Commemorazione dei Santi Martiri della Famiglia Imperiale Romanov

Iniziativa di "Croce Reale – Rinnovamento nella Tradizione" in concomitanza con l'apertura della Delegazione russa, presso la parrocchia russa di San Massimo Vescovo a Torino

Fonte: Delegazione “Piemonte e Stati di Savoia” del movimento “Croce Reale – Rinnovamento nella Tradizione”.

 

In concomitanza con l’inaugurazione della prima sede della Delegazione russa del Movimento “Croce Reale – Rinnovamento nella Tradizione”, prevista venerdì 17 luglio nella città di San Pietroburgo, verrà celebrata a Torino, nel pomeriggio dello stesso giorno alle ore 16.30, una funzione religiosa in onore dei Santi Martiri della Famiglia Imperiale Romanov massacrati dai rivoluzionari bolscevichi nel luglio 1918. La cerimonia avrà luogo presso la parrocchia ortodossa russa di Torino, intitolata a San Massimo Vescovo, sita in strada comunale Val San Martino 7, appena sopra piazza Hermada, e verrà officiata dal rettore, padre Ambrogio, al secolo Andrea Cassinasco.

L’iniziativa, promossa dalla Delegazione “Piemonte e Stati di Savoia” del movimento Croce Reale, presieduto dall’avvocato torinese Fabrizio Giampaolo Nucera, intende celebrare l’importante avvenimento dell’apertura di una Delegazione nella Federazione Russa, affidata alla direzione della pietroburghese Anna Bazhenova, di professione guida turistica, e intitolata alla figura di Pietro I detto il Grande, fautore dell’ascesa della Russia imperiale al rango di grande potenza europea e fondatore nel maggio 1703, presso la foce del fiume Neva sul golfo di Finlandia, della futura nuova capitale del Paese, battezzata San Pietroburgo in omaggio all’apostolo Pietro. 

La funzione, che assumerà la forma del “Moleben”, secondo la tradizione liturgica russa l’officio di intercessione (o supplica) a uno o più santi, onorerà la memoria dei Santi Martiri della Famiglia Imperiale Romanov, ricordando i tragici fatti avvenuti nella notte tra il 17 e il 18 luglio del 1918 presso la città di Ekaterinburg, quando lo zar Nicola II Romanov e i suoi più stretti familiari vennero trucidati, insieme con il medico e tre fedeli servitori, per mano dei rivoluzionari bolscevichi, che non ebbero pietà nemmeno per i cadaveri, facendoli a pezzi con asce e coltelli, sfigurandoli con l’acido solforico, per impedirne il riconoscimento, e dandoli poi alle fiamme. La canonizzazione dell’imperatore Nicola II, ultimo sovrano di Russia, e dei componenti della sua famiglia, che con lui andarono incontro all’orribile massacro, venne decisa all’unanimità dai 146 vescovi della Chiesa ortodossa russa, riunitisi il 14 agosto 2000 in un Sinodo presieduto dall’allora patriarca di Mosca e di tutta la Russia, Alessio II.

Come curiosità storica torinese ricordiamo che il tempio in cui si terrà la cerimonia prese forma alla fine dell’Ottocento come chiesa conventuale del Santissimo Redentore, appartenuta alle Suore del Buon Pastore e disegnata in stile tardo-eclettico dall’architetto Giuseppe Gallo, cui dobbiamo il progetto di diversi edifici ecclesiastici presenti a Torino, tra cui la parrocchia di Gesù Nazareno in piazza Luigi Martini (detta Benefica) e la chiesa di San Bernardino in borgo San Paolo. Nel 2001 le suore lasciarono la chiesa in uso a una comunità di ortodossi che la elessero a sede ufficiale della parrocchia ortodossa del Patriarcato di Mosca, come riportato dal cartello in legno visibile a lato del cancello d’ingresso.

 

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Articolo pubblicato il 15/07/2020