La Clinica Sanatrix di Torino, il Motovelodromo e i fratelli Coppi

Di Ezio Marinoni

Questa è una storia tutta torinese: attività e imprese che nascono dalla creatività subalpina e poi si dissolvono nel nulla, come se non fossero mai esistite… e la patina del tempo si posa su di loro e sui loro creatori, con un leggero velo di oblio, fino a che la memoria collettiva ne perde il ricordo per sempre.

Capovolgo la clessidra della storia e ci spostiamo verso la fine dell’Ottocento.

Alla confluenza di viale Enrico Thovez e di corso Giovanni Lanza il banchiere Luigi Marsaglia (1851 – 1934), per oltre mezzo secolo a capo della Ditta F.lli Marsaglia e C. s.a.s., operante nell’ambito della “commissione serica e bancaria”, decide di farsi edificare una villa: nel 1887 acquista il terreno dal Convitto per Vedove e Nubili “Principessa Felicita di Savoia”: i lavori di costruzione si protraggono dal 1887 al 1890. Il suo dinamismo è agevolato dagli investimenti della Banca di Torino e del Credito Torinese.

A inizio Novecento la Marsaglia s.a.s. è un importante riferimento per la Banca Commerciale a Torino e nel 1903 partecipa al salvataggio della Ansaldi.

Quando le fortune della azienda di famiglia sono ormai declinanti, nel 1929 l’edificio viene acquistato dalla Società Anonima Civile Sanatrix e trasformato in una clinica privata per persone e famiglie abbienti.

L’inaugurazione avviene nel 1932, alla presenza di S.A.R. Il Principe Umberto di Savoia.

La villa padronale dei Marsaglia è stata trasformata nel reparto di maternità, le scuderie sono diventate alloggi per il personale di servizio, due nuovi edifici diventeranno padiglioni medici, il primo per la cura e la ricerca; il secondo riservato ai degenti. Una passerella interna collega i nuovi edifici con la maternità.

Il complesso viene ideato da Martino Ceratto, titolare della Società, insieme ai Professori Mario Donati e Ferdinando Micheli. Ceratto è un volitivo imprenditore di origini canavesane (nato a Vidracco, in Valchiusella, nel 1886), rifiuterà il titolo nobiliare di Conte per accettare il più ambito riconoscimento a Cavaliere del Lavoro.

Nella struttura hanno operato nomi altisonanti della medicina e della chirurgia, primo fra gli altri il Professor Achille Mario Dogliotti.

Durante la seconda guerra mondiale Armando Ceratto subentra al padre Martino; si lega alla Resistenza, in una formazione in Val di Susa; con la tutela del Sovrano Militare Ordine di Malta offre ospitalità a ricercati e perseguitati politici, fra cui Vittorio Valletta.

Sotto i padiglioni della Clinica nel 1943 viene costruito un rifugio antiaereo.

Armando Ceratto sposa la diva dei telefoni bianchi Caterina Boratto, una sua ex compagna di studi ritrovata per caso: la loro storia d’amore, di passione e di divisioni merita un racconto a parte.

Nel marzo 1951 il Campionissimo Fausto Coppi sceglie la Sanatrix per sottoporsi ad un intervento alla clavicola, fratturata durante la Milano - Torino.

Appena tre mesi dopo, il 29 giugno 1951, durante il Giro del Piemonte, il fratello Serse Coppi cade a poca distanza dall’arrivo al Motovelodromo di corso Casale; batte la testa al suolo, fra marciapiede e rotaie del tram, si rialza immediatamente e riesce ad arrivare al traguardo della corsa.

Due ore dopo ha un malore, avverte forti dolori al capo e brividi; quindi perde i sensi e viene trasportato d’urgenza alla Clinica Sanatrix, dove giunge in coma e muore alle ore 20 e 32 per i postumi di una emorragia cerebrale.

Ha soltanto 28 anni.

Pierino Coppi, cugino dei due fratelli Coppi, che è stato Sindaco di Castellania, disse che sarebbe bastata una borsa di ghiaccio sulla testa a salvargli la vita.

Fausto, affranto e distrutto, pensa di non correre più, ma riprende nel 1952, quando vince Giro d’Italia e Tour de France nello stesso anno.

La Clinica Sanatrix cessa ogni attività nel 1953 e il complesso viene alienato.

Diventa un brefotrofio, poi sede di attività e servizi del Comune, comunità alloggio, uffici U.S.L. e infine della Provincia.

Oggi quel che si vede dall’esterno è un edificio in cattivo stato di conservazione.

Anche il glorioso Motovelodromo (intitolato a Fausto Coppi), progettato dall’architetto Vittorio Eugenio Ballatore di Rosana e inaugurato nel 1920, ha da tempo chiuso i battenti: nel 2019 è stato messo in vendita dal Comune di Torino. A cento anni esatti dalla sua costruzione, la vegetazione vi cresce spontanea, fra silenzio e abbandono, una ennesima pagina triste per la nostra città. I riflettori si sono accesi innumerevoli volte: oltre alle gare ciclistiche su strada e su pista, il Torino Calcio vi ha disputato le gare casalinghe nei campionati di Serie A 1925-26 e 1943-44) e nel 1980 vi hanno suonato i Roxy Music (unico concerto ospitato all’interno dell’impianto), di fronte a seimila spettatori.

A poca distanza è stato eretto un monumento moderno, realizzato dallo scultore Giuseppe Tarantino e inaugurato nel 1997, che ricorda le glorie sportive di Fausto Coppi.

Oltre al giardino, a lato di corso Casale e di fronte a piazza Francesco Carrara, soltanto una strada ricorda un personaggio di questa storia: è il corso Achille Mario Dogliotti, il proseguimento di corso Massimo D’Azeglio, da corso Bramante a piazza Polonia.

@Ezio Marinoni

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 29/06/2020