Benedetto XVI grande difensore della Fede

A poche settimane dalla morte del Pontefice un'analisi del suo pensiero.

Il 31 dicembre scorso, alle ore 9:34, il Santo Padre Benedetto XVI ha rimesso l’anima nelle mani del Padre Celeste.

Noi di “Civico 20 News” abbiamo dedicato ampio spazio alla notizia e – grazie al collega Domenico Bonvegna - abbiamo fatto un magistrale lavoro di analisi dei testi del compianto pontefice.

In questo nuovo articolo vogliamo invece analizzare il forte senso dell’Europa e del dialogo tra Fede e Ragione che ha animato tutto il Pontificato di Benedetto XVI.

Innanzitutto va detto che Joseph Ratzinger ha avuto non poche difficoltà a veicolare i suoi profondi messaggi dal momento che l’opinione pubblica ed il mainstream dell’informazione lo hanno sempre ostacolato quando non ignorato del tutto.

Andrea Riccardi, docente di Storia e fondatore della “Comunità di Sant’Egidio”, uno dei pupilli di Jorge Mario Bergoglio, intervistato da “Famiglia Cristiana” su questo aspetto ha dichiarato: “La sua popolarità, pur essendo notevole, non è paragonabile a quella di Wojtyla. E’ stato un Papa occidentale in senso alto, convinto della vocazione dell’Europa a ritrovare il cristianesimo e a porsi al servizio degli altri continenti”.

Riccardi, da fondatore della più grande associazione pro-immigrazione del mondo cattolico, osa affermare che per Benedetto XVI l’Europa avrebbe dovuto “porsi al servizio degli altri continenti” ma è proprio così?

Probabilmente il prof. Riccardi ha dimenticato il messaggio che Joseph Ratzinger ha lanciato nel 2013 in occasione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. In tale occasione il Santo Padre scrisse: “Nel contesto socio-politico attuale, però, prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra, ripetendo con il Beato Giovanni Paolo II che ‘il diritto primario dell’uomo è di vivere nella propria patria: diritto che però diventa effettivo solo se si tengono costantemente sotto controllo i fattori che spingono all’emigrazione’ (Discorso al IV Congresso Mondiale delle Migrazione del 1998)”.

Per Benedetto XVI i migranti vanno accolti e trattati con rispetto ma primariamente bisogna evitare che essi si mettano in viaggio abbandonando la loro terra. Fare del Santo Padre un immigrazionista ante litteram non solo è sbagliato ma è profondamente scorretto.

Benedetto XVI, per queste sue posizioni, piaceva molto agli ambienti cattolici più ortodossi e legati al Magistero bimillenario della Chiesa Cattolica e molto poco agli ambienti catto-progressisti, catto-comunisti e catto-immigrazionisti stile “Partito Democratico”.

Negli anni di Magistero Petrino moltissimi attacchi dagli ambienti di Sinistra italiani. La stampa nelle mani degli editori di Sinistra lo ignorava e, quando ne parlava, lo faceva chiamandolo “panzer-Kardinal”, “pastore tedesco”, “inquisitore”, ecc…

All’estero, invece, soprattutto nella fredda Russia, Benedetto XVI era molto stimato.

Il più importante Patriarca del mondo ortodosso, Kyrill di Mosca, aveva espresso interesse ad incontrare il Papa di Roma. L’incontro, purtroppo, non è mai avvenuto a seguito dell’abdicazione di Benedetto XVI dalla guida della Santa Sede.

Checché se ne dica, Benedetto XVI ha lasciato un segno indelebile nel cuore dei veri cristiani ed ha marcato con un tratto indelebile la teologia cattolica, come nessun altro ha saputo fare.

In una delle tante interviste rilasciate al giornalista Peter Seewald Ratzinger ha detto una verità assodata ma al tempo stesso sconvolgente: “E’ Dio che governa il mondo, non noi. Noi gli prestiamo il nostro servizio solo per quello che possiamo e finché Egli ce ne dà la forza. Fare, però, quanto ci è possibile, con la forza di cui disponiamo, questo è il compito che mantiene il buon servo di Gesù Cristo sempre in movimento”.

Ai detrattori di Joseph Ratzinger va ricordato che egli non ha abbandonato il timone della barca di Pietro quell’11 febbraio del 2013 ma ha semplicemente ceduto il “ministerium”, l’incarico ministeriale, in favore di una vita di preghiera, studio e contemplazione offerta totalmente per il bene delle anime.

Benedetto XVI aveva capito che molti importanti presuli stavano cercando di plasmare la Chiesa e la Dottrina alle perversioni del mondo. Il Santo Padre aveva preso coscienza di ciò che Padre Pio disse al giovane padre Gabriele Amorth: “il fumo di Satana si trova tra le mura vaticane”.

Proprio per questo, in un’Udienza pubblica, Ratzinger disse: “I nostri principi non coincidono più con quelli della cultura moderna, la struttura fondamentale cristiana non è più dominante”.

Dopo il suo ritiro le cose sono andate di male in peggio ma ne parleremo in qualche altro articolo perché non bastano poche righe per dissertare sul pensiero mirabile del più grande Papa teologo del dopoguerra.

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Articolo pubblicato il 23/01/2023