I Comboniani accolgono e curano i profughi di guerra

Il bene fatto dai Cattolici rischia di passare sotto traccia.

La vicenda dei profughi ucraini continua a tener banco sui social e sui canali del mainstream dell’informazione senza però dire che chi si sta prodigando maggiormente per aiutare chi è nell’indigenza è – come sempre – la Chiesa Cattolica mediante le sue Congregazioni Religiose.

Nelle scorse settimane vi ho parlato dell’impegno dei Religiosi Orionini e dei Frati Minori Conventuali. Oggi invece vi parlerò di quello che stanno facendo i Missionari Comboniani del Cuore di Gesù.

Nei giorni scorsi ho chiamato la Curia Generale dei Comboniani a Roma per sapere che cosa la congregazione stia facendo per aiutare i profughi ucraini. Uno dei religiosi mi ha fatto presente che “le comunità comboniane di Cracovia e Varsavia si sono impegnate fin dall’inizio nell’accoglienza ai rifugiati”.

Padre Marek Tomasz, in una sua nota esplicativa, ha detto che il numero dei rifugiati “cambia ogni giorno perché ne arrivano alcuni, altri partono verso l’Europa occidentale; altri ancora si trovano nelle nostre case dall’inizio del conflitto. In questo momento ci sono circa 30 persone. Sono donne e bambini, il più piccolo ha solo un anno e la donna più anziana ne ha 82”.

E quando si chiede ai Comboniani che cosa facciano in concreto per aiutare queste persone ci si sente rispondere che “si dà loro vitto e alloggio. Tuttavia, spesso hanno bisogno di altri tipi di assistenza, come la legalizzazione dei documenti, un aiuto nella ricerca di un lavoro o di un appartamento indipendente. Alcuni di loro credono che la guerra finirà presto e quindi non hanno nemmeno intenzione di regolarizzare la loro permanenza, sono tristi, a volte anche disperati”.

Siccome c’è una pandemia in corso i missionari si occupano anche della cura sanitaria delle persone. Padre Marek fa sapere che “la situazione dei bambini piccoli è particolarmente delicata. Alcuni di loro hanno delle malattie virali a causa del viaggio, del cambiamento di cibo e di abitudini, e forse anche per la mancanza di vaccinazioni, come dicono alcuni medici. Cerchiamo di aiutare le mamme di questi bambini organizzando dei presidi medici improvvisati”.

Perché la Chiesa fa tutto questo per persone che – nella maggior parte dei casi – non sono neppure Cattoliche?

La risposta di padre Tomasz è semplice quanto disarmante: “Crediamo di realizzare il nostro carisma missionario qui e ora, compiendo il desiderio di San Daniele Comboni, che ha vissuto per i più bisognosi, che ora sono quelli che fuggono dall’inferno della guerra. Chiediamo a tutti una preghiera per la fine della guerra e per la pace in Ucraina”.

La Chiesa Cattolica si sta dando un gran da fare per aiutare chi è nel bisogno e nell’indigenza. Il mainstream dell’informazione racconta solo di quel che stanno facendo le star internazionali, i campioni dello sport, le associazioni politiche ma ignora – credo volontariamente – il bene che viene compiuto da chi crede in Gesù Cristo.

Noi di “Civico 20” come sempre cerchiamo di raccontarvi ciò che la maggioranza non narra perché la vera informazione non ha né colore politico, né credo religioso, né discriminante di sorta.

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Articolo pubblicato il 27/03/2022