Cambio di passo

Nei giorni scorsi, parlando ai giovani d’una scuola romana, il nostro Presidente della Repubblica ha dichiarato che tra qualche mese potrà riposarsi. Non pare, infatti, che Sergio Mattarella sia disponibile per un secondo mandato dopo quello in corso, che scade a febbraio del prossimo anno. C’è tempo, quindi, per pensare alla sua sostituzione, ma qualche voce circola già.

Alcuni vedrebbero bene al suo posto Pier Ferdinando Casini: ha una lunga carriera politica alle spalle come Deputato, Senatore ed Europarlamentare ed ha collezionato onorificenze di riguardo in Santa Sede, in Francia, in Austria, in Portogallo, in Polonia, in Norvegia e anche a Malta e in Lituania; ha solo 65 anni ed è un europeista.

Personalità di spicco ventilate sono anche Gentiloni, Commissario europeo per gli affari economici e monetari e David Sassoli, Presidente del Parlamento europeo, ma c’è chi non dimentica né Giuliano Amato né l’inossidabile Romano Prodi.

Si sussurra di Francesco Rutelli, Dario Franceschini e Walter Veltroni; ma anche Giuseppe Conte non dispiacerebbe a chi ritiene che molto si è speso nella gestione iniziale di questa dannata pandemia e poco sia stato apprezzato.

“Il Sistema” denunciato da Palamara nel libro-intervista di Alessandro Sallusti ha offuscato alquanto l’immagine della nostra Magistratura, ma Gustavo Zagrebelsky è un costituzionalista di rango, che potrebbe guidare bene il nostro Stato.

L’onda del successo mediatico porta verso la Presidenza della Repubblica italiana il nome di Mario Draghi. Salvini ha dichiarato che, se volesse proporsi, avrebbe il suo “convinto sostegno”, ma per Enrico Letta “Draghi deve completare il suo lavoro da Premier”.

Il nostro Presidente del Consiglio, che ha nominato per la prima volta una donna a capo dei nostri Servizi Segreti, è intervenuto alla recente sessione di apertura del "Women political leaders Summit 2021” con un videomessaggio nel quale ha detto: “Solamente 22 Paesi hanno una donna che ricopre la carica di Capo di Stato o di Governo. Ben 119 Paesi – compreso il mio – non ne hanno mai avuto una”.

Quanti, anche per queste dichiarazioni, ritengono sia giunto il momento di un cambio di passo per la Presidenza della nostra Repubblica, mettono sommessamente in circolo i nomi di Emma Bonino e Paola Severino, con quello di Marta Cartabia. Draghi dovrebbe quindi continuare a fare “whatever it takes”, tutto ciò che è necessario: portare cioè una donna al Quirinale e continuare da Palazzo Chigi e spendere bene i denari del Recovery Fund, un “debito buono” contratto “all’alba della ripresa della economia italiana”.

Si vales, vàleo. Armeno.nardini@bno.eu

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 29/06/2021