L’EDITORIALE DELLA DOMENICA DI CIVICO20NEWS - Francesco Rossa: Il tormentone dei Poteri forti

Urge uscire dalle frasi fatte e dai luoghi comuni

Nelle scorse settimane, nel corso del mandato esplorativo affidato  da Mattarella all’inconcludente Presidente della Camera dei deputati, tal Roberto Fico, avevamo tutti la sensazione di essere caduti ormai nel baratro, con l’Italia assediata dalla pandemia e dal morso di una situazione economica senza rimedio. C’è piovuta sul capo la soluzione Draghi, sulla cui origine e portata si è ormai scritto tutto e di più.  Non tiriamo le conclusioni, ma aspettiamo, con il distacco dovuto, l’evolversi dei fatti, con assoluta indipendenza di giudizio.

C’è però una litania che, come in altre occasioni, la pattuglia degli smandrappati, non ha perso occasione di rimettere in circolo. Quel tormentone dei “poteri forti”, di cui Mario Draghi sarebbe una delle massime espressioni, ovviamente senza prova di confronto, quasi si trattasse di un giudizio inappellabile. Ma tornando indietro nel tempo, non possiamo che ricordare comechiunque sia andato al potere, se riusciva a concretizzare, veniva di conseguenza classificato “forte”. E diventava establishment. Per il solo fatto che manovrasse le leve di comando. Se le hai in pugno, sei forte!

Seguendo il tormentone, se un qualcuno ha i mezzi, detiene  ovviamente, potere. I banchieri, i grandi imprenditori, le multinazionali e i grandi finanzieri fanno di diritto parte dei poteri forti. Così come chi comanda i servizi segreti, l’esercito, le forze dell’ordine. Per non parlare di chi domina il mondo della comunicazione. Soprattutto quella che conta di più, perché arriva alle masse: la comunicazione online. Quindi le principali fonti d’informazione di miliardi di esseri umani. O come la dirigenza di Google, che decide cosa farci vedere, e cosa no, nelle nostre ricerche.

Anche chi guida il governo di un Paese fa parte dei poteri forti. Nelle dittature,  il tiranno fa il bello e il brutto tempo nel suo Paese, ed è talmente forte che quasi nessuno osa ribellarsi. Ma anche nelle democrazie, la decisione di un premier può cambiare radicalmente il destino di una nazione. E più uno Stato conta nello scacchiere mondiale, più il suo capo è un potere forte. La Merkel è più forte di qualunque premier italiano, perché la Germania conta più dell’Italia, come gli Stati Uniti più della Germania.

Qual è il contrario di potere forte? Potere debole, ovviamente. Ma se un potere è debole, che potere è? E’ come l’insegnante scalcinato  che cerca di tenere a bada la classe indisciplinata, ma nessuno se lo fila. Mentre è un potere forte il prof. che mette tutti in riga, con autorevolezza, oppure con le note, e sbattendo fuori dalla classe chi fa casino.

Per questo è un controsenso prendersela con i poteri forti. E’ corretto, semmai, rimarcare che chi governa dev’essere stato eletto dal popolo, e non scelto da altri, ma questo, pur attualissimo è un altro discorso. Ma una cosa è inevitabile: chi va al potere diventa, automaticamente, per il solo fatto di essere nella stanza dei bottoni, un potere forte. Se ha una maggioranza forte, e un governo forte, che lo sostengono.

Basta seguire un ragionamento elementare per capire che un potere forte è meglio di un potere debole. Perché il potere forte può agire, mentre quello debole non combina nulla: non ha la forza di realizzare nulla. E in Italia ne sappiamo qualcosa. A patto, ovviamente, che il potere forte faccia il bene del Paese. Mentre il potere debole non fa il bene di nessuno, se non di chi riscalda una poltrona: perché, per male che vada, si porta a casa un bello stipendio.

Se per poteri forti intendiamo quelli che vengono chiamati i poteri occulti – ce ne sono mille:  la massoneria, il gruppo Bilderberg, gli Illuminati, i Templari, l’Opus Dei e così via; viene spontaneo l’accostamento con il giudoplutodemomassonico” di mussoliniana memoria.

Il ragionamento corretto dovrebbe portarci non a “poteri forti si o no”, ma “politici competenti si o no”. Non credo che uno valga uno, cioè che uno valga l’altro, come predicano i grillini. Ogni essere umano ha lo stesso valore davanti a Dio e davanti agli uomini e va trattato con lo stesso rispetto, che si tratti di un premio Nobel o di un analfabeta, di un miliardario o di un morto di fame.  Ma non metterei un clochard a capo del governo. Preferiamo però che ci governi una persona competente e capace. Uno che prima di entrare in politica abbia già dimostrato cosa sa fare.

Per riferirci all’orticello di casa nostra, Draghi, o chi per lui, risponde ai banchieri, alle multinazionali, ai massoni, agli Illuminati, ai Templari, all’Opus Dei? Può darsi. Ma siamo davvero così ingenui da pensare che un altro al posto suo, una volta a Palazzo Chigi, risponda e prenda le dritte dai disoccupati organizzati di Napoli, dai cocainomani o dai senza fissa dimora? Non prendiamoci in giro.

A parole, tutti si proclamano gran patrioti e giurano che vogliono servire il popolo. Poi, una volta al potere, la musica cambia. E se al governo ci va qualcuno che riesce a non farci sprofondare nella miseria, ma anzi a spendere bene i soldi in arrivo dall’Europa, e a creare ricchezza, usando bene i suoi contatti, approfittiamo del momento propizio. In molti stiamo ancora tremando al rischio che abbiamo corso per essere governati o condizionati da un Di Battista, un Fratoianni o per girarla nel tragicomico, da una spassosa Monica Amore, che pubblica vignette offensive, senza conoscerne il significato!

 

Francesco Rossa - Condirettore Responsabile e Direttore Editoriale.

 

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Articolo pubblicato il 21/02/2021