L'EDITORIALE DELLA DOMENICA DI CIVICO20NEWS - Massimo Calleri: la patrimoniale natalizia

Una dirittura d’arrivo già stabilita?

Il regalo di Natale che il Governo (?) sta preparando per arricchire un tavolo già imbandito di tasse e balzelli potrebbe essere la patrimoniale che tutti i detentori del potere rinnegano, ma di cui si parla già da troppo tempo.

Ed è noto che quando le citazioni si fanno troppo frequenti, come gli altrettanto costanti dinieghi, sono indici di una dirittura d’arrivo già stabilita che, per lo meno, viene resa nota e non precede un’appropriazione occulta di denaro, come avvenne in un recente passato, dai conti correnti di ignari cittadini che solo a posteri seppero di aver “contribuito” alle esigenze economiche del Paese.  

Naturalmente, nell’arena Covid, trova spazio la contesa fra le varie correnti pro e contro un prelievo generalizzato che andrebbe inevitabilmente a colpire il ceto medio, quello che fino alla vigilia dell’accanimento terapeutico economico subito era l’unico vero ammortizzatore sociale a costo zero.

Ricordiamo, per l’appunto, come un Ministro, in verità poco ….. Amato, per contribuire alla manovra finanziaria di pareggio del bilancio autorizzò il prelievo forzoso del 6x1000 dai conti correnti delle banche italiane: era la notte di venerdì 10 luglio 1992, ma si seppe ben dopo quando ormai si era affievolito il sentimento del “naturale dissenso”.

Oggi, per lo meno, lo si sa in anticipo quasi come per poter disporre di un periodo di assuefazione, quella che rende meno dolorosa ogni applicazione terapeutica successiva.

Già, perché le incertezze quotidiane sull’arrivo e sulla effettiva quantità dei finanziamenti europei rende pressante la necessità di reperire fondi da destinare all’immediato a chi non ha ancora ricevuto la cassa integrazione promessa dallo Stato, a chi si indigna per aver ricevuto contributi irrilevanti rispetto alle comprovate perdite e tante altre precarietà che fanno parte di quel “bazooka” economico finanziario che doveva salvare (incauta promessa) dal baratro in cui stava precipitando il popolo.

Già, ancora, il popolo ed ecco che la politica benpensante di sinistra ha scaturito il rimedio migliore, e più semplice da attuare, per salvare capre e cavoli: mettere le mani in tasca ai contribuenti agiati senza distinzioni di sorta.

Suscitando, naturalmente, la ribellione di chi, pur avendo un grande senso della solidarietà, ha visto i suoi contributi svanire in impieghi più o meno discutibili e non scendo in particolari che tutti conoscono.

Ragion per cui ci ritroviamo sulla soglia di un nuovo conflitto economico fra poveri mentre la parte più doviziosa della nazione, tranne eccezioni volontarie, osserva dalla finestra l’operato di chi non sa affrontare in maniera propria ed efficace questa nuova emergenza che si aggiunge a quella sanitaria dagli effetti finora devastanti.

Per cui faccio fatica a trovare un qualsiasi senso di fiducia per un futuro, più o meno immediato, che non promette il cambio necessario al comando di una imbarcazione che oggi procede con navigazione a vista anziché individuare e percorrere rotte sicure per tutti.

Ma forse conviene mantenere quell’incertezza che rende gloria a chi, di volta in volta, ci mette la classica pezza.

  

       Civico20News    

Il Direttore Responsabile                                   

      Massimo Calleri     

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Articolo pubblicato il 13/12/2020