Mai come in questo momento di smarrimento e confusione generale abbiamo bisogno di azioni coerenti e costruttive. Il tessuto sociale e le relazioni che in esso si intrecciano, molte volte minati dai particolarismi esasperati, necessitano di nuove risorse e motivazioni per ripristinare le necessarie condizioni di base al fine di potersi esprimere secondo i principi di una dignitosa convivenza umana.

Le incertezze, i dubbi e le paure inevitabili, proprie del periodo che stiamo attraversando, portano con sé un forte desiderio di superare tutte le difficoltà che si frappongono tra l’attuale e un più sereno vivere quotidiano.

Grandi città e piccoli paesi devono, e dovranno ancora di più finita l’emergenza sanitaria, affrontare il tema di cosa fare dopo. E le risposte tardano a venire perché ancora non c’è sufficiente capacità di fare fronte comune, sinergia, tra tutti.

In questo non certo roseo clima assume quindi una ancora più rilevante importanza ogni piccolo segno di una controtendenza nei fatti (non solo nei proclami e nelle promesse).

Così mi ha piacevolmente colpito un articolo inviatomi da una cara amica, più attenta di me a questi segnali. In esso si tratta dettagliatamente l’inseminazione, la gestazione, la nascita e lo sviluppo di un’idea che ha saputo raccogliere intorno a sé tutto il necessario per la sua realizzazione pratica, superando ogni ostacolo, prevedibile o no.

È una bella storia (vera) di come si possano mettere insieme tutela dell’ambiente, bene della comunità, iniziative private e istituzionali al fine di realizzare un progetto utile per tutti.

Se queste parole sono riuscite a suscitare il vostro interesse e desiderate saperne di più, eccovi il link all’articolo:

http://www.piemonteparchi.it/cms/index.php?option=com_k2&view=item&id=4298:la-storia-del-bosc-grand&Itemid=147

Che sia di buon auspicio per il futuro di tutti noi e per la nascita di altre situazioni analoghe?

Certamente! (… se ognuno di noi farà la sua parte!)

foto e testo

pietro cartella