'L Delit 'd Via dla Palma

Il noir ambientato nella Torino di fine '800, scritto in piemontese da Carlo Bernardino Ferrero, con testo italiano a fronte, a cura del pronipote Enrico

'L Delit 'd Via dla Palma è un breve romanzo noir ambientato nella Torino di fine '800, scritto in lingua piemontese da Carlo Bernardino Ferrero, il “piccolo Zola piemontese”, pubblicato dal giornale satirico ‘L Birichin, principale pubblicazione periodica in piemontese, per ventisei numeri, dal n. 34 di sabato 2 agosto 1890 al n. 4 di sabato 24 gennaio 1891. Staccando le appendici e rilegandole si poteva ottenere un volumetto. Il pronipote Enrico Ferrero, lo ripubblica in questa nuova versione con la traduzione in italiano a fronte (Amazon, 2021).

Dietro questa operazione vi è un mio personale e forte coinvolgimento emotivo.

Le motivazioni le illustra Enrico Ferrero, Ico per gli amici, nella sua Introduzione, intitolata “Avere un bisnonno scrittore e non saperlo”: nel 1986 si è laureato in Medicina Veterinaria, dopo aver preparato con me la sua tesi di laurea, e per qualche tempo ha poi collaborato, a titolo gratuito, alle all’attività di ricerca condotta presso il nostro Istituto. Fra noi era nata una salda amicizia e così «Fu proprio il professor Julini a parlarmi di un certo Carlo Bernardino Ferrero, giornalista e scrittore di fine XIX secolo. Era forse lo stesso personaggio di cui mi parlava ogni tanto mio padre Bernardino? Del resto portavano lo stesso nome. Ed era proprio così, quel Ferrero non era altro che un mio avo». Il racconto di Enrico prosegue: su mia indicazione ha acquistato e letto i tre libri di Carlo Bernardino ripubblicati dall’editore torinese Viglongo, ovvero La cracia (del 1890, riedito nel 1981); Ij mòrt ‘d fam (del 1891, riedito nel 1978) e La bassa Russia, scene ‘d Pòrta Palass (del 1891, ristampato nel 1976).

È vero che Ico ha dovuto per un certo tempo accantonare quel desiderio di ricercare e riscoprire le sue radici familiari che avevo suscitato in lui. Il matrimonio, i figli, la prestigiosa attività professionale, una seconda laurea, l’impegno nel modo del volontariato lo hanno distolto da questa indagine che non è però finita nel dimenticatoio. Le sue ricerche si sono già in parte concretizzate in varie iniziative e questo libro rappresenta un ulteriore tangibile risultato. Recupera un romanzo breve del bisnonno del quale, nei cataloghi on line delle biblioteche italiane, risultava esistente solo una copia alla Biblioteca Civica di Chieri (Torino).

Ico si diffonde sulle difficoltà del reperimento del testo completo, che ha comportato anche la consultazione della raccolta del Birichin presso la Biblioteca Nazionale di Firenze. Torino, città natale di Carlo Bernardino Ferrero, non ha saputo conservare nelle sue biblioteche una raccolta di questa rivista, alla quale l’intellighenzia subalpina non ha prestato un’adeguata attenzione!

Nella mia Prefazione (“Via della Palma e dintorni: entriamo nel racconto”), che ho preparato con particolare entusiasmo per essere stato coinvolto in questo progetto, ho voluto chiarire il mio forte legame con questo scrittore torinese: «Ricordo ancor oggi l’entusiasmo per la mia scoperta di questo scrittore piemontese, negli anni Ottanta del secolo scorso. Ero al principio delle mie ricerche in ambito criminologico subalpino e questo autore dava concretezza ai malfattori e agli ambienti degradati che andavo via via evocando dalla consultazione degli atti giudiziari e dei vecchi giornali».

Anche se 'L Delit 'd Via dla Palma non può essere meramente ascritto al filone poliziesco piemontese che ha sortito qualche timido afflato editoriale tra fine Ottocento e primi del Novecento, mi è apparso notevole il fatto che la sua trama può essere assimilata alle inverted story, ovvero il particolare racconto poliziesco - ufficialmente nato nel 1912 - dove il delitto viene commesso all’inizio e il lettore vi assiste in diretta e conosce l’identità del colpevole. La narrazione descrive gli sforzi dell’investigatore per risolvere il caso e giungere alla verità. Nel nostro caso il delitto che dà il titolo al romanzo è quello di un ladro, Giovanni, protagonista negativo della vicenda, il quale per compiere un furto in un ricco appartamento, entra nell’alloggio sbagliato dove strangola la giovane donna che lo ha sorpreso. Il convivente della donna, il giovane conte Renato De Tappeti, studente in medicina, è il protagonista positivo del romanzo che, per scoprire l’assassino della sua compagna, inizia una sua personale indagine trasformata in una sua guerra personale con Giovanni, senza esclusione di colpi.

Questa felice intuizione narrativa di Carlo Bernardino Ferrero in qualche modo ha anticipato i tempi e merita l’attenzione dei cultori della storia del romanzo poliziesco. Possiamo così affermare che anche Torino ha avuto i suoi racconti di malavita ambientati nei bassifondi: non è obbligatorio che i noir siano ambientati nella brumosa Londra o in altre città come Parigi e New York!

Poiché la via della Palma citata nel titolo del romanzo è l’attuale via Giovanni Battista Viotti e la trama è ambientata nel 1880, prima del c.d. “sventramento” per la costruzione della via Pietro Micca, ho cercato di analizzare questo rinnovamento edilizio del centro storico torinese nei suoi riflessi letterari.

Mi sono anche soffermato sull’atteggiamento fortemente critico di Carlo Bernardino Ferrero nei confronti della Polizia che rientra in un più vasto dibattito su questa istituzione condotto in Italia a fine Ottocento e che rappresenta un ulteriore punto di interesse per questo libro.

Occorre sempre ricordare che i fatti criminali proposti da Carlo Bernardino Ferrero nei suoi romanzi servono per evidenziare le carenze, le storture e le ingiustizie sociali di una larga fetta della popolazione torinese. Pertanto, la sua penna di giornalista e scrittore, che potremmo definire militante, gli fa perdonare i tratti ingenui di una trama imbevuta d’una drammatica quotidianità, questa sì autentica.

Per concludere, lasciamo la parola al pronipote Ico quando scrive che questa iniziativa editoriale si propone un duplice scopo: «Da un lato contribuire a far conoscere Carlo Bernardino Ferrero e le sue opere. Dall’altro tentare di far rivivere gli scritti di un’intera generazione di scrittori piemontesi la cui conoscenza ormai è ridotta ad un gruppo ristretto di studiosi. L’augurio è quindi che questo possa essere solo il primo volume di una possibile collana».

Per maggiori info: @CBFerrero

 

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Articolo pubblicato il 21/01/2021