L'Ottagono di Torino

di Ezio Marinoni

La costruzione poligonale che emerge sulla collina, alle spalle di piazza Vittorio Veneto, è il Centro La Salle (Curia, Segreteria, biblioteca e archivio provinciali dell’Ordine e casa di riposo e infermeria per i fratelli anziani o ammalati).

Si trova fra il Monte dei Cappuccini e Villa Genero, sull’antico e dimenticato Monveglio, ancora indicato come “tempio” o “fortino” su qualche vecchia mappa della collina torinese.

Era denominata “Regione Monveglio” la parte del territorio in collina che si stende a levante del Borgo Po (limitatamente alla parte inferiore della collina), compresa fra la strada della Val San Martino e la strada della Villa Regina, vale a dire la parte del colle su cui si trovano le ville poste lungo la strada di Santa Margherita, cominciando proprio dalla Villa Regina.

Non tutti sanno che Torino ebbe il suo Palio, vale a dire le corse dei cavalli, iniziate l’8 di maggio del 1622 (trentasettesimo compleanno di Vittorio Amedeo I): il percorso era compreso tra la chiesa di S. Antonio e la Villa del Principe Cardinale (l’attuale Villa della Regina) nella Regione Monveglio (ma questa è un’altra storia, che merita di essere raccontata a parte).

La sua storia recente risale alla seconda metà dell’Ottocento, quando il “Tempio” viene concepito come opera grandiosa dal Canonico Giuseppe Ortalda, della Curia Metropolitana Torinese: “Un santuario da erigersi sui colli torinese e da dedicare a San Giuseppe, Patrono Universale della Chiesa”.

Un breve sunto del complesso si desume dal Politecnico di Torino, Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:

Centro Incontri La Salle - Strada Comunale Santa Margherita 132 - Centro incontri e casa per ritiro religioso.

Segnalazione di edificio civile, singolare opera di riuso di una struttura muraria incompiuta per tempio votivo tardo ottocentesco in posizione eminente nel paesaggio collinare.

Riuso (1974) su progetto dell’architetto Mario F. Roggero di preesistenza incompiuta (1884) di tempio votivo, su progetto dell’architetto Bertinaria.

Progetto originale (1884) conservato in loco. - Tavola: 50

Potrei ricominciare dicendo... c’era una volta?

C’era un colle, di nome Monveglio, con una bella vista sulla città.

È il 1870, quando il citato Canonico Ortalda decide di far costruire il santuario in onore di San Giuseppe a proprie spese. L’incarico per il progetto viene affidato all’architetto Giuseppe Bertinaria ed i lavori iniziano nel 1875.

L’edificio è stato progettato per essere un’opera imponente: era previsto un basamento a pianta ottagonale, sul quale si sarebbe appoggiata una grande cupola slanciata verso l’alto con la statua di San Giuseppe in cima; ai lati si dovevano erigere due torri più basse, ognuna da concludersi con una guglia.

Gli anni di questa costruzione sono coevi alla realizzazione della Mole Antonelliana: per Ortalda l’edificazione del santuario potrebbe aver rappresentato una sfida, oltre che un simbolo di devozione.

Il Canonico Ortalda viene a mancare prematuramente, il 6 settembre 1880 e i lavori si fermano. Quel che rimane è ciò che vediamo oggi, una struttura centrale in mattoni ottagonale con due corpi laterali: il complesso è l’equivalente di circa un quinto dell’altezza totale che avrebbe dovuto raggiungere.

 

Nel 1890 gli eredi del Canonico mettono in vendita la loro proprietà, che comprendeva il terreno dell’intera parte di collina, una villetta detta “Il Lace”, il “Tempio” vero e proprio e il “Collegio”, una costruzione appena abbozzata che doveva diventare “Istituto per le Missioni Estere”.

Il Provinciale dei Fratelli delle Scuole Cristiane, Fratel Genuino Andorno, acquista l’intero blocco. Egli voleva portare a termine il Santuario e aveva pregato il Vicario dell’Arcidiocesi di Torino di “tenere libero il titolo del Santuario di San Giuseppe”.

Nel 1901 un anonimo “capitalista inglese” fa contattare Fratel Genuino da un intermediario, per acquistare un terzo della collina superiore e innalzare una “Torre Gigante come quella dell’Esposizione Universale di Parigi del 1900”, ma l’offerta viene respinta come disdicevole. In questo modo il “Tempio” rimane un’incompiuta oasi di pace e meditazione religiosa e spirituale, intorno a cui si raccolgono le prime leve dei catechisti della “Unione del Santissimo Crocifisso” di Fratel Teodoreto.

L’ala del “Collegio” era sede di formazione spirituale per i giovani Fratelli, zona franca durante l’ultima guerra.

Il “Lace” diventa una cascina coltivata a orto e vigna da contadini, con serre e animali da cortile che razzolano in libertà.

Si deve aspettare il 1966 per la sua ristrutturazione, quando la Congregazione dei Fratelli delle Scuole Cristiane decide di procedere al recupero, mossa dalle esigenze di riorganizzazione della loro Provincia Religiosa. Si tratta di riutilizzare una struttura ormai obsoleta, rivalutarne l’architettura mantenendo il suo inserimento nel paesaggio collinare torinese.

Il progetto viene seguito dall’architetto Mario Federico Roggero, professore e Preside della Facoltà di Architettura di Torino, e da Piercarlo Jorio.

I lavori terminano nel 1972; la struttura in mattoni esistente viene conservata, ma prevale l’uso del cemento armato in grandi quantità, come usava in quegli anni.

La parte più interessante del nuovo complesso è la grande sala centrale polifunzionale, ottagonale, realizzata chiudendo quella che era una corte a cielo aperto, tramite una copertura con struttura a raggiera e grandi lucernari circolari per far filtrare la luce allo stato naturale.

I piani superiori ospitano le camere dei Fratelli, l’infermeria, la mensa e i servizi necessari ad una casa di riposo.

Sul retro si estende un grande giardino.

Salire sul tetto e ammirare Torino da qui è una vera rivelazione, qualcosa di mai visto!

Dal tetto del Centro La Salle (occorre essere autorizzati dalla Direzione per salirvi!) a mio avviso si gode la vista migliore su Torino perché la città è visibile praticamente a 360 gradi.

In questo modo la fatica per arrivare così in alto, in cima ad un colle, sul tetto dell’ottagono, viene ampiamente ripagata.

Concludo questa breve panoramica con una curiosità storica poco conosciuta.

All’inizio della Seconda guerra mondiale, nel 1939, sul tetto del Centro La Salle viene innalzato un busto di Benito Mussolini, proprio per essere visto da tutta la città di Torino.

Sarà stato il caso o il destino, fatto sta che il forte vento che soffia in quel punto ha abbattuto la statua nel giro di pochi giorni.

Non si è mai saputo dove essa sia finita dopo la rovinosa caduta, quasi un segno anticipatore del 25 luglio1943.

 

Bibliografia

Fratel Ottavio Girino – I Fratelli sulla collina torinese: il tempio – Rivista Lasalliana n. 3/1975

Fratel Felice Cometto e Fratel Candido Saracco – Il fortino. Cronaca breve: storia di casa nostra

 

@Ezio Marinoni

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Articolo pubblicato il 02/10/2020