Civico20News - Casalborgone (To) e il progetto Molo 50 � 7di10 � il laghetto e altro ... per cominciare.

Casalborgone (To) e il progetto Molo 50 � 7di10 � il laghetto e altro ... per cominciare.

Attualit� di un progetto visionario proposto alla popolazione dieci anni fa

Ogni volta che si presenta un progetto di grande respiro, un progetto che coinvolge un’intera comunità e un territorio variegato, per certi versi “difficile” come quello collinare, una delle prime domande che si sentono porre è da cosa si possa cominciare.

Infatti guardandolo nel suo insieme ci si può immediatamente scoraggiare a causa della sua apparente complessità. Certamente non tutto risulta semplice o facile; tuttavia vi possono essere parti del progetto più facilmente realizzabili di altre.

E allora perché non cominciare proprio da una di quelle?

Potrebbe succedere che la buona riuscita di un primo passo crei sufficiente fiducia per compiere i successivi, fino al completamento di quanto previsto.

Quella che segue è una proposta realizzabile senza grandi sforzi e risorse, modificando marginalmente quanto già esistente.

Citazione dalla presentazione del progetto Molo 50

7 – IL LAGHETTO.

Si tratta di ricavare uno specchio d’acqua naturale, non strutturato, profondo circa 50-60 cm, finalizzato alla pratica di sport acquatici per il cui svolgimento si utilizzano galleggianti studiati appositamente o adattati. Sulle sue sponde e negli spazi adiacenti si possono sistemare sdraio ed ombrelloni. Un modo semplice di godere sole e relax immersi nella natura senza andare chissà dove.

Il laghetto si ricava allargando il greto del rivo adiacente l’attuale parco giochi dietro il mulino e posizionando opportuni sbarramenti rimovibili, fatti di tronchi.

La diga, posta a valle, non impedisce il normale deflusso dell’acqua del rivo; questa infatti, riempito l’alveo del laghetto e tracimando oltre i tronchi, può continuare il suo normale decorso. Anche nel caso di aumento del livello e portata in conseguenza di eventi naturali, essa non troverebbe nella diga un ostacolo importante, vista la sua ridottissima altezza.

Per mantenere pulito il fondo si possono appoggiare ad esso pannelli o teli di materiale adatto, facilmente rimovibili per la manutenzione o il ripristino dello stato originale dell’alveo.

Il laghetto può essere integrato in un complesso di attività ludico-sportive composto da percorsi di abilità o ad ostacoli.

Ad esso si può accedere dal piano strada mediante due brevi rampe o scale, ricavate direttamente dal terreno dell'argine. Il luogo in cui si trova è leggermente periferico rispetto all’abitato e quindi non crea disturbo; inoltre è servito da un piazzale che serve da parcheggio.

ARRAMPICATA E VOLO D’ANGELO

Come si sa, l’appetito vien mangiando; quindi perché non continuare a far proposte. Ecco le ultime, nel caso in cui ci fossero i permessi delle proprietà interessate.

Si tratta di installare sulla parete del mulino, o su una parete specificamente progettata, le attrezzature per il free climbing.

Inoltre potrebbe essere messo in opera un impianto di volo d’angelo che, a partire dalla sommità della collinetta su cui si erge il castello, sorvolerebbe l’abitato scendendo nella zona in prossimità del laghetto ed oltre.

Il luogo di partenza del volo d’angelo potrebbe essere raggiunto integrandolo tra le fermate previste da uno dei percorsi della monorotaia a cremagliera.

Fine citazione dalla presentazione del progetto Molo 50

Più che un volo d’angelo queste proposte sembrerebbero voli pindarici della fantasia, esercizi di uno scrittore di favole per bambini, oppure una deliberata provocazione verso la pigrizia di "chistabenecosì", per i quali ogni cosa nuova è una scocciatura.

Se così è, pare evidente che, a dispetto di quanto appena affermato, da altre parti proposte simili abbiano trovato terreno fertile e ciò che sembra impossibile fare in un luogo in un altro non lo sia.

Dove sta la differenza tra poter o non poter fare?

Quali sono i vincoli o le opportunità che ci sono in un luogo e non in un altro?

Tra le cose che si possono scoprire scorrendo i contenuti dei link allegati ce ne sono alcune particolarmente interessanti; molte delle iniziative descritte sono nate successivamente alla presentazione del progetto Molo 50 in luoghi e situazioni molto simili a quelle per cui è stato proposto. Alcune perfino in Piemonte a poca distanza una dall’altra, perché, sembra incredibile, c’è spazio per tutti e per qualsiasi sana iniziativa.

Come abbiamo detto in precedenza, il tempo per la realizzazione di un’idea varia dai 10 ai 20 anni, ed essendone passati, in questo caso, “solo 10”, ne rimangono buoni almeno altrettanti.

Certo, potrei non esserci più per vedere come andranno le cose, ma …

... la speranza è l’ultima a morire.

E poiché c’è più tempo che vita, sicuramente la durata della mia non è un vincolo al nascere delle cose quando sarà la loro ora.

Comunque sia, il seme è stato posto a dimora!

schemi e testo

pietro cartella

Note:

ecco alcuni link a siti interessanti relativi agli argomenti trattati

attività diverse in capannoni dismessi

https://www.valsusaoggi.it/valsusa-ecco-il-grande-progetto-per-far-rinascere-lex-maglificio-bosio-15mila-mq-per-nuovi-alloggi-uffici-e-negozi/

https://zedprogetti.it/2019/01/13/riuso-delle-aree-industriali-dismesse/

https://www.ilsole24ore.com/art/dalle-regioni-aiuto-rinascita-capannoni-AExN9j5D