L’egoismo capestro della Merkel strangolerà l’Italia?
Siamo in piena emergenza sanitaria, motivo per cui il focus prioritario di questo tribolato periodo deve essere la tutela della salute pubblica: curare i malati più gravi, preservare l’incolumità dei sanitari che con instancabile dedizione si prodigano per salvare vite, circoscrivere le aree di contagio e togliere al virus, tutti insieme, l’unica arma di cui dispone per farci del male: noi stessi. Sottrarci alla sua furia lasciandolo, di fatto, digiuno; perseverare in queste misure di distanziamento sociale il cui solo scopo è quello di beffare il Corona, facendolo rapidamente morire.
Dopo però, una volta salvata la pelle, ci sarà da ricostruire, preoccupandosi della grave malata Italia: intesa non come comunità di individui vulnerabili ma come corpo unico, affetto da comorbilità sviluppatesi a livello di ogni suo distretto socio-produttivo. Anche per questo virus andrebbe già oggi studiato un vaccino, o meglio andrebbero già oggi sviluppati gli anticorpi capaci di proteggerci e difenderci dall’epidemia futura.
A parte la drammatica mancanza di vision che insiste dalle parti di Palazzo Chigi, sono i numeri stessi della nostra manovra a essere impietosi. 25 smunti e scheletriti miliardi di euro: a parole solo l’inizio ma è pur vero che solo con le parole (senza fatti conseguenti) non si campa. Secondo il Presidente Conte e i suoi fedeli grand commis, “si stanno studiando” nuove risorse, “si stanno valutando” altre opzioni, “si sta facendo” quanto necessario per aiutare gli Italiani a risollevarsi: non a suon di quattrini (al momento – dopo quasi tre settimane dall’inizio della serrata progressiva – ancora non pervenuti) ma profondendosi in pomposi gerundi che sanno molto di cose da fare e molto poco di cose fatte. Come a voler guarire un paziente dissanguato con un’aspirina, piuttosto che con azioni volte a fermare l’emorragia!
E poi, dicevamo, i numeri. 25 miliardi di euro contro gli 850 della Germania, i 200 della Spagna, i 330 del Regno Unito, i 180 della Francia e, su tutti, i 2 trilioni (2.000 miliardi) di dollari sonanti stanziati dal tanto vituperato Trump.
Ingredienti visibilmente differenti dai nostri, mescolati con una ricetta altrettanto dissimile. Da noi si prospetta purtroppo un’altra cura lacrime e sangue, con la Troika in casa a dettar legge, a spolparci e a ridurci in mutande come e peggio della Grecia. L’Europa dei panzer-tecnocrati ligi al desio di Berlino ha già risposto con un garbatissimo quanto inamovibile “nein” all’ipotesi di Eurobond (o Coronabond che chiamar si vogliano): dunque niente debiti a partecipazione comune, nessun farsi carico dell’emergenza come comunità solidale (quella comunità immaginata e voluta dai padri fondatori con i Trattati di Roma del 1957). Diverso il discorso sull’attivazione del MES, il cosiddetto Fondo Europeo salva-stati: nullaosta al fatto che l’Italia o gli altri Paesi più vulnerabili vi accedano, a condizione beninteso che il prestito sia restituito e vincolato a stringenti clausole di ristrutturazione del debito. Detto in altri termini, un capestro che finirebbe coll’ammazzare per soffocamento i sopravvissuti al Coronavirus.
Eppure il Conte, anziché farsi due conti in casa e ascoltare la rabbia di quanti sono (già oggi) con le saccocce vuote, prende tempo e concede a Frau Merkel altri dieci giorni (di solito gli ultimatum non sono più tempestivi?), minacciando che a mali estremi l’Italia alzerà spallucce e farà da sola. Magari! Visto che, ricordiamolo, il nostro è un Paese da sempre contribuente netto dell’Unione, ovvero che versa più di quanto torni indietro.
Purtroppo per far valere tutto ciò, per pretendere di poter spendere i nostri soldi “whatever it takes” (Mario Draghi dixit) servirebbe un Governo con gli attributi… che non è, evidentemente, questo.
Ci si augura solo che, quando finalmente in Italia e in Europa si cesserà di cadere a migliaia sotto l’assalto subdolo di questo stramaledetto virus, i nodi – tutti – vengano finalmente al pettine… e la resa dei conti ci sia.
SARA GARINO
Vicedirettore
CIVICO20NEWS
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Articolo pubblicato il 29/03/2020