L’EDITORIALE della DOMENICA di CIVICO20NEWS – Enrico S. Laterza : Conteggio

Come il premierino del nostro Stivaletto, all’approdo capodannoso, affronta il macabro (s)bilancio economico-pandemico del 2020: molti morti = più fondi dall’Europa?

… son piene le fosse.

 

Ahinoi! Se, come me, che sto scrivendo questo editoriale santostefanico, passate (o… trapassate) spesso davanti al cimitero monumentale, avrete direttamente constatato quanto ogni giorno gli asettici numeri statistici della catastrofe coronavirale si traducano tragicamente in persone umane, in lacrime amare e bare, numerosi carri funebri con miseri cortei, severamente limitati dalle misure precauzionali, che accentuano la tristezza di famiglie “distanziate” per sempre dai loro cari, magari letteralmente scomparsi in ospedale o in casa-di-riposo (eterno), soli, senza la vicinanza fisica e il conforto morale dei congiunti

 

Lo so, suona poco allegro; non è proprio un tema in tono col clima “festivo” da jingle bells.

 

E dal cielo plumbeo dell’inverno-inferno innatalizio rimbomba una domanda: perché? perché mai tante vittime in Italia?

 

Ad onore della memoria, i caduti della guerra pandemica almeno meritano una risposta. Tutti la pretendiamo.

 

Da marzo a novembre del mostruoso bisestiale 2020, in nessun’altra nazione dello stra-Vecchio in-Continente e, probabilmente, dell’intero Globo terracqueo il livello di letalità dell’infezione da sars-covid si è rivelato così alto: 111 su 100mila abitanti, in base ad un recente studio della John Hopkins University. Le irragionevoli ragioni di tale esiziale mietitura ad opera della nera Signora della Falce son state rintracciate ora nell’elevato indice di anzianità demografica del Belpaese (benché il Giappone, ad esempio, lo superi e non sia stato colpito da una simile proporzione di decessi per lo stesso morbo), nonché nella frequente compresenza di parecchie patologie concomitanti nei pazienti over-sessanta (i salutisti coetanei svedesi, invece, ne hanno una o un paio), ora nell’impreparazione iniziale, cagionata dal ritardo nella percezione del problema (anche grazie all’omertosa intempestività dell’allarme diramato dalle autorità cinesi, complice l’amica omissiva Oms), ora nelle abitudini socio-domestiche (maggiore convivenza tra generazioni, nonni, padri, figli), ora nella condizione di deliberato progressivo indebolimento del sistema sanitario pubblico, a favore del privato e specialmente a detrimento della “medicina di prossimità”, in certe regioni (Lombardia in testa), eccetera eccetera.

 

Una strana cifra presumibilmente (auspicabilmente) gonfiata?

 

Giacché, però, a pensar male si pecca, ma ci s’azzecca sovente, lasciateci formulare una complementare ipotesi infame di cinico calcolo necro-economico.

 

Conte conta. In vari sensi. Mentre, a Brexit compiuta (con mutazione inglese), il Regno Unito si dis-unisce dall’Unione Europea e la fiducia dei cittadini nei confronti dell’elefantiaca macchinona burocratica di Bruxelles va crollando, il premieruccio del nostro Stivaletto della Penisoletta, quasi affogata nella seconda ondata d’attacco del fetente microbo di Wuhan, si ritrova ad intravedere il lontano barlume vaccinale al termine del tunnel notturno dell’itinerario della peggiore crisi postbellica, con un governicolo traballante, cogli zebedei bersagliati dalle acute punzecchiature ed imbeccate del galletto Renzino (ch’è alla disperata ricerca di esibizione ed influenza, poltroncine e cotillons), e quindi ad occuparsi della complessa pianificazione e successiva distribuzione della mega-torta liquida del futuro Recovery Fund – su cui si avventano i famelici appetiti dei feroci predatori politici ed im-prenditoriali –, in ossequio ad una macabra aritmetica di bilancio pecuniario-tombale: avendo sofferto molti morti, ci spettano finanziamenti più cospicui, no?

 

I recalcitranti confratelli marinaretti dello zatterone medusiano dell’Ue, con l'ammiraglia Frau Merkel al timone, sono infatti costretti a persuadersi che, ove non ci salvassero dal naufragio, ci seguirebbero a-ruota nel gorgo.

 

(Punto-a-capo.

Danno.)

 

Divagando in merito, il Pianeta vuol mica difendersi, decimandoci coi vibrioni, per impedirci di distruggerlo con la devastazione ambientale? Periremo? o rinasceremo?

 

Rimane l’amletico dubbio: fu fatalità? Ovvero avremmo potuto agire in modo differente? A febbraio, sbagliammo a non ordinare immediatamente il lockdown integrale? È risultato azzardato consentire l’apertura estiva dei locali e delle discoteche? E che dire della blanda cromoterapia a zone gialle, arancioni e rosse?…

 

Del senno di poi… 

 

 

Enrico S. Laterza

 

 

 

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Articolo pubblicato il 27/12/2020