Passaggio della campanella

Cerimonia simbolica del cambiamento di Governo

Giuseppe Conte ha consegnato a Mario Draghi la campanella con cui, nel corso del suo mandato, ha dato inizio alle riunioni consiliari, formalizzando così il passaggio dei propri poteri al nuovo Presidente del Consiglio nominato il 12.02.2021, uno dei pochi giorni palindromi del calendario, con numeri leggibili quindi con la stessa successione anche da destra a sinistra, peculiarità per cui gli appassionati di numerologia cercano di attribuire a tali date la ricorrenza di qualche fatto significativo, come il cambiamento di questo Governo.

Ci sono 14 “Ottomila” nel mondo. Scalarne anche soltanto uno consegna l’alpinista alla storia. Mario Draghi è già nella storia per aver scalato con successo la Direzione generale del Tesoro e il governatorato della Banca d’Italia, prima della presidenza della Banca Centrale Europea. Ci sono ascensioni, però, che portano meno in alto, ma sono più dure. Infatti, senza specifica ed apparente preparazione politica, come chi lo ha preceduto, ma con un curriculum invidiabile che testimonia la prestanza intellettuale per un continuo allenamento, in poche ore di serrate consultazioni Draghi giunge alla vetta della presidenza del Consiglio dei ministri del Paese, che da tempo lo ha compulsato a questo ruolo.

Per la sua lontananza dalle beghe politiche dello Stivale, qui è visto da tanti come abbastanza vicino al proprio indirizzo e ognuno sa quanto conti marciare insieme su percorsi condivisi. Per la sua preparazione in materia di economia e di finanze gode degli apprezzamenti di mezzo mondo e ognuno sa quanto contino le buone relazioni nei rapporti internazionali. Per la sua educazione gesuitica è bene accetto anche oltre Tevere e ognuno sa quanto in Italia contino certe benedizioni.

Ha scecherato in giusta quantità la mistura dei molti ingredienti politici sul bancone alle sue spalle per trarne un cocktail di successo? Per salvare l’euro, disse che era pronto a fare tutto quello che serviva: lo fece e lo salvò, anche se questo ad alcuni continua a non andar giù. Non lo abbiamo sentito dire che anche per salvare l’Italia dallo sfacelo è pronto a fare whatever it takes”; però, nel cocktail del suo Governo ci ha messo componenti non presi dal bancone, quasi di rottura, per dargli un sapore destinato ad essere ricordato anche dai palati più fini e comunque da risultare gradito alle papille gustative della gente del nord, poco adusa ai sapori prettamente mediterranei.

Mai un Governo in Italia si è insediato con le disponibilità finanziarie di quello attuale, elargite in parte a fondo perduto dall’Europa, che chiederà però il conto minuzioso del loro impiego. Ma questo Governo dovrà rendere il conto anche agli Italiani, che chiedono quasi egoisticamente innanzitutto per l’oggi di sé stessi e solo in seconda battuta anche per il domani dei figli perché, per altro, son questi che si dovranno far carico di rendere quanto elargito a prestito ai loro padri per uscire dalla situazione emergenziale attuale.

Non potrà quindi essere un Governo di sole operazioni di contabilità e di tecniche annesse quello che potrà portare l’Italia fuori dal guado. Dovrà fare qualcosa di più e, se è vero, come disse Mahatma Gandhi, che “nessun fatto di vita si sottrae alla politica”, allora scienza e tecnica, come teoria e prassi, che sono indispensabili in ogni processo evolutivo, dovranno essere impiegate politicamente per la buona amministrazione dello Stato. Da chi lo ha già fatto, ci attendiamo che faccia ancora whatever it takes”. Si vales, vàleo.

armeno.nardini@bno.eu

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Articolo pubblicato il 15/02/2021