«Cronache dall’Ottocento», a Torino

La vita moderna nelle opere di Carlo Bossoli e nelle fotografie del suo tempo al Museo Accorsi-Ometto (di Ezio Marinoni)

«Vogliamo andare avanti, per battere il covid19, pensare temi nuovi che portino interesse verso l’arte» dice il Presidente Costanzo Ferrero all’inizio della presentazione della mostra, tenutasi martedì 6 ottobre 2020 nei locali della Fondazione Accorsi-Ometto: si cerca così di riaccendere i riflettori sull’Ottocento (il secolo lungo, che va dalla Rivoluzione Francese alla Prima Guerra Mondiale), con una mostra dedicata alle opere del pittore Carlo Bossoli e alla fotografia del suo tempo restituisce fedelmente l’immagine di un secolo, attraverso l’evoluzione dei costumi, il progresso economico e politico, il modo di vivere.

Il Direttore Luca Mana si augura che la mostra sia un passo in avanti verso le giovani generazioni, più attratte dalla fotografia e dal cinema: per questo motivo si sono unite le discipline nel percorso di visita.

Proprio nell’Ottocento si crea il rapporto fra la pittura e la nuova arte della fotografia (nata nel 1839), che induce il pubblico a vedere la realtà con occhio più dinamico.

Cinquanta dipinti e quaranta fotografie accompagnano i visitatori nel percorso espositivo.

La mostra è divisa in cinque sezioni.

Si inizia con la quotidianità, e un’attenzione particolare verso Torino. Ritroviamo piazza Castello con l’asse di via Nuova (poi via Roma), piazza San Carlo e lo spazio di piazza Vittorio Veneto, con animate vedute cittadine.

Si prosegue con gli eventi politici e bellici, di cui Bossoli fu testimone: le Cinque Giornate di Milano del marzo 1848 e le campagne della Seconda Guerra di Indipendenza. Una serie di fotografie documenta eventi della Repubblica Romana nel 1849 e la guerra in Crimea nel 1855.

La terza sezione ha per tema le ferrovie, nuova infrastruttura che ha ammodernato la vita del nostro Paese, portando il Piemonte sabaudo all’avanguardia. Basta fare un esempio: le ferrovie Napoli-Portici e Milano-Monza, antesignane, fungevano da servizio di trasporto per le Corti di quegli Stati; la prima ferrovia piemontese, verso Genova, è destinata ad aprire la via ai commerci e agli scambi dal Mediterraneo verso l’Europa.

Un documento prezioso di questa sezione è la fotografia che ritrae un gruppo di persone in posa nella villa dell’ingegner Pietro Spurgazzi, in occasione della inaugurazione della ferrovia che univa Torino a Caluso. Vi si riconosce lo scultore Vincenzo Vela, che aveva lasciato il Ticino per Milano e infine arrivò a Torino, quale titolare della cattedra di scultura alla Accademia Albertina.

Si continua, nella quarta sezione, con l’esotismo. Vedute a tempera e a olio di paesaggi russi, e poi vediamo la Crimea, la Turchia e il Marocco, a indicarci il percorso di vita dell’uomo Bossoli.

La quinta e ultima sezione si sofferma sulle vedute di ville e giardini. È esposto il ciclo dipinto su committenza della famiglia Litta Visconti Arese, con le sue ville.

Alcune opere si segnalano per la loro qualità e originalità:

Sala dei valletti a piedi a Venaria Reale” (1853): è un quadro inedito, proveniente da collezione privata e ci mostra la Venaria nel suo splendore, con arredi, armi e arazzi presenti prima dell’abbandono e delle razzie susseguitesi;

Veduta della scuderia grande di Venaria Reale” (1853), dipinto in occasione di una visita di Vittorio Seyssel d’Aix;

Interno di Palazzo Coardi di Carpeneto di Torino” (1853), interno aristocratico di famiglia: il palazzo in via Maria Vittoria, fu gravemente danneggiato nell’ultima guerra mondiale;

La casa del pittore sul Lungo Po a Torino” (1868-1869), che ci dà l’immagine della sua abitazione;

Tra le fotografie, una è di Henri Le Lieure: “Traforo del Moncenisio, le maestranze all’imbocco della galleria” (1861). Egli è un fotografo francese, che apre il suo studio a Torino, negli attuali Giardini Cavour, dentro il Caffé “La Rotonda”.

 

Carlo Bossoli nasce a Lugano, in Svizzera, nel 1815, la famiglia si trasferisce subito dopo a Odessa. La sua formazione pittorica è da autodidatta, come vedutista, scenografo e autore di “cosmorami” panoramici.

Dal 1843 al 1853 vive a Milano, dove riceve molte committenze aristocratiche; quindi si trasferisce a Torino, diventando uno dei pittori di Corte. Ha imparato a dipingere a tempera su carta perché in Russia le icone si formavano in quel modo.

È uno dei primi svizzeri a giungere a Torino, prima che Emanuele Luserna di Rorà ne favorisse l’afflusso di imprese e capitali.

Fra il 1852 e il 1854 il Governo del regno di Sardegna lo incarica di raffigurare le proprie ferrovie, da cui egli trae la celebre serie di litografie intitolata “Views on the railway between Turin and Genoa”, pubblicata a Londra.

Nel 1862 riceve la patente di “pittore reale di storia”; trascorre i suoi ultimi anni a Torino, nella casa lungo le rive del Po da lui stesso progettata. La sua architettura esotica è andata perduta, ma il palazzo si affaccia ancora sull’attuale Lungo Po Diaz, presso i Murazzi, all’altezza di via Giolitti, fra il traffico animato della città e il calmo fluire delle acque del fiume.

 

Cronache dall’Ottocento

La vita moderna nelle opere di Carlo Bossoli e nelle fotografie del suo tempo

Museo Accorsi-Ometto, dal 7 ottobre 2020 al 31 gennaio 2021

Via Po 55 - Torino - 011 837688

Da mercoledì a venerdì: ore 10 - 18 - sabato, domenica e festivi: ore 10 - 19

Presidente: Costanzo Ferrero - Direttore: Luca Mana - Ufficio Stampa: Vittoria Cibrario e Cristina Giusio

Curatore: Prof. Sergio Rebora - Allestimenti: Arch. Diego Giachello – Officina delle Idee

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Articolo pubblicato il 08/10/2020