Il Primato dell'Opera

GAM: Il nuovo allestimento della collezione del Novecento storico

Oggi vorrei consigliarvi una visita al GAM alla scoperta delle collezioni permanenti del Novecento nel rinnovato percorso che intende restituire la centralità dell’opera d’arte.


Un nuovo allestimento, un iter studiato per permettere il confronto, consentire il paragone necessario tra opera e opera: le sequenze di dipinti, sculture, installazioni sono affiancate da poche informazioni essenziali che introducono alla lettura di stili diversi, di generazione in generazione, che gli artisti hanno elaborato.

Suddivise in diciannove spazi, le opere sono raccolte privilegiando un taglio storico-artistico che segue le principali correnti artistiche del secolo appena trascorso, ma anche dando rilievo alla storia delle collezioni civiche nel panorama artistico torinese, nazionale e internazionale. Inserite in questa narrazione si trovano alcune sale personali, nate dalla volontà di restituire il valore indiscusso di alcuni artisti, insieme alla possibilità offerta dalle collezioni del GAM di presentarli con opere importanti.

La prima sala è dedicata a tre delle figure che maggiormente hanno influito, su diversi piani, sulla principale arte italiana e internazionale del Novecento:
Giorgio de Chirico, il quale ha generato un nuovo modo di pensare l’opera d’arte, alla ricerca di una rappresentazione che fosse anche disvelamento filosofico;
Giorgio Morandi, che ha sviluppato un culto della forma e delle sue illimitate varianti in una sorta di disciplina concettuale;
e infine Filippo de Pisis, il quale ha tramandato una lezione di libertà totale da condizionamenti di tipo accademico, ma anche da scelte avanguardistiche, creando quasi uno stile-ponte solitario tra Impressionismo e Informale.

A questa premessa fa seguito un ordinamento che, sala dopo sala, ripercorre alcune fasi fondamentali della storia dell’arte, rappresentate dai capolavori della collezione: dalle Avanguardie storiche con le opere di Umberto Boccioni, Gino Severini, Giacomo Balla, Enrico Prampolini, e tanti altri…
…alle stimolanti proposte artistiche nate a Torino tra le due guerre mondiali dove scorrono le opere della maggior parte dei Sei di Torino; dalla riscoperta e influenza di Amedeo Modigliani sugli artisti torinesi grazie anche agli studi di Lionello Venturi.

La sezione dedicata allAstrattismo italiano è rappresentata da artisti quali Fausto Melotti, Osvaldo Licini e Lucio Fontana, mentre le sale successive ripercorrono le vicende di Roma e la scuola di Via Cavour, indagano l’arte dopo Il 1945 tra Figurativo e Astratto e mostrano le sorprendenti acquisizioni di arte internazionale nel periodo post bellico nello spazio, nel quale troviamo artisti come Marc Chagall, Hans Hartung, Pierre Soulages, Tal Coat, Pablo Picasso, Jean Arp, Eduardo Chillida.

 

Gli anni Cinquanta sono stati, per quel che riguarda le ricerche sperimentali, gli anni dell’Informale, e la GAM ne conserva significativi esempi:
dall’”Informale di segno” di Carla Accardi, Giuseppe Capogrossi e Antonio Sanfilippo alla rappresentazione in chiave Informale del paesaggio e della natura di Renato Birolli, Ennio Morlotti e Vasco Bendini. Un Informale certamente più veemente e radicale fu quello di Emilio Vedova e anche l’arte torinese fu coinvolta in queste dinamiche, tramite Piero Ruggeri, Sergio Saroni, Giacomo Soffiantino, o Paola Levi Montalcini.

 

Il facile linguaggio del New Dada e della Pop Art italiana e stranier(rappresentato tra gli altri da Piero Manzoni, Louise Nevelson, Yves Klein e Andy Warhol) cederà presto il passo ad un quadro rinnovato di concetti e materiali. Dopo un passaggio doveroso al Museo sperimentale di arte contemporanea che arrivò in dono alla fine del 1965 alla Galleria Civica d’Arte Moderna composto da un fondo che conta oggi 364 opere che intendevano rappresentare il più largo ventaglio di opzioni linguistiche di taglio innovativo e, appunto, sperimentale e qui rappresentato con una nutrita selezione di esempi, il nuovo allestimento culmina nell’esperienza dell’Arte Povera, che si aprì a un nuovo linguaggio, alla ricerca di una libertà totale dai condizionamenti. Sono rappresentati tutti gli artisti del movimento teorizzato nel 1967 da Germano Celant e approdato per la prima volta in un museo nel 1970 proprio nella Galleria d’Arte Moderna: Pier Paolo Calzolari, Mario Merz, Giuseppe Penone, Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Jannis Kounellis, Michelangelo Pistoletto e Gilberto Zorio.

 

Tutto il percorso è intervallato da sale personali dedicate: Felice Casorati, Arturo Martini, Alberto Burri e Lucio Fontana. Grazie all’incremento delle collezioni possiamo ora riproporre, in un confronto di forte contrasto, il valore di azioni fondamentali quali la realizzazione del ciclo della “Gibigianna” di un altro artista al centro di relazioni internazionali, Pinot Gallizio.

Giulio Paolini, infine, è stato dato spazio per averci indicato l’esigenza di mantenere sempre un rapporto necessitante con la storia dell’arte, i suoi segni e richiami, e il loro valore per una vivificazione concettuale della forma.

 

Dove:
GAM Torino - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea Torino
Via Magenta 31, 10128 Torino

Orari
giovedì e venerdì dalle 12 alle 19
sabato e domenica dalle 10 alle 19
*La biglietteria chiude un’ora prima
Chiuso lunedì, martedì e mercoledì

Prezzo biglietti (collezioni permanenti)
intero 10€
ridotto 8€
gratuito: minori di 18 anni, Abbonamento Musei Torino, Torino + Piemonte

Contatti
centralino +39 011 4429518

 

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Articolo pubblicato il 17/10/2020