Bergoglio pare giustificare l'omosessualità

Che fine hanno fatto i precetti del Catechismo della Chiesa Cattolica? Che ruolo ha per Bergoglio la Lettera ai Romani?

Jorge Mario Bergoglio, in netta contrapposizione con la Sana Dottrina Cattolica, ha espresso un suo personale pensiero sul tema dell’omosessualità con lo scopo di trovarne una sorta di giustificazione.

Parlando con i colleghi dell’“Associated Press” Bergoglio si è scagliato contro quelle Nazioni che criminalizzano – a suo dire – l’omosessualità. Il riferimento è chiaramente mirato a Ungheria, Polonia e Federazione Russa che, nel loro impianto legislativo, hanno norme che vietano la propaganda Gender e la normalizzazione delle “Famiglie Arcobaleno”.

Rivolgendosi ai giornalisti Bergoglio ha detto: “Essere omosessuali non è un crimine. Occorre sempre distinguere tra un peccato e un crimine. E’ peccato anche mancare di carità gli uni con gli altri”.

Come sempre succede quando Bergoglio proferisce parola “si confondono le melanzane con le pere”. Si dice tutto e il contrario di tutto con il preciso scopo di gettare il fedele nella confusione.

Peccato, però, che il Catechismo della Chiesa Cattolica dedichi all’omosessualità ben tre articoli. In questi articoli non vi sono inesattezze o concetti fraintendibili ma verità fondamentali che il Magistero della Chiesa ha sempre apprezzato, osservato e rispettato.

Nell’articolo 2357, ad esempio, si dice chiaramente che “Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, la Tradizione ha sempre dichiarato che ‘gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati’. Sono contrari alla legge naturale. Precludono all’atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarietà affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati”.

Evidentemente Bergoglio si sente in grado di smentire Benedetto XVI che, da Cardinale Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede ne redasse il testo, e Giovanni Paolo II – oggi Santo della Chiesa Cattolica - che gliene assegnò l’incarico.

Probabilmente Bergoglio pensa di poter smentire san Paolo Apostolo che nella Lettera di Romani – parlando degli omosessuali - scrisse: “Perciò Dio li ha abbandonati all’impurità secondo i desideri del loro cuore, sì da disonorare fra di loro i propri corpi, poiché essi hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno venerato e adorato la creatura al posto del creatore. Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s’addiceva al loro traviamento”. (Romani 1:24-27)

Dopo le parole pronunciate da Bergoglio molti cattolici hanno iniziato a dubitare della sanità del suo Magistero. Molti hanno iniziato a dire che un pontefice non può parlare in questo modo perché, contravvenendo con il Catechismo, osteggia e smentisce il passo secondo cui “in nessun caso possono essere approvati” gli atti omosessuali.

Il Catechismo, tra l’altro, invita tutti i battezzati – compresi i Vescovi che Bergoglio bacchetta in quanto non pro-gay – ad accogliere “con rispetto, compassione, delicatezza” gli omosessuali chiedendo che “a loro riguardo si evitino marchi di ingiusta discriminazione”. (Cfr. Articolo 2358)

Che bisogno v’era dunque di proferire un discorso tanto evanescente e privo di fondamenti dottrinali? Perché mettere in dubbio il Magistero della Chiesa dando alle Lobby LGBT parole giustificative?

Per i cattolici le persone omosessuali non sono da discriminare per questo loro “comportamento intrinsecamente disordinato” ma queste sono comunque “chiamate alla castità” perché “possono e devono, gradatamente e risolutamente, avvicinarsi alla perfezione cristiana”. (Articolo 2359)

Eppure di quei Vescovi che, nelle loro diocesi, difendono queste sacrosante verità Bergoglio dice: “questi vescovi devono fare un processo di conversione”.

Ah sì? I Vescovi si devono convertire? Non è forse meglio che si convertano gli omosessuali come prescrive l’Articolo 2359 del Catechismo?

Grande preoccupazione alberga nel cuore dei fedeli cattolici, nelle menti dei canonisti, e nell’intelletto dei teologi che – ogni giorno – si trovano a dover trattare questo tema nelle aule universitarie, nel difficile compito di formare i nuovi ministri di Dio.

Sicuramente torneremo a trattare questo tema con la speranza che Jorge Mario Bergoglio chiarisca bene le sue parole che, così espresse, sono quantomeno equivoche.

Sullo stesso tema: "Il Cardinal Mueller sulle stravaganze di Bergoglio".

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Articolo pubblicato il 28/01/2023