R. Steiner: Immaginazione di Pasqua. (parte seconda)

Conferenza tenuta a Dornach il 7 ottobre 1923, traduzione di Iberto Bavastro, O.O. N. 229.

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=47035    parte prima

Quando in primavera le piante cominciano a sbocciare, l’anidride carbonica viene attratta dalle entità luciferiche. Mentre le entità arimaniche aspirano a una specie di pioggia astrale per animare il calcare vivente, le entità luciferiche aspirano invece a una specie di elevazione dell’anidride carbonica, a una specie di evaporazione dell’acido carbonico dalla Terra verso l’alto. Se riuscissero nel loro intento, la respirazione sulla Terra dovrebbe cessare, ed esse attirerebbero in alto l’eterico che l’uomo ha in sé a prescindere dal respiro fisico; per mezzo della loro unione con l’eterico dell’uomo esse si troverebbero in condizione di diventare entità eteriche mentre cosí non sono che entità astrali. Con la conseguente distruzione di ciò che vi è in basso di umano e di animale, vi sarebbe in alto un involucro di entità eteriche angeliche.

Questo è appunto ciò a cui le entità luciferiche aspirano e che sperano di conseguire quando si avvicina la fine di marzo. Esse sperano di trasformare l’intera Terra in un sottile guscio terrestre in cui esse, densificate per mezzo della natura eterica umana, potrebbero esplicare il loro essere. Se le entità arimaniche vedessero soddisfatte tutte le loro speranze, l’intera umanità dovrebbe gradatamente disciogliersi sulla Terra; la Terra assorbirebbe l’uomo. In ultima analisi, secondo l’intenzione di Arimane, la Terra dovrebbe trasformarsi in una grande entità nella quale tutti gli uomini, in certo qual modo, sarebbero disciolti. Essi sarebbero uniti con questa grande entità terrestre. Ma uno stato intermedio per arrivare all’unione con l’entità terrestre, consisterebbe anzitutto nel fatto che in tutto il suo organismo l’uomo diventerebbe sempre piú simile al calcare vivente, lo unirebbe sempre piú al proprio organismo e sempre piú si calcificherebbe.

Egli trasformerebbe la sua in una forma che avrebbe un altro aspetto, che si presenterebbe come una figura sclerotizzata, con una specie di ali di pipistrello, e con una testa. Questa figura sarebbe in condizioni di disciogliersi gradatamente nell’elemento terrestre, e cosí la Terra intera diventerebbe in modo arimanico un essere terrestre vivente. Se invece le entità luciferiche riuscissero ad attrarre l’eterico dell’uomo e in certo qual modo a densificare etericamente la loro astralità, da esse avrebbe etericamente origine qualcosa che piú o meno non avrebbe le parti inferiori dell’organismo umano e avrebbe anche le parti superiori modificate; che per esempio avrebbe anzitutto un corpo formato da vapori terrestri, ma sviluppato solo fino al petto, e in compenso una testa esageratamente idealizzata.

Singolare è che questa figura avrebbe delle ali, ma come nate fuori, dalle nuvole. Queste ali si concentrerebbero in avanti a formare una specie di laringe ingrandita; lateralmente esse si concentrerebbero a formare una specie di orecchi, degli organi uditivi i quali a loro volta sarebbero uniti con la laringe. Ho cercato di rappresentare nella figura di Arimane, come era dipinto nella cupola e come è plasmato nel gruppo in legno, che cosa si sarebbe formato in basso; ho anche rappresentato che cosa, nell’ambito luciferico, si conformerebbe a figura luciferica, formata da vapore terrestre e da ondeggiamenti di nuvole, se potesse accogliere l’eterico  della Terra. Sono cosí iscritte nella vita stessa della Terra le due condizioni estreme dell’uomo: la condizione estrema che l’uomo raggiungerebbe se accogliesse il calcare vivente sotto l’influsso di Arimane, con ciò divenendo a poco a poco uno con la Terra, dissolvendosi in tutto l’essere terrestre vivente dotato di sensibilità: questo è un estremo.

L’altro estremo è quello che l’uomo diventerebbe se gli esseri luciferici riuscissero a raggiungere i loro desideri, e cioè a far salire dal basso un vapore di acido carbonico facendo cosí sparire la respirazione; sparirebbero anche gli uomini, come esseri fisici, ma i corpi eterici si unirebbero in alto con l’essere angelico astrale luciferico. Ancora una volta si può dire: sono le speranze e le illusioni degli esseri luciferici. Chi dirige chiaroveggentemente lo sguardo negli spazi cosmici, non vede nelle nuvole che passano ora un cammello ora qualcosa d’altro, come è detto nella commedia di Shakespeare “Amleto”, ma quando si avvicina marzo, vede nelle nubi che passano le forze dinamicamente protese degli angeli luciferici che vogliono creare un involucro luciferico dell’elemento terrestre, che vogliono allontanare il genere umano dalla Terra.

Fra questi due estremi ondeggia l’uomo. Ma sia le entità arimaniche sia le luciferiche vogliono distruggere l’umanità quale essa è nel nostro tempo. Entro la vita della Terra si manifestano queste varie influenze; avviene cosí che quanto gli esseri luciferici sperano di conseguire viene ogni anno distrutto per la natura esteriore, ma nell’uomo agisce. In primavera, come egli è fortemente esposto da una parte alle influenze arimaniche, è sempre piú esposto dall’altra agli esseri luciferici, e ciò dura anche durante l’estate.

Per l’essere umano quale è oggi si può dire: nella vita umana queste azioni sono molto intime, e possono essere osservate solo da chi è dotato di natura spiritualmente sensitiva, capace di sperimentare che cosa accade nel cosmo nel corso dell’anno. Ma nei tempi antichissimi e anche nella tarda epoca atlantica ciò aveva ancora una grande importanza. Per esempio in tempi antichi dell’evoluzione dell’umanità tutta la funzione della riproduzione umana era collegata al corso dell’anno. Allora la concezione non poteva avvenire che in primavera, quando le forze diventavano attive, come ho raccontato, e le nascite non potevano avvenire che verso la fine dell’anno. Allora la vita della Terra era collegata in un senso buono con la vita dell’uomo. È un principio delle entità luciferiche rendere libero tutto ciò che vi è sulla Terra, e tra le realtà terrene sensibili rese libere dalle entità luciferiche vi è appunto l’emancipazione delle concezioni e delle nascite.

Che un essere umano possa nascere in ogni stagione dell’anno fu provocato in tempi passati dalla forza luciferica che strappa l’uomo dalla Terra. Fa parte oggi in certo senso della libertà dell’essere umano il poter nascere in ogni stagione dell’anno. In questo agiscono appunto le forze luciferiche. Parlerò un’altra volta delle influenze terrestri che ancora esistono, ma volevo descrivere le influenze che ora ho caratterizzato perché si possa vedere come in tempi passati alcune delle aspirazioni delle entità luciferiche riuscissero ad avverarsi fino a un certo grado, cosí che oggi vi è la possibilità di nascere in ogni stagione dell’anno: altrimenti si nascerebbe solo in inverno. Dall’altra parte le entità arimaniche mettono in opera tutta la potenza che hanno per unire l’uomo con la Terra.

Se le entità luciferiche ebbero una grande influenza in tempi precedenti della vita della Terra, le entità arimaniche hanno la prospettiva, almeno parziale, di raggiungere quello che vogliono, cioè di collegare l’uomo alla Terra, fondendo con l’elemento terrestre appunto il suo atteggiamento morale e le sue concezioni. Esse ne vogliono fare un completo materialista; in sostanza vogliono che l’uomo non possa far altro che trasformare in forza di pensiero e di sentimento gli alimenti da lui digeriti. Questa influenza arimanica domina particolarmente all’epoca nostra e diventerà sempre piú forte. Se retrocediamo al di là della svolta dei tempi troviamo ciò che le entità luciferiche una volta raggiunsero e che ci lasciarono. Rivolgendo invece lo sguardo verso la fine della Terra vediamo la minaccia per l’umanità che le entità arimaniche, non potendo disciogliere l’uomo nella Terra, lo portino per lo meno a indurirsi in se stesso, a materializzarsi in modo da poter sentire e pensare solo ciò che automaticamente pensano e sentono le sostanze in lui.

Per le cose che ho descritto le entità luciferiche esercitarono un’azione che liberò l’uomo dalla natura, quando ancora non aveva libertà. La libertà non ebbe origine da una decisione dell’uomo e neppure in modo astratto, come generalmente è descritto, ma perché furono emancipati nella vita dell’uomo certi fatti naturali, come la ripartizione delle nascite. Da tali cose naturali è in certo qual modo sorto lo spazio per la libertà. In tempi antichi veniva con intensità sperimentato il fatto che l’uomo potesse generare la sua prole in ogni tempo dell’anno, e l’esperienza lo compenetrò anche animicamente e spiritualmente del sentimento della libertà. Cosí stanno le cose. Esse dipendono dal cosmo piú di quanto non si creda.

Ma ora che si è innalzato alla libertà l’uomo deve, sotto l’influenza della sua libertà, eliminare dal mondo il pericolo che Arimane lo incateni alla condizione terrestre. Questa minaccia gli si presenta come prospettiva per l’avvenire. Qui vediamo come nell’evoluzione della Terra sia avvenuto un fatto obiettivo: il mistero del Golgotha. Il mistero del Golgotha non è solo avvenuto come un evento unico. Esso dovette sí inserirsi come un evento unico nel divenire della Terra. Ma ogni anno questo evento, il mistero del Golgotha, viene in certo modo rinnovato per l’uomo.

Chi sviluppa un sentimento per il modo in cui in alto l’elemento luciferico voglia soffocare nei vapori di acido carbonico l’umanità fisica e come in basso l’elemento arimanico voglia vivificare nella pioggia astrale l’intera Terra nelle sue masse calcaree, sí che l’uomo in essa si dissolva e si sclerotizzi, per chi penetra in tutto ciò sorge tra l’elemento luciferico e l’elemento arimanico la figura del Cristo, la figura del Cristo che si libera dalla materia, che ha Arimane ai suoi piedi, che sorge dall’elemento arimanico, non tenendone però conto, superandolo, come è stato qui rappresentato pittoricamente e plasticamente; egli vede il Cristo che dall’altra parte supera ciò che vuole strappare alla Terra la parte superiore dell’uomo.

La testa della figura che trionfa su Arimane, la testa del Cristo, appare con fisionomia e con sguardo tali, con espressione del volto e gesto tali che lo sguardo, l’espressione del volto, il gesto, sono il risultato di una vittoria sulle forze disgregatrici di Lucifero. La forza luciferica attratta nell’elemento terrestre, collocata nell’elemento terrestre: questa è la figura del Cristo, cosí come compare ogni anno in primavera, cosí come ce lo dobbiamo rappresentare: eretta sull’elemento terrestre destinato a diventare arimanico, il Cristo che trionfa della morte, che risorge dalla tomba, che si innalza come risorto alla Trasfigurazione, che consiste nel trasferire l’elemento luciferico nella bellezza terrestre del suo volto.

Cosí tra Arimane e Lucifero compare con la sua figura il Cristo. Egli si pone dinanzi ai nostri occhi nella sua veste di risorto come Apparizione pasquale; l’apparizione della Pasqua si presenta cosí all’uomo: il Cristo risorto con sopra aleggianti le potenze luciferiche, mentre egli poggia sulle potenze arimaniche che stanno sotto di lui. Questa immaginazione cosmica si presenta come immaginazione di Pasqua, cosí come la Vergine con il Bambino si presenta come immaginazione di Natale, come immaginazione del pieno inverno sorta dal corso dell’anno, e cosí come si presenta l’immaginazione di Michele che ho descritto quale immaginazione di fine settembre.

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Articolo pubblicato il 04/04/2023