Benedetto Fornelli: Ufficiale, chirurgo e gentiluomo

Di Alessandro Mella

Capita, ogni tanto, di imbattersi in qualche monumento o ricordo di tempi lontani tale da suscitare curiosità. Entrando a Chialamberto, ad esempio, si scorge un magnifico busto novecentesco posto sul muro d’un palazzo.

L’iscrizione che lo completa introduce, un poco, il personaggio il quale, in questo comune della Val Grande di Lanzo (Torino), esercitò la professione preziosa di medico condotto in tempi in cui in montagna i medici rappresentavano davvero il primo presidio di soccorso e tutela dalla pubblica salute.

Egli nacque nel lontanissimo 1851, cittadino del Regno di Sardegna, al tempo in cui già regnava Vittorio Emanuele II asceso al trono dopo le infauste disavventure di due anni prima alla “brumal Novara”.

Crebbe a Caselle Torinese e frequentò la Regia Università per laurearsi in medicina e chirurgia in un tempo in cui pochi proseguivano gli studi, maggiormente in discipline così impegnative, eppure, così utili alla collettività.

Il titolo accademico gli valse la possibilità di servire il neonato Regio Esercito del giovane Regno d’Italia, da pochi anni proclamato, come ufficiale medico venendo inserito, come sottotenente, nei quadri della Milizia Territoriale in epoca umbertina. (1)

Questa componente delle forze armate raccoglieva in genere gli elementi di maggiore età e adempiva a compiti ausiliari e di protezione delle retrovie e del territorio metropolitano in caso di guerra al fine di sollevare i reparti mandati in linea da questi compiti.

L’anno successivo, il 1885, egli risultava in forza come sottotenente medico presso la 1a compagnia di sanità della Milizia Territoriale in sede a Torino. (2) Ebbe la promozione a tenente cinque anni dopo. (3)

Poiché la “Territoriale” veniva mobilitata in caso di necessità, quest’appartenenza non gli impedì di proseguire la sua carriera civile e privata e nel 1892 egli venne destinato a Chialamberto come medico condotto.

Si trattava di inserirsi in un contesto alpestre non facile, dove la gente parlava un dialetto stretto un poco diverso dal suo “piemontese-torinese”, con mentalità non sempre facili, con la necessità di guadagnarsi la fiducia dei coriacei montanari. Si diede, tuttavia, subito da fare sia per la gente del posto sia per valorizzare le virtù del luogo:

Colonie alpine per i fanciulli poveri. La presidenza sente il dovere di ringraziare pubblicamente il reverendo signor don G. Turletti vicario di Chialamberto, presidente, nonché tutti i consiglieri di amministrazione, per la concessione gratuita da essi fatta a queste Colonie per la prossima stagione estiva della casa annessa alla cappellata della Borgata Bussoni; attesta pure la sua riconoscenza al medico locale dott. Fornelli Benedetto che ottenne tale concessione mercè la quale 20 povere fanciulle potranno ritemprarsi in quella salubre ridente località adattissima alla cura climatica. (4)

La località, del resto, si prestava. Il paesello, infatti, si trovava ad 855 metri di altitudine, a 53 km da Torino, e beneficiava di un clima rigido in inverno ma benefico nei periodi primaverili ed estivi nonché con acque ed aria eccezionali. (5) Poco meno di 1300 abitanti che non era nemmeno un numero trascurabile se si pensa all’odierno spopolamento delle comunità alpestri.

Frattanto, con la scomparsa infausta e traumatica di Umberto I, era da tempo salito al trono il giovane re Vittorio Emanuele III. Fu lui che, con Regio Decreto, nell’inverno 1905-1906 volle riconoscere al dott. Fornelli i suoi meriti nominandolo cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia. (6)

A seguito di questa felice concessione fu organizzato, il 27 maggio, un banchetto in suo onore nel corso del quale i bravi montanari piemontesi raccolsero 45,10 lire del tempo. Esse furono offerti in aiuto dei danneggiati dei comuni vesuviani tramite il Banco di Napoli. (7)

Numerose sue presenze ad eventi, documentate dai quotidiani del tempo, ci evidenziano una sua vicinanza politica, ancora nella campagna elettorale del 1913, al deputato giolittiano Giovanni Rastelli. (8)

Di lì a poco venne la tragedia della Grande Guerra ed è probabile che il nostro fosse stato mobilitato pur restando a Torino ma servendo per le molte esigenze di una sanità militare sotto evidente pressione e con ospedali militari sparsi un po’ in tutta la penisola. Un’esigenza così impellente che perfino il Quirinale, per volontà della regina Elena, si fece presidio sanitario per i feriti dell’esercito.

Fornelli ne uscì con la terza stelletta, quella di capitano, sulla manopola della divisa grigioverde.

La sua vita operosa iniziò progressivamente a pesargli, gli anni passati sempre ad aiutare il prossimo facendo al meglio il proprio dovere iniziarono a sentirsi, ed il 21 agosto 1922, in quella Chialamberto che tanto amava, si spense. (9)

L’amore della sua gente, della popolazione, gli valse il busto che ancora oggi lo ricorda e che ne rinnova la memoria con queste parole: «Al cav. Benedetto Fornelli - Che in 30 anni 1892 – 1922 di sapiente e disinteressato esercizio della medicina nella faticosa condotta della Valle Grande prodigò i tesori dell’ingegno eletto, dal cuore nobilissimo. Chialamberto, Cantoira, Bonzo, Groscavallo, Forno A. G. - Amici e ammiratori a perenne ricordo posero. 1925».

Oggi il suo busto scruta, severo e sobrio, i villeggianti che risalgono la valle, i paesani affaccendati, le automobili che passano a ritmo spedito sulla strada provinciale.

A volte qualcuno si volta finendo per notare quell’effigie bronzea, con quei grandi baffi alla Luigi Facta, per poi chiedersi chi fosse costui. Accontentandosi, forse, della didascalia che accompagna l’opera. Ciò che non ho fatto io scrivendo queste poche ma spero preziose righe.

Alessandro Mella

NOTE

1) Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia, 215, 4 settembre 1884, p. 4296.

2) Annuario Militare del Regno d’Italia, Volume I, Carlo Voghera Tipografo Editore, Roma, 1885, p. 645.

3) Monitore dei Medici, 2, Anno I, 13 luglio 1890, p.  6.

4) Gazzetta Piemontese, 170, Anno XXX, 19 giugno 1896, p. 4.

5) Notizie delle Valli di Lanzo, Giovanni e Pasquale Milone, Tipografia Palatina, Torino, 1911, p. 317.

6) Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia, 172, 24 luglio 1906, p. 3593.

7) Bollettino Ufficiale del Ministero dell’Interno, Supplemento 2, Roma, 1906, p. 97.

8) Per approfondimenti; Dalle Valli di Lanzo alla Nuova Italia – Note Storiche su Giovanni Rastelli, Alessandro Mella, Chiaramonte Editore, Collegno, 2017.

9) Bollettino Ufficiale, Ministero della Guerra, Dispensa 47, 20 luglio 1934, p. 2681.

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Articolo pubblicato il 16/01/2023