L’EDITORIALE della DOMENICA di CIVICO20NEWS – Enrico S. Laterza : Dragata l’italietta

Supermario, se si salverà sacrificandoci, sarà santificato subito sul soglio statale

Al di sopra di tutti v’è l’Onnipotente, Signore dei Cieli:

ciò è da ognuno risaputo;

poi viene l’ex Presidente della BCE, dominatore della mediterranea penisoletta;

poi vengono i cani-da-guardia economediatici del Presidente;

poi vengono gli scagnozzi dei cani-da-guardia del Presidente;

poi vengono i lacchè degli scagnozzi dei cani-da-guardia del Presidente;

poi nulla;

poi ancora nulla;

poi ancora nulla;

poi vengono i cogl…, ehm…, i cittadini.

E qui finisce.

 

Con rare stonature fuori-dal-coro, al parafrasato ritmo della cantilenante filastrocca gerarchica fontamarognola di siloniana memoria, una pletorica melensiderea pentastrale, zingarettiana, carrocciosa, berlusconica ammucchiata politicheggiante s’appresta a sostenere, “per il bene del Belpaese”, il millimetricamete cencellinato e altoprofilato governissimo del Governatore (passato) dell’Eurotorre francofortese. Mirabile, esemplare quintessenza di bilanciamento trasformistico in mascherato clima carnascialesco da giovedì grasso psicodrammatico.

 

Com’è accaduto?

 

Un’occhiata nel retrospecchietto per le allodole: il 26 gennaio scorso, sotto i colpi sferzanti, incessanti ed apparentemente insensati di colui che il 18 settembre 2019 gli aveva spalancato il portale di Palazzo Chigi e che molti ormai chiamano l’Iscariota per antonomasia, ossia il Rignanese affetto dalla sindrome di Gambardella (facoltà di far fallire le feste), il Tris/conte dimez/zato – anzi azzerato –, fu costretto, con suo gran dispitto, ad arrendersi e capitolare, salendo al Colle (magari confidando, l’illuso, in un ipotetico reincarico) e aprendo la crisi dell’esecutivo giallo-rosso (no, non nell’accezione romanista…) e dunque le danze delle consultazioni che, dopo l’inutile esplorazione di Fico e il conseguente monito di Mattarella, parecchio inca…cchiato, in merito ai rischi connessi alle elezioni in tempi pandemici, sono in pratica sfociate nel pronto “commissariamento” delle Camere e nell’approdo dell’ennesimo Superuomo dell’Improvvidenza (nostra), non votato da nessuno (lo stesso Mascellone nel ’24 vinse acerbamente nelle urne, per poi abolirle).

 

Naturalmente adesso girano, fra le virtuali virali ondate internautiche dei social o di fronte ai bar semichiusi in zona arancione, specialmente nella Culla del Rinascimento, divertenti, salaci, irridenti epiteti, motti e mottetti proverbiali riadattati in tema (da cui lo scrivente elzevirista dichiara di dissociarsi nettamente): “Meglio un defunto dentro casa che un Renzi in coalizione”; “Peggio di quel galletto di Renzi!”; “Sei una renza nel q!”; “Ahia, sembra di avere un renzo che mi azzanna gli zebedei, mentre gli tirano la coda!”; “Dai renziani mi scampi Iddio, che dai nemici mi guardo io!” e via (mal)dicendo…

 

Insomma, tranne pochi grillini sparlanti dissidenti (sconfessati addirittura dal proprio guru), prevalentemente di religione dibattista, kafkiani personaggi della sconcertante irretente pièce tragicomica on-line Aspettando Rousseau, e i furbastri fratellini italici (che, presidiando in solitudine l’opposizione, puntano a raccogliere sicuramente nei prossimi sondaggi il frutto degli immancabili apprezzamenti degli scontenti), nonché qualche anacronistico relitto di mummia leninista veterobolscevica, l’intero “arco costituzionale” dell’emiciclo, incollato agli scranni, col plauso e i peana di giornaloni e tivù osannanti, che gareggiano ad inchinarsi a baciare l’anello, se non le suole, del nuovo iperleader (similmente al loden del Montone d’antan), già sommerso da straripanti fiumane di viscide sbavature leccaculturali dei sinistri ambidestri opinionisti banderuole voltagabbana, si esibisce in questa allegra fiera del filoeuropeismo di facciata, nel ruolo reale di branco di feroci lupi-mannari, bramosi di abbuffarsi e sbra-na-re la mega-torta del Recovery Fund dell’Ursula dell’Ue: ipocriti adoratori dell’Idolo Denaro.

 

Ci piaccia o meno, dovremo però sperare che nell’Annata del Dragon Bank o mandragata (gli spiritosi appellativi assonanti si sprecano) del redivivo Duca Valentino (in omaggio a Cesare Borgia, amato dal Machiavelli, e all’odierno 14 febbraio), che risulta tra i principali protagonisti dell’attuale Era Inglobalizzante, foriera di innumerevoli schiavitù digitali e manovali ed immani disgrazie planetarie (e della crescita incontrastata del Gigante cinese, il cui mitico animale-simbolo nell'iconografia classica, curiosamente, è giusto la leggendaria mostruosa creatura saurimorfa sputafuoco) – ma è forse pure l’unico in grado di raccapezzarcisi –, si trovi la scappatoia dal tunnel dell’interminabile itinerario notturno dell’incubo covid e riusciamo a scorger la luce delle stelle.

 

Non sarà semplice né indolore. Probabilmente s’affermerà un’impietosa equità etimologica: tanto per cambiare, i ricchi si arricchiranno sempre di più, gli im-prenditori prenderanno, gli evasori evaderanno indistrubati,  gli esodati esoderanno, i cassintegrati saranno disintegrati, i precari pregheranno e i morti-di-fame moriranno di fame (così, eliminando i poveri, si cancella concretamente l’imperituro problema della miseria nel mondo)… All'impazzata verso l'orlo dell'abisso?

 

Completata l’opera, Re Marione, folgorante in solio, avrà la bontà di ri-elargire alle bovine genti l’immeritata democrazia e noi sudditi, immensamente, servilmente, fantozzianamente riconoscenti, lo incenseremo in sæcula sæculorum, amen.

 

Sacrificatosi salvandoci, salvatosi sacrificandoci, sarà santificato subito sul soglio statale. Egli ascenderà al Quirinale. Silenziosamente.

 

Niente scherzetti, zitti, obbediamogli, ricrediamoci e non lottiamo, altrimenti dalle narici vomiterà fiamme roventi!

 

C’incenerirà.

 

 

Enrico S. Laterza

 

 

 

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Articolo pubblicato il 14/02/2021