Maria Gaetana Agnesi, la più celebre matematica del settecento lombardo Parte II

Una donna di straordinaria cultura scientifica e filosofica che dedicò la sua vita ai più deboli

Parte II

Prima parte: https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=46110

La  scelta religiosa e l’attività assistenziale

Dopo la pubblicazione delle Istituzioni analitiche ad uso della gioventù italiana, all’apice della fama e con la prospettiva di un’attività culturale di altissimo livello, Maria Gaetana Agnesi prende una decisione che stupisce e quasi scandalizza la sua famiglia e la società colta e benestante in cui è inserita. Decide infatti di abbandonare la sua situazione privilegiata e di dedicarsi alla cura dei più deboli, i poveri e i malati che trascinano la loro miserabile esistenza nella Milano del settecento. Anzi vorrebbe addirittura prendere i voti, ma questo risulta davvero troppo per il padre Pietro, che vede svanire le sue speranze di dare lustro al proprio nascente “casato” attraverso le doti intellettuali della figlia.

Si arriva così ad un compromesso: Maria Gaetana resta all’interno della famiglia, ma con la libertà di vivere senza impedimenti la sua vocazione religiosa, che si viene definendo come esercizio attivo di amore e solidarietà verso i più deboli, in particolare le donne sole e malate.

Una scelta controcorrente anche a livello culturale e politico, considerato che la tradizione cattolica era allora sottoposta ad una dura critica “secolarizzante” e il ruolo sociale della Chiesa cattolica tendeva ad essere ridimensionato. Nel 1752, dopo la morte del padre, Gaetana, libera da ogni  obbligo familiare, si può dedicare ai suoi interessi religiosi e assistenziali. Sono gli anni dell’”Academia dei Pugni” e del “Caffè” dei fratelli Verri, del dibattito sulla costruzione di un’assistenza pubblica e laica, sottraendola ai movimenti religiosi  spesso disorganizzati e poco efficienti. L’Agnesi non partecipa al fermento culturale dell’epoca, ma si dedica semplicemente a curare i più poveri e i più bisognosi con  umiltà e dedizione, al punto di esaurire la propria cospicua eredità.

Nel 1772, in nome della sua attività  a favore dei poveri, viene nominata direttrice  del reparto femminile del Pio Albergo Trivulzio, un’istituzione nata l’anno prima grazie alla generosità del principe Antonio Tolomeo Trivulzio, allo scopo di aiutare  i più poveri nelle loro necessità, in  particolare gli anziani. Come noto, questa istituzione esiste ancora oggi ed è chiamata familiarmente a Milano “la Baggina”.

L’Agnesi dedica tutta sé stessa alla cura delle ospiti del Pio Albergo Trivulzio, ma non si limita a curare le piaghe delle sue assistite, a lavarle e a  nutrirle, ma si occupa anche di  parlare con loro, di ascoltare le loro storie e di rendere, per quanto possibile, la loro malattia meno dolorosa anche dal punto di vista psicologico. Il tutto mentre, nonostante passi la sua vita tra le mura del Pio Albergo Trivulzio, quando arrivano a Milano importanti personaggi dell’epoca, molti chiedano di parlare con l’illustre scienziata, come accadde con l’erede al trono di Svezia nel 1772.

Insomma l’Agnesi, all’apice del successo e della notorietà dopo la pubblicazione delle Istituzioni, passò tutta la seconda parte della sua vita ponendosi al servizio degli altri, compiendo una scelta difficile nei confronti  della sua famiglia e del mondo sociale e politico cui apparteneva.

Morì infatti nel 1799 nel suo modesto appartamento al Pio Albergo Trivulzio tra l’affetto di coloro che aveva curato con tanto amore e dedizione. Chiese, e fu accontentata, di essere sepolta in una fossa comune, come le altre donne a cui si era dedicata.

Una donna, potremmo concludere, una scienziata, una filosofa, ma soprattutto una religiosa che fece della carità verso gli altri la cifra della sua esistenza. Una carità che a tratti assume i caratteri dell’eroismo, sorretta da un carattere fiero e deciso che le consentì di  portare a termine il suo progetto di vita, nonostante gli ostacoli, sempre rispettando anche le posizioni degli altri e attenta a  non provocare sofferenze.          

 

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Articolo pubblicato il 11/11/2022