Torino - Biciclette scaraventate sui Murazzi del Po. Lettera agli autori da un tetraplegico

Una nuova tragedia sfiorata: nella notte di giovedì, sfondato il dehors del locale Gancia.

L’autore del gesto è già stato identificato. Sarebbe un uomo di origine maghrebina che, essendo ubriaco, dopo essere stato rifiutato dal locale si è vendicato gettando sotto una bici a noleggio, seguendo le stesse modalità del triste esempio verificatosi due settimane fa. Questa volta è andata bene, solo danni materiali, ma il rischio che il lancio della bici diventi un gesto di sfogo emulativo per quell’insieme di disagiati che serpeggia ciondolando sbronzo nelle notti di Torino, aggiunge ulteriore sconcerto e paura. Stroncarlo subito è d’obbligo, la città lo vuole.

Ne avrei voluto scrivere prima, ma stavo attendendo l’evoluzione di una diagnosi che impone speranza e rispetto, più che precipitarsi sul pezzo. Ma quest’ultimo gesto mi impone di ricordare il primo.

Il 21 gennaio, in una notte senza cervello, cinque ragazzi avevano già scaraventato una bicicletta elettrica del peso di 15 chili, da lungo Po Cadorna sul piazzale dei Murazzi del Po. Al di sotto c’erano altri ragazzi, tra cui Mauro Glorioso, studente in medicina e incolpevole giovane che, in quella notte da cani, è stato centrato da quel mezzo scagliato con disprezzo da un manipolo di ragazzi che merita una punizione esemplare per più di un perché.

Il fattaccio ha suscitato molto scalpore. Per fortuna il nucleo investigativo dei Carabinieri ha fatto in fretta a beccare i cinque autori del gesto criminale, incastrati da telecamere e dal contributo di molti cittadini.

Grandi responsabilità sono a carico di tre ragazzi e due ragazze, due maggiorenni e altri tre con età tra 15 & 17 anni, e io mi rivolgo direttamente a loro! Giovani inutili e senza riferimenti, che bighellonando tra un drink e l’altro passano le serate in cerca di emozioni forti, distanti dai valori della vita.

“Dove avete maturato la vostra vuota, dannosa, pericolosa appartenenza a questa società? A chi attribuite la colpa? Non stupisce, ma indigna che quattro di voi abbiano avuto precedenti fermi di polizia. Per cosa? Per quale squallido impulso di grottesco divertimento?

Quest’ultimo gesto criminale contemplerà il reato di tentato omicidio, ma non è abbastanza. Quel che rischia Mauro Glorioso è un terribile percorso di vita che purtroppo conosco bene e che vorrei spiegarvi e mostrarvi uno ad uno, rinchiusi in una cella per molto tempo, anche nel caso di una piena guarigione. Il gesto resta grave e intenzionale.

Al dannato gruppo di ragazzi senza Dio, comunico che la loro adrenalinica bravata era chiaro che poteva fare male! E così è stato, rischia di condannare un altro giovane di 23 anni a una paralisi che tante volte fa rimpiangere di essere sopravvissuti. Lo so bene, sono tetraplegico da 36 anni a causa della distrazione di un’altra persona che non si è pentita, perché certa gente nasce così, senza cuore né coscienza. Quale cuore e quale coscienza avete voi? Quale senso civico? Quale utilità? Non è mai tardi per porsi domande e darsi risposte.”

Attualmente, Mauro Glorioso è ricoverato presso la terapia intensiva del CTO di Torino, è sveglio e non è più in pericolo di vita, ma le lesioni subite alla colonna cervicale, hanno richiesto 180 giorni di prognosi prima di consentire ai medici una prima valutazione della loro gravità. Se dovessero risultare irreversibili, purtroppo, in molti casi rappresentano una condanna ad un futuro tra i più impegnativi e duri che il destino o chi per esso, possa destinare a un essere umano. Occorre molta vicinanza, ma chi ha carattere per inseguire i sogni riuscirà a ricavare il proprio dignitoso ruolo nella nostra società.

Mi scuso con la famiglia, che a sua volta ha già scritto una lettera ai cinque baby criminali, e non voglio scendere nel particolare, poiché è veramente la speranza l’ultima a morire. Auguro a Mauro di potersi rimettere, poiché so che in alcuni casi di lesioni alla colonna vertebrale, dopo lo shock e un certo periodo di riassestamento, è possibile un recupero anche del 100%. Ho visto più di un caso migliorare molto e alcuni guarire, durante i miei anni di soggiorno in varie cliniche riabilitative.

Estendo l’augurio alla famiglia e a tutti gli amici di Mauro, che certamente stanno vivendo un momento molto difficile. Anche a loro tutta la mia vicinanza, e in qualunque caso, ogni disponibilità per un consiglio maturato sulla mia pelle. Sono custode di una lunga e polimorfa esperienza di recupero e reinserimento sociale. Spero non ve ne sia bisogno, ma nel caso sarà sufficiente contattarmi attraverso la redazione di questa stessa rivista.

Carlo Mariano Sartoris

www.handyscap.it

 

 

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Articolo pubblicato il 12/02/2023