Casalborgone (To) e il progetto Molo 50 – 9di10 – considerazioni finali.

Attualità di un progetto visionario proposto alla popolazione dieci anni fa.

Al termine di questo lungo percorso alla scoperta dei contenuti del progetto Molo 50 possiamo tentare di fare qualche considerazione riportandoci al presente.

La crisi economica che, con alterne vicende, ci sta accompagnando ormai da qualche decennio, si è enormemente acuita sotto l’effetto delle misure anti pandemia messe in atto nel tentativo di porvi rimedio.

 

Tuttavia i problemi esistevano già in precedenza: debito pubblico crescente, burocrazia asfissiante, sovrapproduzione, saturazione del mercato, concorrenza sleale, dazi e balzelli, tasse esagerate, evasione fiscale, lavoro nero o precario, opere pubbliche mai finite o mai utilizzate, manutenzioni delle grandi opere mai eseguite, aziende stracotte e tenute in piedi con contributi statali più o meno occulti, inquinamento ambientale, cementificazione, consumi esagerati, sono solo alcuni degli aspetti che caratterizzano anche la situazione odierna.

 

Sono, infatti, gli stessi problemi che esistevano già 10 anni fa, e ben presenti anche in precedenza, solo che, anziché essere stati risolti, si sono ulteriormente acuiti perché, nel frattempo, non solo nessuno ha voluto rinunciare a qualcosa, ma tutti hanno preteso ancora di più, indipendentemente dal fatto che tali pretese non potessero essere sostenute.

 

E quindi, eccoci alla resa dei conti!

 

Tutti nodi sono venuti al pettine e ancora una volta si cerca di fare la respirazione bocca a bocca a un sistema moribondo.

 

Avete mai provato ad impedire la morte di una persona, ormai condannata a tale fine, semplicemente coprendola con un mucchio di denaro?

Potreste addirittura accelerarne la fine per asfissia!

 

Avete mai provato a gettare benzina su delle braci per ravvivare il fuoco languente? Succederebbe che, se la quantità è esigua, provochereste una violenta fiammata e basta, mentre se fosse sovrabbondante, spegnereste il fuoco. Non sarebbe mai in alcun caso una soluzione auspicabile.

 

E allora, perché insistere a tenere in piedi qualcosa che deve essere evidentemente sostituito con altro?

 

Non si può semplicemente far nascere un bambino da un vecchio che muore, ma occorre che la nuova vita si produca a partire dalla collaborazione di due persone che siano ancora in grado di farlo.

 

Così succede per ogni cosa che nasce in sostituzione di un’altra che muore.

 

Non si possono tenere in vita le cose, come le persone, oltre il lecito, oltre il dignitoso, oltre e a dispetto di tutto.

 

Ma noi, tutti noi, presi da un delirio di onnipotenza e insensatezza, pensando che tutto viva in eterno, compresi noi, per nostro capriccio, agiamo di conseguenza.

 

Occorre scendere a più miti consigli e rendersi conto della realtà, altrimenti le crisi si avvicenderanno, sempre più frequentemente e intensamente, fino a quando saremo costretti ad ammettere che la loro causa siamo noi, siamo noi ad averle generate con i nostri comportamenti, infischiandocene delle conseguenze per noi e per le generazioni a venire.

 

Non pensiate che sia un pessimista, guardo solo le cose come stanno e …  guarda guarda … si finisce per scoprire che le soluzioni già ci sono, ma sono troppo scomode per tutti e allora si preferisce far finta di nulla.

 

Progetti come Molo 50, o molto migliori, si trovano in ogni parte del mondo e trovano realizzazione grazie al fatto che chi vi aderisce lo fa perché non ha alternativa.

 

Vogliamo essere costretti anche noi in quella situazione prima di accettare di metterci all’opera?

 

“Chi è causa del suo mal pianga se stesso”, perché a nulla servirà cercare ancora una volta di scaricare le colpe su altri.

 

Chi ha tempo non aspetti tempo!

Uomo avvisato, mezzo salvato!

 

foto, schemi, grafica e testo

pietro cartella

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Articolo pubblicato il 26/07/2020