Così farò. Storia di un bevitore

Il romanzo di Matteo Bottone considera, con partecipe simpatia, il problema della dipendenza dall'alcol

Alessandro Logareli, il protagonista di Così farò. Storia di un bevitore, recente romanzo breve di Matteo Bottone (De Ferrari, 2021) riceve la notizia dell’imminente esumazione del padre.

Questo fatto lo farà ritornare con i ricordi a “leggere” la propria vita: memorie d’infanzia, amori falliti, traumi e passioni in un tormentato intreccio segnato dall’abuso dell’alcol.

Il suo percorso interiore lo porterà a comprendere l’origine del suo stare male e la voglia di “voltare pagina”.

Questa è la trama del romanzo e lo stesso autore chiarisce nella nota introduttiva il suo coinvolgimento sentimentale: “Così farò” tocca un argomento che definirei ostico e problematico, quello della dipendenza dall’alcol.

Mi sembra importante far sapere al lettore che la figura del protagonista ricalca quella di una persona a me molto cara, che è stata importante per la mia formazione.

Mi ha insegnato molto di ciò che conosco della Letteratura, suggerendomi i testi da avvicinare con la lettura e lo studio.

Dedico questo mio libro alla sua memoria.

 

La vicenda di Alessandro Logareli è scandita in undici capitoli che analizzano momenti diversi della vita del protagonista, invariabilmente conclusi dalla frase “Non ho la forza di andare al cimitero. Così farò.”.

È il capitolo finale, dal significativo titolo di “Voltare pagina”, a segnare il lieto fine, che ci auguriamo duraturo del suo protagonista.

Il romanzo di Matteo Bottone considera, con partecipe vicinanza umana, il problema della dipendenza dall’alcol e vede nell’introspezione il mezzo per porvi rimedio, come indica l’epigrafe costituita da una affermazione di Carl Gustav Jung “Non c’è presa di coscienza senza dolore”. Nel racconto vediamo dunque dipanarsi un percorso intimo che l’Autore così tratteggia: “Descrivere chi siamo è come fare un viaggio nella penombra, non tutto quel che si crede di vedere in noi stessi, a volte, corrisponde al vero.

Conoscersi nella propria oscurità non è compito facile e quello che di noi conosciamo è solo una piccola parte di ciò che siamo”.

È interessante sottolineare come il capitolo “I ricordi danno malinconia” introduca, fra altri ricordi, quello di Ninì Maciste descritto come “un uomo che, in una grande piazza della mia città, tutte le domeniche mattina di settembre si esibiva in un numero un po’ speciale. Vestito con un’improbabile tunica tigrata … sostava davanti ad un grande masso di granito”.

Si tratta di una rivisitazione di un personaggio torinese, Gioacchino Marletta (1935 – 2001), ultimo artista di strada della tradizione di Porta Palazzo, sepolto al Cimitero Monumentale fra gli illustri cittadini. E di questo “cameo”, per dirlo in linguaggio cinematografico, del personaggio portapalatino di un significativo periodo della vita della nostra Città siamo personalmente grati all’Autore.

 

Matteo Bottone, nato nel 1957, per decenni docente di Materie letterarie e Comunicazione visiva, è da sempre innamorato dell’Arte in tutte le sue espressioni. È autore di romanzi, saggi e sillogi poetiche.

Nel 2019 ha pubblicato presso De Ferrari editore “Velate Impronte” (Premio Letterario Internazionale Casinò di Sanremo Antonio Semeria 2019 - Premio Nazionale di Poesia - Alda Merini, sesta edizione) e nel 2021, con Impremix-Edizioni Visual Grafica, “Graffi sul mio tempo”.

 

Matteo Bottone

Così farò. Storia di un bevitore

De Ferrari, Genova, 2021, 72 pp., € 11,90.

 

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Articolo pubblicato il 24/12/2021