L’Europa equa, solidale e misericordiosa, sognata dai suoi fondatori a Ventotene

Solo un incubo?

Niente da dire sull’operato di Giuseppi Conte nel suo ruolo di primo ministro. Inutile parlare delle sue pretese di pieni poteri nella gestione della salute pubblica. Difficile non accusare un senso di rabbia e di umiliazione quando lo si vede camminare, tronfio come un tacchino pugliese, a fianco di Rocco Casalino, negli androni dell’europarlamento di Bruxelles, dove dovrebbe rappresentare il nostro paese.

Sarebbe come sparare sulla croce rossa.

E’ bene che se la veda con lui chi lo ha fermamente prescelto ed ha ritenuto di insediarlo, al di fuori di ogni legittimazione democratica (votazione), a capo del governo: il presidente della repubblica Sergio Mattarella.

Niente da dire anche sulle apparizioni che, dall’alto della solita finestra o dal trono dell’aula Nervi, Il gesuita arrivato dalla fine del mondo, Jorge Mario Bergoglio, qui sibi imposuit nomen di Francesco, elargisce ogni giorno a chi lo va ad ascoltare.

Anche nella recente emergenza del coronavirus ha tenuto ad assicurare la sua vicinanza a tutti coloro che nel mondo sono stati colpiti dalla calamità. Non ha parlato di solidarietà affinché nessuno  equivocasse e lo ritenesse la promessa un contributo finanziario alle vittime della grave epidemia (o pandemia), in atto soprattutto in Italia.

Nel piccolo regno insediato nel cuore di Roma, c’è lo IOR che è la banca vaticana, ma è intoccabile. I suoi proventi, come anche quelli dell’obolo di san Pietro e quelli relativi alle rendite delle migliaia di locali sparsi nel mondo, devono servire ad altre operazioni finanziarie, come l’acquisizione di sontuosi palazzi nella city di Londra. Ma lui afferma di non essere stato informato perché il Santo Spirito era assorbito da altre vicende.

C’è invece molto da dire sulla figura della Luciana Lamorgese, la segugia di Zingaretti, che il Foglio di Ferrara, incurante del ridicolo, definisce “il soldato dello stato che non parla ai social ma cammina, vede, agisce e se può risolve”.

Cosa abbia risolto finora, Ferrara e Cerasa non lo dicono. L’unica cosa che ha fatto è stato quella di capovolgere i termini dell’accoglienza. Ha aperto le porte ed i porti del paese a tutti coloro che vogliono entrare.

Ha accolto e continua ad accogliere, ilare e ridente, centinaia di africani provenienti da decine di paesi dell’Africa nera, tra i quali il Senegal, la Costa d’Avorio, il Gabon, la repubblica centro africana, il Benin, il Burkina Faso ed anche la Nigeria, incurante del fatto che molti immigrati di quei paesi vengano ad infoltire la rete delle mafie africane già operanti in Italia.  

E’ chiaro che il coronavirus non la preoccupa, forse perché pensa di godere della immunità legale e sanitaria concessa dalle toghe democratiche siciliane.

Peccato pertanto che i paesi del terzo mondo, da lei tanto ascoltati, si comportino in modo esattamente contrario e non lascino sbarcare dalle loro navi e dai loro aerei, i cittadini italiani, come ad esempio è successo nei giorni scorsi. ai Caraibi ed alle Mauritzius.

La povera Luciana non si è accorta che mentre le altre nazioni stanno costruendo intorno all’Italia un vero e proprio cordone sanitario, i nostri governanti stanno  istituendo con lei un sistema di “porti sicuri” atti ad accogliere qualunque imbarcazione, il cui capitano si presenti alle nostre coste e minacci di deferirci alla Commissione UE, se non obbediamo al verdetto emesso dai vecchi soloni della cassazione (sempre i giudici!) sul caso Carola.

Ed infine c’è l’Europa, dove dovrebbero difendere il nostro paese uomini forti e capaci di farsi valere, come l’eurobolscevico David Sassoli, insediato lassù dai postcomunisti al governo.

Ma basta guardarlo nelle sue comparsate televisive e nelle sue recenti immagini fotografiche per rendersi conto che non è in grado di fare alcunchè. Appare invecchiato, pieno di profonde rughe, triste e depresso.

Da presidente del parlamento europeo, è stato molto colpito, quasi distrutto, dall’abbandono dell’organismo europeo da parte della Gran Bretagna. Gli trema la voce quando è costretto a parlare a nome di 27 membri e non più di 28, come in precedenza.

Dice che l’Europa non potrà fare nulla per la crisi dell’Italia, perché la “credibilità se la giocano gli stati, che, se non sono disponibili a trasferire i loro poteri, come potrà l’UE rispondere alle loro difficoltà? 

Concorda con lui il vetusto oracolo della sinistra, quel Sabino Cassese, così arzillo da proporsi a 85 anni, come futuro presidente della repubblica, quando afferma che non è il caso di mettere in discussione l’accordo di Schengen sulla libera circolazione.

Forse perché, e su questo si dichiara d’accordo anche l’altro genio schierato dalla sinistra a Bruxelles, insofferente come il Sassoli per i limiti che frenano la tanto amata Europa, ossia il noto “er moviola” Paolo Gentiloni, a chiudere le frontiere dell’UE ed a ripristinare i controlli ai nostri confini, stanno già provvedendo quegli altri stati che hanno frontiere comuni con il nostro paese.

 

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 28/02/2020