Baby gang e città fuori controllo. È tempo di ripristinare un nuovo servizio di leva?

Cresce il senso di abbandono da parte dello Stato e altrettanto il timore per la pace nel mondo

Nell’agosto 2022, Matteo Salvini rilanciava un ritorno al servizio di leva per circoscrivere il fenomeno delle Baby gang e compattare giovani attorno al senso di appartenenza allo Stato. Il ministro Guerini la bocciava e i militari di professione anche. I sondaggi però indicavano che gran parte della popolazione riteneva che un periodo di servizio militare per giovani di entrambi i sessi sarebbe stato molto utile per una gioventù sempre più distratta da disgreganti miti.

Sono in molti a pensare che il "militare" fosse più d’una scuola di vita, ma l'abolizione del servizio di leva fu vista di buon occhio. Nasceva l’esercito di professionisti; soldati e soldatesse addestrati a uccidere e non farsi uccidere durante le missioni di pace. Ottimi elementi a guardia del mondo, speriamo che per loro e per noi non si stia delineando un pessimo momento.

Quei camion verdi pieni di soldati che fischiavano alle ragazze hanno lasciato un vuoto nelle città. Davano un senso di presenza dello Stato. Ora, nel degrado delle periferie quanto nei centri delle città, si vive in un senso d’abbandono, ampliato dalle scarse risorse delle Forze dell’Ordine.

I talk show, la stampa, i Tg riportano fatti di cronaca quotidiana legati a stretto giro con un’Italia che ha paura quando esce di casa. Bande di criminali rom, italiani e maghrebini imperversano impunite, la testimonianza della ragazza violentata nel parco mette i brividi, le stazioni delle grandi città sono in mano a bande di immigrati. A Napoli come a Milano basta uno sguardo per piantare un coltello. La popolazione è stremata. Pochi, mal pagati e rassegnati i tutori dell’ordine.

Al nuovo governo è stata lasciata una impegnativa missione: riaffermare la legalità. L’aggressività giovanile si sta prendendo le città. L’emulazione di rottura delle generazioni Y & Z dilaga sui social network, la tv di Stato si è svenduta allo share della sessualità liquida, agli “ascolti” dei giovani di “spacco”, alla nuova… cultura, a generazioni schedate da “algoritmi per acquisti” secondo età, abitudini e costumi, quindi appiattite sul Web per fasce di appartenenza. Occorre iniettare una cura capace di riappropriarsi di un’etica perduta e di molte zone del nostro Paese. Non è un’impresa facile.

Sarebbe tempo di istituire una nuova naja.2, diversa, formativa e punto di riferimento, anche per il seguito della vita, per un bacino giovanile senza prospettive e senza sbocchi. Ma c’è dell’altro che ruota sulle nostre teste.

Primo anno di guerra in Ucraina, carneficina nel Donbass, armi italiane in viaggio per Kiev, flotta russa nel Baltico e nel Mediterraneo, sonde spia sui cieli europei, americani, cinesi… Lavrov tuona: “l’Occidente è giunto a un punto di non ritorno!” Non possiamo escludere nulla. Certamente a Mosca hanno visto il festival di Sanremo; pessimo esempio di civiltà decadente e senza Dio. Su questo, Aleksandr Dugin ha ragione e noi abbiamo già perso, di certo la faccia.

L'origine del servizio militare di leva risale al 1861, con la nascita del Regno d'Italia. Inserito nell'articolo 52 della Costituzione, ha scortato la storia della Repubblica italiana sino al 1º gennaio 2005, con la fine delle chiamate emanata dal governo Berlusconi (legge N°226\8\2004), anche se ancora vigente in caso di necessità. Forse quest’ultimo può essere un serio motivo per ripristinare un certo tipo di servizio militare. I paesi Nato stanno facendo scorte di munizioni, e il ripristino del servizio di leva è all'ordine del giorno in Europa come in altre nazioni. Non è un bel segnale e l’incertezza sale.  

Sembra passata un’eternità da quando arrivava la "cartolina"; si scriveva ancora a macchina e non c’erano gli iPhone. La naja non era ambita e si partiva a malincuore, salutando amici, famiglia e fidanzate. Quando si tornava però, si era un po’ più uomini, più sicuri di sé e la gioia del rincasare, sovente era scortata da ricordi e nostalgie rievocate nel tempo. Qualcuno aveva imparato un mestiere; ulteriore stimolo per molti giovani in cerca di un futuro.

L’appartenenza a un moderno corpo della difesa potrebbe rivelarsi un valore aggiunto per offrire un ruolo e un’identità (non soltanto di genere), a una gioventù annoiata, manipolata da falsi miti ed esempi dissocianti. Servono esempi mediatici forti e stimolanti.

“Sanremo docet”; la crisi isterica di Blanco sul palco dell’Ariston non è stata casuale. Pestare fiori e demolire lo scenario è stato uno spot per tutti gli estremisti facinorosi. Occorre indirizzare in senso eguale & contrario quegli impulsi naturali della corteccia cerebrale che in età giovanile cercano emozioni forti per misurare se stessi.

La vecchia naja sovente spostava giovani in un’altra regione. Ci si trovava in un luogo altrove, dove non v’era posto per vizi o capricci, né per divari di classi sociali, Per i soldati della Brigata Alpina Taurinense le caserme erano la casa di tutti, dove s’imparava a convivere con il minimo dell'essere e dell'avere: piemontesi, sardi, pugliesi, liguri, campani…stessa uniforme a battere il passo. Si mangiava quel che c’era, si pulivano cessi e pentoloni, si montava di guardia fumando furtivi e ogni tanto si faceva alla guerra dopo 20 km di marcia, zaino sulle spalle, fucile a tracolla. Fatica, insulti, ma qualcosa nasceva nell'intimo, stimolando la cognizione di sé, e quel fascino ferroso delle armi svelava il suo malvagio senso, ma intrinseco nella reminiscenza dell’umanità.

Imparare a padroneggiarle faceva un certo effetto, atto di forza e di paura che rende coscienti. Lo sapevano certi ufficiali, burberi plasmatori di giovani, ma umani e di sani principi se incontrati per caso in un bar. Oggi più di allora sarebbe importante sapere da che parte e come sparare. Qualsiasi invasore non restituirebbe alcuna cortesia.

Durante la "naja" nascevano amicizie durature. C’era chi aveva perso la fidanzata e chi le scriveva ogni giorno, chi leggeva un libro e molti, un giornalino porno. La sera si usciva a gruppi in cerca di qualche ragazza, qualcuno pagava e s’era ben contenti d’essere maschi, come previsto dal processo naturale del mondo animale. Non era ancora in voga ostentare o forzare variazioni sulla propria identità di genere.

Il fenomeno delle Baby gang e altri nuclei violenti sono legati a una appartenenza locale e circoscritta. Spezzare il cordone ombelicale con i luoghi in cui si è radicata una quotidianità di gruppo, vuota o violenta, potrebbe essere una mossa vincente e un’opportunità per risaldare una generazione più motivata, addestrata alla difesa quanto a un controllo territoriale a vasto spettro, compresi interventi civici e di bonifica del degrado ambientale. Questo ed altro.

Dopo il periodo di ferma, ne potrebbe scaturire un mestiere che prosegua il servizio per lo Stato, disgiunto da limiti di età. Le emergenze nel nostro Paese sono tante, segno che il lavoro non manca per un organico allargato di "seconda linea". Seria alternativa a disoccupazione, sbando, reddito di cittadinanza.

Ora sto andando oltre, immaginare un progetto inesistente e poi suggerire come metterlo in atto? È suggestione, ma per la fantasia è un esercizio che piace e rassicura perlomeno una parte del cervello.

 

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Articolo pubblicato il 20/02/2023