Guerra all'Ucraina! Putin fa la sua mossa.

L’accelerazione del presidente russo ha sorpreso molti anche a Mosca, dove ci si chiede quale sarà il prossimo passo.

Erano le 4 del mattino di ieri, quando Putin ha dato l’ordine di attacco. L’Ucraina è invasa. Missili su Kiev. Invasione del porto di Mariupol e di Odessa. Mentre l’esercito ucraino era concentrato sul Donbass, l’Ucraina occidentale rimane paralizzata e senz’acqua. Tutto secondo i piani. Tutto previsto, o quasi.

Gran parte degli analisti occidentali dava per scontato che l’attacco non ci sarebbe stato, e invece, nel cuore della notte è arrivato. Noi di Civico20news da mesi abbiamo trattato l'argomento, sostenedo di come fosse più che possibile un attacco russo nella regione. Dei tanti che deridevano una simile ipotesi, ieri si saranno ricreduti.

Il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato un’operazione militare speciale per “demilitarizzare e denazificare” l’Ucraina. L’invasione è iniziata immediatamente dopo. L’esercito russo ha iniziato un’operazione su larga scala. Un’ora dopo anche da Nord, dalla Bielorussia, arriva l’attacco.

Subito dopo vengono avvistati movimenti di truppe anche dalla Crimea. L’Ucraina è invasa e attaccata su più fronti. Il dado è tratto!

Putin ha fatto la sua mossa finale per chiudere definitivamente la partita. Ma come ogni buon scacchista che si rispetti, ha già pianificato le possibili ripercussioni. Le “famose” sanzioni, oramai ventilate come il vangelo dai media occidentali, non spaventano nessuno, se non gli stessi partner della Nato nell’Europa occidentale, ancora dipendenti energeticamente dalla Russia.

Putin ha giustificato l’attacco asserendo che lo scopo di una simile operazione “è proteggere le persone che da otto anni sono vittime di intimidazioni e genocidi da parte del regime di Kiev”. L’idea da parte russa è quella di liberare l’Ucraina da un governo illegittimo e criminale che danneggia, oltre i russofoni, anche gli stessi ucraini.

Il nostro centrodestra, oramai anch’esso molto lontano dalle storiche posizioni di “Pratica di Mare”, ha abbandonato ogni rapporto con Mosca, per schierarsi completamente sul campo Atlantico.

Molti Paesi occidentali sostengono l’Ucraina, tuttavia Putin avverte che “chiunque intenda ostacolarci o minacciare il nostro Paese e il nostro popolo deve sapere che la risposta russa sarà immediata e avrà conseguenze mai viste nella sua storia”.

Il presidente ucraino Zelensky ha parlato alla nazione attorno alle 6 del mattino, confermando che la Russia ha effettuato attacchi missilistici sulle infrastrutture dell'Ucraina e sulle guardie di frontiera ucraine con esplosioni in molte città del Paese.

La Nato invece ha parlato per bocca del suo segretario generale, Jens Stoltenberg, che ha condannato fermamente “l'attacco sconsiderato e non provocato della Russia all'Ucraina, che mette in pericolo innumerevoli vite civili”. Gli Alleati della Nato, ha aggiunto, “si uniranno per affrontare le conseguenze delle azioni aggressive della Russia. Stiamo con il popolo ucraino in questo momento terribile. La Nato farà tutto il necessario per proteggere e difendere tutti gli alleati”. 

Tra gli obiettivi più rilevanti conquistati nelle fasi iniziali dalle truppe russe spicca la cittadina di Nova Kakhovka, 60 km a nord dell’istmo di Crimea, sede dell’invaso idrico sul fiume Dnepr che prima del 2014 riforniva di acqua dolce la penisola (85% del fabbisogno). Mosca dimostra di voler risolvere in via definitiva la pesante crisi idrica che da otto anni colpisce la regione annessa alla Russia.

Militari russi hanno anche preso il controllo dell’aeroporto cargo Antonov, presso Hostomel, a circa 25 chilometri da Kiev; le truppe ucraine stanno combattendo per riconquistarlo.

Sul fronte marittimo si segnala l’attacco di due navi russe all’Isola dei Serpenti (Ucraina) prospiciente le coste della Romania. Se fosse catturata dalle Forze moscovite, la città portuale di Odessa risulterebbe completamente isolata e Kiev sarebbe impossibilitata a praticare qualsiasi collegamento navale con i partner occidentali. Inoltre, se sull’isolotto venisse dispiegata la missilistica tattica russa, l’importante base multinazionale “Mihail Kogalniceanu” della Nato nei pressi di Costanza sarebbe bersagliabile, e dunque inibita nelle azioni di contrattacco o di polizia aerea. Il possesso russo dello scoglio eusino potrebbe agevolare un eventuale ponte aereo tra Sebastopoli (Crimea) e l’aeroporto militare di Tiraspol (Transnistria).

Missili e sirene degli allarmi antiaereo risuonano anche nella città di Leopoli, già finita sotto attacco nella giornata di giovedì. Nel frattempo, l’attacco con missile nella capitale Kiev prosegue.

Secondo il ministero della Difesa ucraina i russi hanno sequestrato due carri armati ucraini, hanno indossato le uniformi ucraine e li stanno muovendo verso il centro della capitale. Zelensky accusa le forze armate russe di aver colpito anche “obiettivi civili” e lancia l’allarme, spiegando che quella odierna sarà “la giornata più dura “.

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Articolo pubblicato il 25/02/2022