Lunedì 28 febbraio: giornata densa su più fronti del conflitto tra Russia e Ucraina

Manifestazioni in Bielorussia, voci dall’assemblea dell’ONU, un primo dialogo a Gomei tra Kiev e Mosca

Notizie di agenzia e del Washington Post, riportano notizie di manifestazioni popolari a Minsk, capitale della Bielorussia. I cittadini protestano contro il coinvolgimento nel conflitto ucraino della loro nazione, governata dal seguace di Putin, Aleksandr Lukashenko.

Nei video postati su Twitter dai leader dell’opposizione bielorussa, i   manifestanti gridano: “non vogliamo essere complici in questa guerra! No alla guerra! Non vogliamo lanciare missili contro i nostri vicini!”

Risulta invece che il governo bielorusso, nei giorni precedenti aveva avuto l’approvazione all’intervento armato tramite un referendum votato dal 78% della popolazione, di cui il 65% ha detto sì.

L’ex ministro della difesa ucraino Zagorodnyuk ritiene ormai scontato l’intervento di Minsk a fianco delle truppe del Cremlino e la recente dichiarazione di Lukashenko di uscire da uno stato di non allerta nucleare, è un ulteriore segnale di preoccupante escalation, nella quale, come sempre, la voce popolare è inascoltata. Informazioni di fonte russa riferiscono che le truppe aviotrasportate dell’esercito bielorusso sono già sugli aerei, pronte per penetrare in Ucraina.

Nel frattempo, in diretta dalla tv, alle 17:00 circa del 28 febbraio, all’assemblea straordinaria dell’ONU, il rappresentante della Federazione Russa, con un accorato discorso, motivava l’intervento delle truppe di Mosca in Ucraina.

Il primo motivo è legato agli otto anni di continue e inascoltate denunce presentate proprio alle Nazioni Unite, relative ai massacri delle popolazioni civili nelle repubbliche separatiste del Donbass, da parte di formazioni dell’estrema destra appoggiate dal governo di Kiev. Il secondo, espresso in modo dettagliato, si rifà alla volontà dell’Ucraina di entrare a far parte della NATO. Questione più volte ritenuto inaccettabile da parte della Russia in un contesto geopolitico in cui storicamente si sente minacciata, ma a detta dell’oratore, mai messa sul tavolo delle trattative dai paesi della NATO.

Poco prima era stato il turno del rappresentante dell’Ucraina che forniva un quadro generale diverso e divergente. Mentre tutto questo accade, durante l’incontro delle delegazioni russa ed ucraina, avvenuto proprio in Bielorussia, le due parti hanno giocato le prime carte: l’Ucraina ha chiesto la cessazione degli attacchi civili e il ritiro delle truppe. Il Cremlino ha chiesto il riconoscimento della Crimea… Un primo dialogo, il prossimo sarà in Polonia, ma intanto, ancora si spara e si muore tra le parti sul campo. Agenzia Ansa: invio di nuovi carri armati dalla Russia, colpito un deposito di rifiuti radioattivi…

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Articolo pubblicato il 01/03/2022