Elly Schlein

Sarà lei il nuovo segretario dem che rimpiazzerà Letta dopo la sconfitta alle urne?

Voci di corridoio dicono che il PD, stia scegliendo un nuovo segretario del partito, si presume in perfetta assonanza con l’atlantismo di cui è grande fautore.

 

Sempre le stesse voci di corridoio sussurrano un nome: Elly Schlein, che sappiamo essere nata a Lugano nel 1985, da famiglia di ebrei aschenaziti originari di Leopoli in Ucraina, emigrati al tempo delle persecuzioni negli Stati Uniti. Il loro cognome Schleyen fu mutato in quello attuale al loro arrivo ad Ellis Island, per semplificarne la pronuncia.

 

Di Elly Schlein sappiamo che ha fatto la campagna elettorale per Obama in USA e potrebbe quindi essere un ottimo collegamento con il Partito Democratico statunitense di cui Joe Biden è valido rappresentate.

 

Di Elly Schlein sappiamo che potrebbe essere un anello di collegamento molto ben visto dal “mondo di Davos” dove fioriscono intelligenze del calibro di Yuval Noah Harari, il braccio destro di Schwab, con il quale condivide l’appartenenza al mondo lgbtq+.

 

Di Elly Schlein sappiamo che è cittadina americana, svizzera e italiana; dichiara di aver trovato “casa” in Emilia Romagna, di cui è diventata vice governatore nel 2020 con un numero impressionante di voti personali.


Nel 2014, è stata eletta parlamentare europea sempre nel Partito Democratico, schieramento da cui ha dato le dimissioni nel maggio 2015, per incompatibilità con la “deriva” capitanata da Matteo Renzi.

 

Secondo la dirigenza del PD sarebbe la persona adatta per avvicinarsi ai problemi del popolo e della classe lavoratrice… sebbene le sue frequentazioni non si possano definire in ambito proletario.

 

Sarebbe una perfetta antitesi di Giorgia Meloni: combatterebbe affinché non venga messo in discussione il “diritto all’aborto”, cosa per altro difficilmente contestato qui in Italia, con buona pace di personaggi come il senatore Simone Pillon (non rieletto nelle ultime votazioni).

 

La legge 194 del 22 maggio 1978 prevede l'interruzione volontaria di gravidanza come pratica autorizzata a discrezione della donna e nei primi mesi della gestazione. Se problema c’è non è imputabile alla legge, ma piuttosto all’obiezione di coscienza di medici ginecologi, anestesisti, infermieri e OSS.  

 

Diversa è la situazione negli Stati Uniti dove la Corte Suprema in data 24 giugno 2022 ha sovvertito il proprio stesso precedente, stabilendo che il diritto all'aborto non è protetto dalla Costituzione e di conseguenza non si tratta più di un diritto federale.

 

Si è altresì stabilito che ogni Stato è libero di applicare la propria legge in materia: in molti casi sono stati chiamati i cittadini a chiarire - attraverso referendum - la propria posizione, cosicché è stata la popolazione a stabilire il quanto.

 

C’è anche da chiarire che in USA, attorno all’interruzione di gravidanza, fiorisce un vasto mercato di traffico di organi smascherato e testimoniato da giornalisti d’inchiesta attraverso video impressionanti: quando si parla di più di 330.000 aborti all’anno c’è da porsi qualche domanda e magari fare qualche indagine più approfondita.

 

L’associazione Planned Parenthood di cui Bill e Melinda Gates sono benefattori non sembra voglia rispondere adeguatamente: sull’argomento consiglio caldamente il video di Roberto Mazzoni: Joe Biden e la vergogna dei cattolici americani – MN #113.

 

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Articolo pubblicato il 05/10/2022