniti di passamontagna, dal piglio deciso e rapidi nei movimenti, come si trattasse di un commando”.

 

Una notizia che ci fa sperare che i dipendenti dei De Benedetti, che scrivono sui giornali Repubblica, Stampa e Secolo XIX , ci lascino in pace,  smettano di dichiarare che il nostro è un paese tranquillo e sicuro e che è una percezione quella che spinge  gli italiani a barricarsi in casa. E non potranno inoltre scrivere che la signora De Benedetti, che si è detta molto sconvolta , specula sulla paura.

 

 Le auto blu del PDL. Una delle tante promesse di Renzi, non mantenute, era quella di eliminare, una volta al governo, tutte le auto blu. La notizia che Maria Elena Boschi, oltre ad usufruire di un’auto che i crucchi altoatesini le hanno messo a disposizione, fa arrivare da Roma a Bolzano, anche la sua grossa berlina blindata, ha attirato l’attenzione anche sulle abitudini di casa Renzi. Il bullo si è fatto donare dai poveri fiorentini una cinquecento.

 

Non l’ha mai usata ed ha sempre viaggiato con lussuose berline dotate di autista, messe a sua disposizione da un amico imprenditore ricambiato con numerose cariche in enti pubblici. Infine Il potente suv della “su moglie”, signora Agnese, può circolare liberamente per tutta Firenze. Ha un permesso del comune che le consente di percorrere strade vietate ed isole pedonali e di posteggiare dove le pare.

 

Chi voglia constatare quanto possano essere servili e miserabili alcuni nostri connazionali, può collegarsi con il talk show della Sette, “Di Martedì” diretto da una specie di furbetto del quartiere che si chiama Giovanni Floris.

 

Lo studio è foggiato come un teatro d’opera, con un parterre e molte balconate sovrapposte, disposte a semicircolo dai quali spuntano altri partecipanti alla trasmissione.

 

Tutti, uomini e donne, hanno la stessa espressione ottusa e sono pronti ad un cenno del conduttore a battere tutti insieme, all’unisono, le mani. Il che avviene, in modo fastidioso, quasi ogni minuto, qualunque sia l’opinione espressa dai protagonisti del dibattito.

 

E’ una sincronia che lascia perplessi e che pone un interrogativo. A quali angherie può venire sottoposto quell’ invitato che si rifiuti per una sola volta di obbedire al comando del Floris?

 

Macerata era fino ad oggi il tipico borgo fedele al politicamente corretto, guidato da un sindaco di sinistra e disposto ad accogliere chiunque arrivi dai paesi africani.  Nelle sue strade si poteva trovare di tutto. Proliferava la mafia nigeriana con i suoi luoghi di spaccio diversificati. La piazza dove si vende l’eroina, i quartieri che commerciano liberamente tutte le altre droghe. C’era anche la prostituzione.

 

Erano presenti in città un questore, magistrati, forze di polizia, carabinieri, preti smaniosi di soldi, ma nessuno sembrava avvedersi di quello che succedeva intorno a loro. “Dormono, dormono sulla collina” poteva cantare De Andrè.   

 

Si attivano tutti insieme di colpo, solo quando una ragazza di diciotto anni, Pamela Mastropietro, viene violentata e poi tagliata a pezzi da un branco di locali “risorse” nigeriane.

 

E anche quando una giovane di diciannove anni, di origine pakistana, Azkaa Raiz, ridotta in stato di schiavitù perché voleva integrarsi, e poi scaraventata in strada dall’auto del padre, che la stava massacrando, viene trovata morta sulla strada.

 

Si attivano infine anche gli abitanti della cittadina e la goccia che fa traboccare il vaso è un corteo organizzato in città dall’ANPI, che vede insieme centri sociali, ginostradaioli, liberaciottini, antagonisti, coop, nigeriani, no-tav, giuristi democratici, boldriniani e tutti i residui veterocomunisti che ancora allignano in Italia.

 

Incredibile a dirsi, sfilano tutti insieme, contro il risorgere del fascismo , deceduto nel 1945.

 

La risposta degli abitanti di Macerata è inequivocabile.

 

Nell’ex roccaforte rossa il centrodestra , con il 37,5 % è la prima coalizione. I 5stelle sono il primo partito con il 38,7 ed il Pd è sceso al 21,8 %.

 

Nelle Marche il Pd, che nel 2013 aveva sei parlamentari, deve accontentarsi di uno.

 

 

 

  

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 08/03/2018