Casalborgone (To) e il progetto Molo 50 – 5di10 - Associazione, previsioni finanziarie, economiche e occupazionali, tabelle.

Attualità di un progetto visionario proposto alla popolazione dieci anni fa.

Continua il nostro percorso all’interno del progetto proposto.

Molti sono i punti da prendere in considerazione per affrontare il tema della fattibilità in modo coerente con le reali possibilità.

E pur facendolo non è scontato che le cose vadano secondo i migliori auspici. Infatti sulla riuscita di una iniziativa possono incidere in modo drammaticamente definitivo alcune variabili che non possono essere prevedibili e quindi non si possono considerare come un rischio calcolato.

 

Tali sono gli eventi catastrofici naturali o i cambiamenti repentini di indirizzo politico o sociale, tra i quali, anche se non sembrano, sono da annoverare la capricciosità della moda e la volubilità delle aspettative umane.

 

Tutti vogliono tutto e subito e ancor prima di essere soddisfatti da ciò hanno già cambiato idea e oggetto di desiderio.

 

Ecco perché, purtroppo, è ancora necessario stabilire contratti, norme, diritti, doveri e sanzioni per coloro che, avendo fatto una richiesta per la quale siano stati soddisfatti, non ne intendano pagare il prezzo.

 

Non basta più una stretta di mano e non vi è ancora sufficiente coscienza personale per essere coerenti con quanto stabilito tra persone.

 

Ecco una delle ragioni per la quale le cose si sono così complicate e sono difficili da imprendere.

 

Proseguiamo …

 

 

Citazione dal Business Plan del progetto Molo 50

 

ASSOCIAZIONE E SOCI

 

Tutte le attività sono coordinate mediante una associazione, denominata Associazione Molo 50, avente per scopo la gestione dello spazio, delle risorse disponibili, degli scambi di tempo, prodotti, merce, etc etc effettuati tra gli associati e la gestione delle attività centralizzate di segreteria, pubblicità, e quanto altro ritenuto utile e deciso tra gli associati.

 

Lo spazio interno al capannone è utilizzato per attività tra associati in modo che gli occupati in tali attività possano essere impiegati trasversalmente alle realtà presenti.

 

Gli associati possono partecipare a vario titolo ad una o più attività presenti in sito.

 

Ad ogni posizione associativa corrisponde un titolo preciso e una quota associativa annuale relativa:

 

  • A.I.A e A.I.A.P --- Associato imprenditore autonomo 
  • A.I.S --- Associato imprenditore supportato
  • A.I.C --- Associato imprenditore compartecipato
  • A.I.T --- Associato imprenditore temporaneo
  • A.O.F --- Associato operatore a tempo pieno
  • A.O.P --- Associato operatore a tempo parziale
  • A.O.C --- Associato operatore disponibile su chiamata
  • A.F.S --- Associato fruitore di servizi
  • A.V --- Associato visitatore
  • A.S --- Associato sostenitore

 

 

Chiunque può essere associato a vario titolo e ad uno o più titoli.

 

 

SEZIONE ECONOMICO FINANZIARIA

 

PREVISIONE DEI RICAVI

 

La previsione dei ricavi si basa su un numero di associati ipotizzato e ritenuto possibile, ricavato dall’analisi statistica della popolazione per fasce di età, del bacino di possibile utenza, dalle attività e associazioni presenti sul territorio, e dalle manifestazioni periodiche consolidate.

 

 

A tale numero di associati è stata attribuita la capacità di acquistare beni e servizi in percentuale rispetto a quanto ricavato dai dati relativi al valore del consumo di beni e servizi in Italia nel 2009

 

 

 

Nella composizione della capacità di spesa si è quindi tenuto conto della disponibilità individuale della voce 4 e di un 10% della voce 3 corrispondente al risparmio sui trasporti conseguente la presenza dei beni e servizi sul territorio.

 

 

Quindi si è considerata una disponibilità di circa 500 euro all’anno per associato nel secondo anno di attività di molo 50 e circa 1000 euro nel terzo anno.

Tale incremento si è stimato in conseguenza del valore aggiunto ricavato dalla disponibilità dei beni o servizi acquistati nel secondo anno e quindi nella fiducia nell’investire successivamente nell’acquisto di ulteriori beni e servizi.

 

La fiducia nella crescita e la propensione all’incremento dei consumi sono ricavate dai dati tendenziali estratti dalla newsletter online dell’osservatorio dei prezzi e tariffe del Ministero dello Sviluppo Economico – Dipartimento per l’impresa e l’internazionalizzazione – Divisione Generale per il mercato, la concorrenza, il consumatore, la vigilanza e la normativa tecnica - n° 11/2009 del 14 gennaio 2010.

 

 

 

PREVISIONE DEI COSTI

 

La previsione dei costi si basa su un numero di attività ipotizzato e ritenuto possibile, la cui tipologia è descritta nel capitolo relativo.

 

 

 

INVESTIMENTI E FABBISOGNO FINANZIARIO

 

La copertura degli investimenti necessari all’avviamento delle attività sarà interamente realizzata mediante ricorso a risorse proprie degli associati e, qualora nello sviluppo successivo si dovessero rendere necessari ulteriori finanziamenti, si valuteranno di volta in volta le opportunità presenti in seno all’associazione o sul libero mercato.

 

La certezza della disponibilità a investire direttamente denari freschi e disponibili è conseguenza del seguenti osservazioni:

 

  • si tratta sempre di somme esigue, che a volte non eccedono il valore della svalutazione annuale di un’automobile,

 

  • ogni spesa è conseguenza del processo di realizzazione di una attività il cui valore di scambio è  assicurato e garantito da un deposito bancario vincolato eseguito dal richiedente l’attività,

 

  • nessuna iniziativa è intrapresa senza copertura garantita da uno o più associati in grado di farlo

 

Per ovvie ragioni di reciproca sicurezza tra gli associati, saranno deliberati ricorsi a finanziamenti esterni solo se vi sono coperture garantite, vincolate e sottoscritte da uno o più associati in grado di farlo.

 

PREVISIONE DI RENDICONTO ECONOMICO

 

Le previsioni di rendiconto economico si basano su quanto descritto nei capitoli precedenti.

 

 

PREVISIONE DI OCCUPAZIONE

Sono la conseguenza di quanto precedentemente esposto.

 

 

Fine citazione dal Business Plan del progetto Molo 50

 

 

 

Come può essere messo in atto tutto ciò ?

 

Come si può finanziare la disponibilità di uno spazio in cui operare?

 

Quale è il giusto valore da attribuire allo spazio?

 

Quale è il giusto valore da attribuire all’attività e ai suoi ritorni affinché possa essere giustificata?

 

Le risposte a queste domande sono la chiave per poter agire. Infatti:

 

Occorre che alcune persone si riuniscano in una associazione.

 

Che l’associazione paghi per avere uno spazio in cui permettere l’attività dei propri associati indipendentemente dal fatto che poi lo facciano davvero essi o terzi, o addirittura non se ne faccia nulla.

 

Per rendere più chiaro il concetto usiamo un esempio:

 

se compero un’automobile non mi preoccupa il fatto di spendere oggi 15.000 euro e di ricavarne alla rivendita, dopo tre anni, solamente 6.000, perché è implicito che il disporre della possibilità di utilizzare tale automobile per 3 anni, indipendentemente da quante volte mi servirà, giustifica l’impiego dei 9.000 euro che in altre circostanze  avrei giudicato come “perdita di esercizio” connessa ad essa. Tutto ciò infatti è giustificato dal fatto che senza auto non mi posso muovere e se per andare a lavorare devo muovermi mi occorre, che lo voglia o no, un’auto.

 

Bene!

 

Lo “spazio di attività” a Casalborgone, non solo fa risparmiare la necessità di un’auto (o almeno fa risparmiare un consumo rapido di un’auto e il consumo di combustibile e di manutenzione relativo), ma permette anche un minor spreco e miglior utilizzo del tempo. Non mi dilungherò oltre e quindi concludo:

 

50 associati che si impegnino a pagare una quota annuale per tre anni per un totale di 9.000 euro pro capite possono totalizzare ben 450.000 euro spendibili in questa attività.

 

Ogni associato avrebbe quindi a disposizione per le proprie attività, per i prossimi tre anni, circa 154 mq (7.700: 50)  x 7,5 m di altezza di spazio non attrezzato all’interno del capannone.

 

Cifre e spazi sono solo un’indicazione, in quanto occorrerà valutare la risposta dei possibili interessati per formulare i valori definitivi.

 

Ipotizzata una possibile risposta a tre delle quattro domande proviamo a rispondere alla più difficile, ovvero alla quarta.

 

Per poter rispondere occorre farsi altre domande che ci permettano di diventare sensibili ai suggerimenti che la compongono:

 

  • Abbiamo ancora un lavoro o l’abbiamo perso?
  • Quanto spendiamo per produrre il nostro lavoro?
  • Siamo già in pensione?
  • Se si, ci basta per le nostre esigenze?
  • Abbiamo figli?
  • Dove si impiegheranno e chi darà loro un lavoro?

 

Sono solo alcune delle domande che possiamo farci, ma se permettete io ne utilizzo sempre solo una, diversa da queste, ma essenziale:

 

per quale motivo un qualsiasi imprenditore dovrebbe venire da noi e offrici un’opportunità di lavoro se noi stessi per primi non crediamo che sia possibile fare qui un’attività in grado di sostenersi?

 

Nel 2003 ho frequentato una serie di incontri presso l’iniziativa “METTERSI IN PROPRIO”, gestita dalla Regione, e ho avuto la prova che secondo quei parametri tutte le mie attività svolte dal 1982 al 2007 non avrebbero potuto reggersi. Ma i fatti hanno smentito tali numeri e, al netto di tasse, quanto altro richiesto dalla legge e dalle necessità operative per l’attività, i soci, i dipendenti, i collaboratori e fornitori, totalmente pagati senza artifici e sconti, hanno permesso a tutti un ritorno sufficiente per vivere dignitosamente.

 

Nessun numero, che non sia falso, potrà assicurarci che qualcosa funzioni.

Ne sono prova il gran numero di fallimenti dei quali siamo stati testimoni già da prima della attuale crisi e il fatto che molte attività, che vengono ancora tenute in piedi attraverso contribuiti a fondo perduto o incentivi, pagati con le nostre tasse, sono straindebitate senza rimedio.

 

Quindi non illudiamoci: perché qualcosa funzioni occorre fare la fatica di farla funzionare come essa richiede quando lo richiede e non come interessa a noi.

 

Solo se sarà fatta funzionare anche noi avremo la nostra parte.

 

Si può pensare che questa sia filosofia e non esperienza vissuta sulla propria pelle, e poiché non è mia intenzione convincere nessuno che non sia autonomamente in grado di comprendere l’essenza di ciò che sto cercando di trasmettere, e che sia capace di prendere decisioni autonome in merito, torniamo al pratico.

 

Ora abbiamo uno spazio per i prossimi tre anni. Cosa ci facciamo e come?

 

Facciamo una prima ipotesi: affittare delle motociclette.

 

Il modo che mi suggerisco di esplorare è questo:

 

Rastrellare sul mercato tutte le motociclette che servono, usate ma in buono stato, giacenti invendute da un po’ di tempo presso i rivenditori. Fare un’offerta in blocco per spuntare prezzi speciali e avere immediatamente a disposizione un bel “parco” di motociclette o scooter da “affittare”.

 

Saranno quindi di mia proprietà come se fossi un collezionista di motociclette usate e le “affitterò” ad “associati” come se le dessi in comodato d’uso (con stipula di accordo tra le parti) ad un privato, ad un amico, assicurandole presso un broker per il solo periodo d’uso. L’unica spesa viva sarà il bollo, ma anche quello potrà essere pagato solo per il minimo consentito. I compensi saranno gestiti come rapporti tra privati secondo quanto disposto dalla legge. Non sto qui ad esaminare ed elencare tutto ciò che serve. Potrete farlo da soli e capirete che c’è effettivamente una concreta possibilità di ritorno economico e guadagno in tempi relativamente brevi. Per contro se non dovesse funzionare non ci saranno debiti e le motociclette potranno essere eventualmente rivendute con altre modalità anche perdendoci quello che è giusto. Se non avete a disposizione quanto serve per acquistare le moto usate, potete prendere accordi con il venditore pagandole in modo dilazionato in relazione percentuale rispetto a quanto ne ricaverete. In ogni caso sarà sempre meglio che non fare assolutamente niente sia per voi che per lui.

 

Facciamo una seconda ipotesi: costruire calzature speciali in legno e tela.

 

Ho bisogno di un contenitore dove svolgere questa attività. Affitto un container di quelli con aria condizionata che si usano nei cantieri e lo sistemo nello spazio a mia disposizione. Lì svolgerò la mia attività “hobbistica” di artista della calzatura come se lo facessi nel garage di casa mia. E se qualche associato vorrà un paio di tali calzature succederà come accade quando un amico entra a casa mia e vede un quadro che gli piace e mi chiede di venderglielo.

 

Vorrei fare presente che non si tratta di violare la legge, né evadere tasse ed iva, poiché tutto ciò è pagato alla fonte all’acquisto del materiale che serve, che non verrà scaricato dai redditi come nelle normali attività produttive e commerciali, e poi verrà trattato come oggetto usato scambiato tra privati facenti parte di una associazione il cui scopo e permettere tale possibilità, ripeto ...COME CONSENTITO DALLA LEGGE.

 

 

Una terza ipotesi è: lavorare frutta e verdura per uso giornaliero.

 

La lavorazione della frutta e verdura può prevedere la consegna a domicilio giornaliera in abbonamento – arrivo materia prima in mattinata, lavorazione pomeridiana, consegna in serata, oppure altre modalità.

 

I vegetariani in Italia sono più del 10%, più di 6 milioni.

 

È possibile attivare una degustazione interna, come avviene in ogni fiera paesana, per esempio CORTILI DI GUSTO, ma in tempi e modi meno estemporanei.

 

Qualsiasi associato può portare la propria produzione alla lavorazione e ritirarsela per intero, pagando un tot, per poi vendersela in proprio, oppure lasciarla gestire interamente dall’associazione che pagherà parte in prodotto pulito e pronto per il consumo personale, parte in altro modo.

 

Ovviamente tutto ciò stravolge i parametri che siamo soliti utilizzare per considerare remunerativa una attività.

 

E non è tutto.

 

Si potrebbero fare altri esempi ma …… ognuno faccia il suo sforzo.

 

In sintesi si tratta di ridefinire le relazioni tra le parti in funzione delle reali condizioni del momento.

 

Una grande sfida per la coscienza umana confrontata con i principi di giustizia, onestà, equilibrio, perseveranza, disponibilità, rispetto altrui.

 

Se così non sarà, nessuna soluzione potrà mai essere perseguita senza danno.

 

Buon lavoro!

 

schemi, grafica e testo

pietro cartella

 

riferimenti:

 

per farsi un’idea sullo stato dell’arte delle startup

https://startup.info/it/quanto-dura-una-startup-innovativa/

https://www.startupgeeks.it/ciclo-vita-startup/

https://core.ac.uk/download/pdf/189853179.pdf

https://www.startup-news.it/il-ciclo-di-vita-di-una-startup/

http://www.vita.it/it/article/2019/04/05/startup-innovative-in-italia-sono-10075-con-un-capitale-sociale-di-489/151172/

https://www.che-fare.com/start-up-italia-limiti-e-potenzialita/

 

 

 

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 14/07/2020