Il toccare la parte dolente allevia il dolore.

Uno studio conferma la sua verità.

Una nuova ricerca ha confermato quanto il semplice atto di toccarsi una parte dolente del corpo porti al rilascio un di segnale antidolorifico. A portare avanti questa ricerca sono stati gli scienziati del McGovern Institute del MIT i quali hanno voluto approfondire se tale sensazione fosse solo un effetto placebo oppure fossere coinvolte aree specifiche del cervello.

Alleviare il dolore fisico semplicemente con il tocco è un gesto comune in ogni essere umano. I ricercatori hanno cercato di comprendere come il nostro quello percepisce e reagisce agli stimoli dolorosi. Da alcuni anni si era stabilito, con varie ricerche, che il segnale partente del midollo spinale era particolarmente coinvolto nell'attenuare il dolore.

I ricercatori dal dottore Fan Wang del McGovernement Istitut for Brain Research del MIT hanno voluto invece indagare su come il cervello si muova e quali siano le risultanze neurali che si verificano, in quanto, aree di questo tipo del cervello non sono state ampiamente identificate. Il motivo? Risulta essere complicato e, per alcuni versi difficile, rilevare le reazioni a stimoli dolorosi tra gli altri segnali neurali che si verificano.

Il gruppo di ricercatori coinvolti nello studio ha avuto modo di scoprire che quando ai topi venivano somministrati catalizzatori dolorosi sulle guance, questi, d’istinto, si asciugavano il viso con le zampe. Tuttavia nonostante agissero tale comportamento innato, è stato impossibile scoprire a fondo l'esatta reazione al dolore attivata al fine di stabilire se, il tocco fisico, avesse effettivamente diminuito il dolore.

"Se guardi il cervello quando un animale si strofina il viso, i segnali di movimento e tocco sopraffanno completamente ogni possibile segnale di dolore", spiega Wang. Nella progressione dello studio e per identificare eventuali segnali di diminuzione del dolore,il team di ricerca si è maggiormente interessato delle reazioni legate ai baffi dei topi. In particolare ai minuscoli fremiti prodotti. Questo è stato fatto, in quanto, i baffi dei topi forniscono informazioni vibrotattili al cervello. Così facendo vi era un parametro neurali di riferimento.

Il team di ricerca ha stabilito che il movimento dei baffi del topo cambia quando si toccano il viso con le zampe. "Quando gli stimoli spiacevoli sono stati applicati in presenza del loro fruscio vibrotattile autogenerato... rispondono molto meno", ha detto Wang.

Quando i topi erano agitati e muovevano più frequentemente e velocemente avanti e indietro, tendono a ignorare completamente gli stimoli dolorosi. Seguendo l’idea che la corteccia somatosensoriale, come quella dei topi, elabora i segnali tattili e dolorosi,  il team ha provveduto a riaggiornare i segnali per definire meglio i risultati.

"Le cellule che rispondono preferenzialmente al calore e al stimolo doloroso vengono attivate meno frequentemente quando i topi si agitano", ha detto Wang. "È meno probabile che mostrino risposte a stimoli dolorosi".  In poche parole è stato dimostrato che quando gli animali, se agitati o in frequenza vibrotattile elevata, si sfregavano le zampe sul viso per far fronte al dolore, i neuroni del cervello impiegavano più tempo per associare tocco e diminuzione del dolore.

“Quando c'è stimolazione del dolore, di solito la traiettoria delle dinamiche della popolazione si sposta rapidamente verso l'azzeramento. Ma se è presente già una frequenza di vibrazione elevata, ci vuole molto più tempo", ha continuato Wang.

Gli effetti del reazione neurale sui segnali del dolore sembrano dipendere da circuiti specializzati di elaborazione del tocco. Questi instradano le informazioni tattili ricevute e percepite dal talamo posteriore ventrale fino alla corteccia somatosensoriale. Quando il gruppo di ricercatori ha volontariamente ostruito quel canale, la reazione sensoriale degli animali agli stimoli dolorosi è stata slegata dal processo di elevata vibrazione dei baffi. Alleviando così il dolore al tocco.

Questa ricerca ha dimostrato che l’agitazione influenza negativamente sul controllo del dolore. Il team di ricerca è ora si sta interessando sulla ricerca delle reazioni del talamo posteriore ventrale.

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Articolo pubblicato il 14/12/2022