L'EDITORIALE della DOMENICA di CIVICO20NEWS – Enrico S. Laterza : Mediterribile

Le “vacanze” del Suditalia: Tacco e Punta dello Stivale, con tante storiche mancanze e cattive abitudini, come gestiranno i mega-fondi della “riparazione” post-covid?

Settembre, andiamo, è tempo di migrare. E tornare.

Fingiamo che non si tratti di una vicenda personale riguardante il redattore del presente editoriale, cui il rientro dalle ferie agostane d’evocazione pavesiana, innestate nella pastorale citazione dannunziana, in questo bi-bisesto annus horribilis 2020, han purtroppo recato immediatamente in dono il funerale d’un affezionato collega e amico (il direttore del Corriere dell’Arte, Pietro Panacci, è passato a miglior vita nella data della Festa dell’Assunta), nonché un paio di assai meno gravi iatture: nella cassetta-delle-lettere, ecco l’ineluttabile multa di benvenuto (il videospione t-red reclama il salato balzello per transito col verde ma attraverso la delimitazione stradale sbagliata, quella per svolta a sinistra, ahimè, errorino che, a valutare dalla pletorica coda agli uffici deputati all’esazione, dev’essere costato a molti rassegnati “trasgressori”, già fiaccati e impoveriti dal simpatico periodo epidemico, una simile calorosa accoglienza vampiresca da parte dell’Amministrazione torinese), e al parcheggio s’appalesa la constatazione che ladruncoli imbranati (non v’è più professionismo in nessun campo!), vandali indigeni o nuovitaliani d’accatto, hanno forzato e irreparabilmente piegato, senza scopo – e non è il primo tentativo –, la portiera dell’auto, cagionando danni considerevoli (quivi invece le telecamere vigilesche hanno latitato, naturalmente…). Cominciamo bene.

Nota: gli iperpervasivi monopattini elettrici ci sfrecciano in faccia col pieno rosso semaforico, indisturbati, non targati, dunque irriconoscibili ed impuniti.

Immaginiamo allora che un generico, ipotetico e anonimo idiota (nel senso etimologico della parola greca, ossia “individuo singolo”, “semplice cittadino”), impaurito e sconsigliato dalle veementi minacce (dis)informative di esiziali pericoli da covid all’estero, si sia convinto a rimanere nel nostro tanto vantato Belpaesello patrio per fruire della misera settimana di pausa estiva al mare, a mostrar le chiappe chiare, in stile balneare, pietosa evasione fantozziana dalla frenesia urbana e dalle quotidiane rot/tu/re che – l’abbiamo poc’anzi accennato – lo avrebbero implacabilmente ri-aggredito subito dopo. Il malcapitato osò spingersi al-di-sotto della fibbia tiberina, a sud dell’Eboli leviano (o Leviatano), dove lo stesso Redentore si sarebbe arrestato; colà, nel tacco-e-punta dello Stivaletto peninsulare, egli avrebbe goduto delle meraviglie del Mez/zogio/rno. Splendido panorama.

Però. Però, a iniziare dal momento dell’approdo, col piede in infradito appena poggiato sul suolo ospitante, scopre l’altra dimensione dello spostamento. Ai confini della realtà. Si farnetica circa il Ponte sullo Stretto – e mo ad auspicarlo sono i medesimi che si sperticavano in pernacchie derisorie al Berlusca quando lo prometteva lui –, mentre le storiche ferrovie locali del Far West paiono sbucate dal verminoso tunnel cronospaziale sulla time-machine di H.G. Wells, immobilizzate nella gloriosa epoca borbonica del “Re Bomba” Ferdinando II delle Due Sicilie (una ne basta e avanza… o arretra!), e, nella semi-totale mancanza (non fortuita) di linee-di-bus decenti, i turisti, magari giovani e giovanissimi, per raggiungere spiagge, alberghi e ristoranti, bar, pub e discoteche (diligentemente piantonate dai solerti pusher senegalesi, freschi di gommone) in tale taxipoli, sono obbligati ad affidarsi, a caro prezzo (che può variare, per ragioni irragionevolmente imperscrutabili, anche durante il tragitto), a navette private, pubblicizzate à go-go, regolari o abusive, vetture da 5 posti o pulmini da 9: a bordo, sovente, zero distanziamento sociale, zero mascherine, zero sicurezza, zero norme, zero tasse e zero controlli dalle deboli forze-dell’ordine, così occhiute – s’è visto – su al Nord. Terrificante.

E tralasciamo poi il continuo saccheggio operato sul disgraziato vacanziere, svuotato propriamente d’ogni suo avere, appeso a testa in giù per far cadere le ultime monetine…

Vien voglia di ripetere l’esperienza la prossima stagione.

Pensate che alcuni scafati profughi-naufraghi africani, salvati dalle acque dal battello umanitario del misterioso danaroso graffitaro Banksy, all'arrivo a Lampedusa, si sarebbero rifiutati di sbarcare, disperati, perché certi di trovarsi nel Continente Nero: che li avessero proditoriamente ricondotti in Libia!

Bisogna insomma stupirsi se il “frugale” cerbero Rutte, dall’alto della fiscalmente paradisiaca Olanda, e le tre moire Angela, Christine e Ursula, che dai severi scranni dell’Ue tirano le fila del destino mortale dell’economia europea, esprimono qualche flebile perplessità sulla futura gestione dei sussidi a-fondo-perduto da elargire a noi “cicale” per il “risanamento” dalla catastrofe coronavirale, miliardoni a rischio di esser divorati dalla piovra dell’unica entità veramente organizzata che abbiamo saputo creare nei secoli, la criminalità?!

In conclusione, sentenziamo l’amara morale, o monito, in foggia vagamente aforistica e brachigrammatica.

Il Meridione non ti delude mai: sempre conferma i tuoi pregiudizi.

Spesso si supera.

 

Enrico S. Laterza

 

 

 

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Articolo pubblicato il 06/09/2020