“Il Fagotto Virtuoso”, a Torino

Concerto con Andrea Corsi (fagotto) ed Elisabetta Piras (pianoforte), presso l’Oratorio di San Filippo Neri - Organizza l’Accademia Corale Stefano Tempia

A Torino, domenica 11 dicembre, alle ore 17:30, il cartellone di concerti autunnali dell’Accademia Corale Stefano Tempia proporrà, presso l’Oratorio di San Filippo Neri, in via Maria Vittoria, 5, il concerto “Il Fagotto Virtuoso”, con Andrea Corsi (fagotto) ed Elisabetta Piras (pianoforte).

Questo il Programma:

Edward Elgar (1857-1934)

Romance op. 62

Robert Schumann (1810-1856)

Phantasiestücke op. 73

Zart und mit Ausdruck – Lebhaft, leicht – Rasch und mit Feuer

Gioachino Rossini (1792-1868)

Petite Pensée da Péchés de vieillesse (pianoforte solo)

Robert Schumann

3 Romanzen op. 94

Nicht schnell – Einfach, innig. Etwas lebhafter – Nicht schnell

Gioachino Rossini

Une caresse à ma femme da Péchés de vieillesse (pianoforte solo)

Gioachino Rossini

Concerto per fagotto e orchestra. Concerto da Esperimento

Allegro – Largo - Rondò: Allegretto

Gioachino Rossini

Chansonette da Péchés de vieillesse (pianoforte solo)

Astor Piazzolla (1921-1992)

Café 1930 da Histoire du Tango

Leggiamo nella Nota di sala di Danilo Karim Kaddouri:

La Romanza (Romance) in re minore op. 62 è una composizione per fagotto e orchestra (eseguibile anche in una versione con accompagnamento pianistico) che Edward Elgar compose nel 1910 per Edwin F. James, fagottista presso la London Symphony Orchestra. La composizione è coeva di due opere monumentali (il Concerto in si minore op. 61, per violino e orchestra e la Sinfonia n. 2 in mi bemolle maggiore op. 63) e da queste si discosta per la sua brevità e per il suo tono intimo e garbato.

I Fantasiestücke op. 73 e le Drei Romanzen op. 94 furono composte da Robert Schumann nel 1849, un anno di grandissimo fervore creativo per il compositore tedesco: a riprova di ciò, si consideri che entrambe le composizioni furono scritte in una manciata di giorni, rispettivamente, del febbraio e del dicembre di quell’annus mirabilis. Nessuna delle due composizioni è esplicitamente destinata al fagotto. I Fantasiestücke op. 73 sono infatti stati composti per clarinetto e pianoforte, ma lo stesso Schumann previde la possibilità di sostituire il clarinetto con un violino o con un violoncello: eseguire la parte del solista con un fagotto (invece che con un violoncello) appare dunque perfettamente sensato. Un discorso leggermente diverso vale per le Drei Romanzen op. 94, originariamente scritte per oboe e pianoforte. Quando Schumann le inviò al proprio editore, Nikolaus Simrock, quest’ultimo gli propose di pubblicare delle versioni alternative (per violino e per clarinetto) della parte solistica, ma il compositore oppose un netto rifiuto alla proposta, affermando che se i pezzi fossero stati concepiti per uno strumento diverso dall’oboe avrebbero preso una forma totalmente differente.

Una versione per violino e pianoforte fu tuttavia stampata contro la volontà del compositore e fu inclusa da Clara Wieck, la moglie di Schumann, nel catalogo delle composizioni del marito. In questo concerto, la parte solistica sarà affidata al fagotto, uno strumento che, da un punto di vista organologico, è affine all’oboe (entrambi sono strumenti ad ancia doppia). I Phantasiestücke op. 73, da un punto di vista formale, appaiono, complice il ricorso alla circolarità tematica, come un unico pezzo diviso in tre sezioni caratterizzate da una progressiva accelerazione dei tempi: a un primo movimento Zart und mit Ausdruck (Dolce ed espressivo), seguono infatti un secondo tempo Lebhaft, Leicht (Vivace e leggero) e un terzo tempo Rasch mit Feuer (Presto con fuoco). Le Drei Romanzen op. 94 sono invece tre piccole composizioni in forma ternaria che, nonostante la semplicità della concezione formale e il moderato impegno virtuosistico richiesto all’esecutore, si sono conquistate un posto di primissimo rilievo nel repertorio cameristico per strumenti a fiato.

La storia del Concerto da esperimento per fagotto di (o, meglio, attribuito a) Gioachino Rossini è alquanto tortuosa. Si dice infatti che Rossini lo abbia scritto per il saggio di diploma del fagottista Nazareno (o Nazzareno) Gatti, studente del Liceo Musicale di Bologna, istituto del quale il pesarese era consulente perpetuo onorario.

Val la pena osservare, a margine di questi resoconti storici, che Gatti divenne poi docente di fagotto presso lo stesso Liceo Musicale e della sua attività didattica rimane una traccia ancora oggi: egli è infatti autore di una raccolta di 22 grandi esercizi adottati dalle scuole di fagotto dei conservatori.

Tornando al concerto per fagotto, sembra alquanto improbabile che esso sia frutto della mano di Rossini: negli anni in questione (1845 – 1846) egli non godeva di buona salute e non aveva scritto nuova musica, quindi sembra poco plausibile che abbia composto il concerto per il saggio finale (esperimento, secondo la dizione dell’epoca) di Nazareno Gatti.

È invece possibile che il concerto sia opera di un allievo di Rossini (o forse dello stesso Gatti) che lo scrisse rifacendosi allo stile del maestro, magari sviluppando delle idee da lui fornitegli. Il fatto che la partitura riporti il nome di Rossini appare quindi il frutto di una pratica all’epoca abbastanza diffusa: quella di attribuire una composizione a un nome celebre per favorirne la diffusione.

I brani per fagotto e pianoforte proposti dal programma saranno intercalati da alcune composizioni per pianoforte solo tratte dai Peccati di vecchiaia (Péchés de vieillesse) di Gioachino Rossini.

Com’è noto, i Peccati di vecchiaia sono delle raccolte di composizioni che egli scrisse negli ultimi anni della sua vita e che erano pensate per essere eseguite nel salotto della sua villa a Passy, presso Parigi. Il totale consta di centocinquanta composizioni suddivise in quattordici raccolte e comprende in gran parte brani per pianoforte solo e per voce o ensemble vocale con accompagnamento pianistico.

Il concerto è chiuso da Café 1930 di Astor Piazzolla, secondo movimento di una composizione (Histoire du Tango) che illustra la nascita e l’evoluzione di quel genere musicale di cui il compositore argentino è stato maestro indiscusso.

Andrea Corsi si diploma giovanissimo al Conservatorio S. Cecilia di. A soli 13 anni entra a far parte della Orchestra Giovanile Italiana, dell’Accademia Chigiana e a Fiesole, e nel giro di pochi anni, vince la borsa di Studio Enzo Muccetti a Lanciano. Dal 1990 è stato primo fagotto dell’Orchestra Sinfonica della RAI di Roma, e ha ricoperto lo stesso ruolo fino all’Ottobre 2022 nell’Orchestra Sinfonica Nazionale RAI a Torino.

Ha all’attivo un’intensa attività di Docente. Ha insegnato al Conservatorio S. Cecilia di Roma, in numerosi altri Conservatori, oltre che alla “Scuola di Alto Perfezionamento” di Saluzzo. Attualmente è docente di fagotto al Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli.

Come solista e come camerista ha effettuato numerosissimi concerti, anche in diretta televisiva RAI, privilegiando quelli di Vivaldi, Mozart e Weber, e ha registrato undici CD con l’etichetta Mondo Musica di Monaco di Baviera.

Elisabetta Piras intraprende nell’infanzia lo studio del pianoforte, conseguendo poi il diploma in pianoforte al Conservatorio di Cagliari e in didattica della musica al Conservatorio di Torino.

Parallelamente alla carriera pianistica è impegnata nella ricerca musicologica. Laureata in discipline musicali e specializzata in didattica della musica, tiene seminari, conferenze e corsi collaborando con Conservatori e Università in Italia, dove all'università di Bologna è professore a contratto dal 2005, e all'estero.

Attualmente insegna storia della musica per didattica della musica e pedagogia musicale al Conservatorio “Vecchi-Tonelli” di Modena, oltre che pianoforte e propedeutica musicale presso i corsi di formazione musicale della città di Torino.

 

ACCADEMIA CORALE STEFANO TEMPIA

DOMENICA 11 DICEMBRE - ore 17.30

IL FAGOTTO VIRTUOSO

Oratorio di San Filippo Neri - Via Maria Vittoria 5 - Torino

Ingresso a 5 euro.

Link biglietteria  https://www.ticket.it/musica/evento/il-fagotto-virtuoso.aspx

Solo per informazioni dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12.30 scrivere segreteria@stefanotempia.it oppure telefonare al numero 389.9117174.

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Articolo pubblicato il 05/12/2022