Il Castello di Marchierù apre le sue porte, a Villafranca Piemonte (Torino)

Di Ezio Marinoni

In vista della sua apertura al pubblico del 27 settembre, oggi entriamo nelle stanze e nella storia di un Castello che affonda le sue origini nel XIII secolo e ha sempre mantenuto le sue caratteristiche e la sua destinazione d’uso.

La manifestazione sarà patrocinata dall’A.D.S.I. (Associazione Dimore Storiche Italiane), nell’ambito dell’itinerario “Dimore Storiche del Pinerolese” a cui hanno aderito castelli, palazzi e ville finora non aperti al pubblico. Saranno i proprietari stessi del Castello ad accompagnare i visitatori nelle stanze ammobiliate, nella cappella, nelle scuderie.

Marchierutum in Soave” è menzionato per la prima volta in un documento del 1225 per una donazione in favore dell’Abbazia di Santa Maria di Cavour; l’atto viene sottoscritto nel suo salone. I luoghi dove sorgevano Borgo Soave e Marchierù furono sempre desiderati, e la stessa origine del nome si collega a “marcio”, bagnato: siamo nella zona dei “fontanili”, luoghi dove l’acqua delle falde arriva in superficie formando pozze cristalline e pulite che si mantengono ad una temperatura costante di 12/16 gradi in ogni periodo dell’anno, consentendo un’irrigazione temperata continua.

Le altre ipotesi sull’etimologia del nome di Marchierù appaiono meno attendibili. Per alcuni potrebbe provenire da “marca” quale terra di confine con il Marchesato di Saluzzo, come effettivamente fu, ma certo non vi furono mai dei “marchesi di Marchierù”.

Leggendaria sembra la derivazione dall’antico francese “macheron” cioè mucchio di macerie, esito dell’invasione di Federico Barbarossa, che passò con le sue truppe anche in Piemonte, distruggendo la città di Chieri.

Il Castello, con tutte le sue pertinenze, dalla costruzione ad oggi non è mai stato alienato, si è sempre trasmesso per successione diretta o per dote fino agli attuali proprietari.

I primi possessori di Marchierù furono i Signori di Barge; con atto del 11 marzo 1251 i loro beni furono ceduti a Tommaso II di Savoia. Nel 1483 Marchierù venne assegnato per metà in feudo a Filiberto, del ramo illegittimo degli Acaja - Racconigi e per metà a sua sorella Claudia, sposa di Besso Ferrero, Marchese di Masserano.

Nel 1640 il Castello e le sue terre passarono ai Conti Solaro del Macello, tramite i Solaro di Moretta alla cui famiglia apparteneva Ottavia, sposa di Filiberto d’Acaja.

L’ultimo dei Solaro lasciò il castello ai nipoti, discendenti Cacherano di Osasco e Filippi di Baldissero, finché nel 1827 il Conte Giuseppe Amedeo Filippi di Baldissero riscattò l’intera proprietà (che nel 1750 era stata costituita in Commenda del Sovrano Militare Ordine di Malta) dal cugino Policarpo Cacherano di Osasco. I Conti Filippi erano una antica famiglia di Cavallermaggiore, risalente ad Alineo, Visconte di Auriate nell’anno 878.

Chi riportò all’antico splendore il Feudo di Marchierù fu Carlo Alberto Filippi di Baldissero, Portastendardo del Reggimento Genova Cavalleria nella Prima Guerra di Indipendenza, figlioccio e Paggio di Corte del Re Carlo Alberto; egli fu anche membro della Regia Accademia di Agricoltura di Torino, artefice di importanti innovazioni in campo agricolo, emulo del cugino Camillo Benso di Cavour, che soggiornò più volte al Castello di Marchierù. Sua madre era Maria Canera di Salasco, Prima Dama di Corte della Regina Maria Teresa, sorella del Conte Carlo Canera di Salasco, Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Piemontese. L’Armistizio di Salasco, che da lui prese nome, fu stipulato il 9 agosto 1848, a Vigevano, con la sua firma per il Regno di Sardegna, e dal Generale austro-ungarico Von Hess, e pose fine alla prima campagna     della Prima Guerra di Indipendenza.

Enrico Filippi di Baldissero sposò Maria Arnaud di San Salvatore, discendente da due fra le più importanti famiglie francesi: i Richelieu ed i Gallifet.

L’ultima erede dei Filippi, Camilla, andò sposa al Conte Vittorio Prunas Tola, il complesso si trasmise al loro figlio primogenito Severino, anch’egli Accademico dell’Agricoltura, tramite il quale il Castello e la tenuta sono pervenuti agli attuali proprietari Mariconda, discendenti dei patrizi napoletani dell’Antico Sedile di Capuana.

La struttura ha mantenuto le caratteristiche di un edificio medioevale, pur con le modifiche apportate nei secoli successivi per ingentilirla e renderla una piacevole dimora nobiliare.

La cappella gentilizia, tuttora consacrata, è addossata al lato nord del castello, e fu qui eretta nel 1820 in sostituzione di quella più antica.

Il Castello e il suo comprensorio, riconosciuti beni di interesse storico e artistico, rimangono residenza estiva della famiglia, che permette l’apertura al pubblico anche delle sale interne per visite organizzate o su prenotazione.

Il Castello di Marchierù si trova in via San Giovanni 76/77, a Villafranca Piemonte.

La prenotazione è obbligatoria, si può richiedere telefonando al numero 340 5266980 (o scrivendo a segreteria@castellodimarchieru.it).

 

@Ezio Marinoni

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 25/09/2020