Il pensiero di Mario Adinolfi in vista delle Elezioni Amministrative

Intervista esclusiva al fondatore del "Popolo della Famiglia"

Il 12 giugno si avvicina e i candidati che si presenteranno alle prossime Elezioni Amministrative iniziano a farsi vedere in giro per la città di Cuneo.

Tra le tante liste che correranno per entrare in consiglio comunale vi è quella del “Popolo della Famiglia” che sosterrà la candidatura a sindaco di Giuseppe Lauria.

Per cercare di conoscere a fondo il programma e le motivazioni che hanno spinto questa lista a correre in ben tre capoluoghi del Piemonte – fra cui Cuneo – ho preso contatti con il suo fondatore Mario Adinolfi a cui ho posto tre semplici domande.

Adinolfi, l’11 marzo 2016, lei diede vita al “Popolo della Famiglia” per dare una rappresentanza politica alle famiglie, ai giovani e ai bambini. Quale bilancio può tracciare dopo sei anni di presenza nel mondo politico italiano?

Il “Popolo della Famiglia” è riuscito nell’obiettivo fondamentale che si era proposto: costruire una casa dove gli elettori di ispirazione cristiana potessero trovarsi senza imbarazzo sapendo di tenere accesa una storia gloriosa e ultracentenaria, apertasi con l’impegno di don Luigi Sturzo e del “Partito Popolare” contestando gli opposti estremismi degli Anni Venti del secolo scorso.

Abbiamo fatto arrivare un partito popolare organizzato di ispirazione cristiana agli Anni Venti del ventunesimo secolo. Senza di noi la storia dei cristiani impegnati in politica si sarebbe estinta. Oggi tutti conoscono il “Popolo della Famiglia” come partito popolare organizzato in ogni zona d’Italia, la casa è in piedi, la storia è proiettata nel presente e nel futuro.

Ora lavoriamo alla crescita progressiva del radicamento del “Popolo della Famiglia” e all’obiettivo di portarlo in Parlamento e al governo del Paese.

Nel 2019 il “Popolo della Famiglia” si presentò alle Elezioni Regionali del Piemonte con il candidato Valter Boero. 12.250 piemontesi diedero la loro preferenza alla sua lista segnando un dato non trascurabile. Come pensa che andranno le prossime Elezioni Amministrative del 12 giugno?

Già nel 2016 a Torino partimmo con un significativo 0.55%, in crescita allo 0.67% alle politiche del 2018 e ancora in crescita allo 0.79% alle regionali 2019. Abbiamo anche eletto il nostro Coordinatore Regionale Lucianella Presta in Consiglio Comunale a Pianezza (To) e una nostra pattuglia nel piccolo Comune di Roure (To).

Ora le elezioni del 12 giugno 2022 segnano il percorso di crescita del “Popolo della Famiglia” su tutto il territorio piemontese. Il primo sondaggio che è uscito vede il “Popolo della Famiglia” all’1.1% ad Asti, un’area dov’eravamo pressoché assenti. Respiriamo un’atmosfera di importante sostegno delle famiglie al “Popolo della Famiglia”, dopo anni di fatica e sacrifici imposti dal Governo in particolar modo ai ceti medio-bassi.

Noi abbiamo una proposta di governo alternativa a quella antipopolare del Governo Draghi: la nostra proposta mette la famiglia al centro e vede nella denatalità la principale tragedia del Paese. Vogliamo rispondere al clima plumbeo di questi mesi con una nuova primavera italiana fondata sulle famiglie e sui giovani che fanno figli, recuperando speranza e garantendo casa e lavoro.

Adinolfi, avete deciso di correre in tre capoluoghi di provincia piemontesi come Alessandria, Asti e Cuneo. Scelta coraggiosa ed ammirevole. Qual è l’obiettivo che si pone il “Popolo della Famiglia”?

L’obiettivo è sempre lo stesso: mettere il simbolo del “Popolo della Famiglia” sulla scheda elettorale, sottoporlo al giudizio dei Cittadini facendo conoscere i nostri programmi, infine raccogliere un consenso che possa essere determinante per la costruzione degli equilibri. Speriamo davvero di misurare un consenso in crescita rispetto al già pregevole risultato delle Elezioni Regionali.

Chiediamo il voto a tutti coloro che in questi anni hanno deciso di non credere più alla politica, che si sono rifugiati nell’astensione, che votano turandosi il naso. Ora basta!

Il voto al “Popolo della Famiglia”, soprattutto se si è Cristiani, lo si dà con il sorriso perché si sa che è un voto consegnato a persone che credono in valori profondi, è un voto a persone che non tradiscono.

Mario Adinolfi è stato chiaro. Votare “Popolo della Famiglia” significa dare un segno di forte rottura e discontinuità con le politiche di Mario Draghi e di quei sindaci che non hanno avuto il coraggio di fondare la loro azione amministrativa sulle famiglie e sul loro potenziale.

Per il “Popolo della Famiglia” bisogna ripartire dalle giovani coppie affinché possano lavorare, acquistare casa e mettere in piedi famiglie sane, felici e con prole.

Saranno queste le carte vincenti per aggiudicarsi un posto in consiglio comunale?

Sicuramente seguiremo il proseguo della campagna elettorale e vi terremo aggiornati.

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Articolo pubblicato il 05/05/2022